SANITA’
– L’Ausl ha fatto 18. Vale a dire che sono state 18 le inaugurazioni di strutture, nuove o rinnovate, dell’Azienda sanitaria riminese, negli ultimi due anni e mezzo; più di una ogni due mesi.
E non è che si sia trattato di lavoretti. Tre i “muri” per i quali è stato tagliato il nastro c’è, ad esempio, il nuovo Dea (Dipartimento di emergenza accettazione) di Riccione, coi suoi 20 milioni di investimenti. Mentre nell’elenco dei 18 eventi non è ricompresa la posa della prima pietra del Dea di Rimini, che di milioni ne costerà più di 40.
Insomma la sanità riminese si rinnova a partire dai muri, ma non solo. Partendo dalla fine, nell’ultima delle 18 inaugurazioni, quella del nuovo reparto di Cardiologia dell’ospedale di Riccione, il sindaco Daniele Imola l’ha detto esplicitamente al direttore generale dell’Ausl Marcello Tonini: i muri vanno bene il senso delle sue parole ma poi devono anche essere riempiti. Tradotto: avanti anche con uomini e apparecchiature. E Tonini non si è fatto pregare, rassicurando rispetto alle necessarie dotazioni di tutto quanto serve.
Non solo. La crescita della sanità provinciale è testimoniata anche da un altro “indicatore”: le donazioni. Nel senso che sempre più spesso associazioni, enti, imprese, privati cittadini, effettuano donazioni per acquisire apparecchiature per le strutture sanitarie. L’episodio più eclatante, nonché ultimo in ordine di tempo (anche questo non ricompresso nell’elenco delle 18 inaugurazioni) è stata la donazione di una tomografia computerizzata multistrato (cioè di una Tac di ultima generazione, ancor più potente e performante di una risonanza magnetica) da parte dell’associazione Rimini Solidale Onlus, presieduta dall’industriale (e presidente di Confindustria Rimini) Maurizio Focchi e composta da diversi importanti imprenditori, ma che ha potuto usufruire anche del contributo di tante gente comune che vuol bene alla sua sanità.
E varie altre donazioni sono state effettuate nei mesi scorsi, e altre sono previste nei prossimi, a riprova che la società civile (finalmente) sta diventando meno “esterofila”, anche rispetto alle cure e alla salute.
Intervenendo alla cerimonia della Tac, il sindaco di Rimini, nonché primario di Oncologia, Alberto Ravaioli, ha utilizzato una metafora assai significativa: “Una volta, quando a Rimini ti ammalavi, si diceva che era meglio andare a tuffarsi in mezzo al mare: oggi il mare è all’ospedale ‘Infermi'”.
Una “parabola” che, però, si addice bene a un po’ tutte le strutture dell’azienda sanitaria. Infatti, nell’elenco delle 18 inaugurazioni, sono presenti un po’ tutte le sedi aziendali: Cattolica, Riccione, Rimini, Santarcangelo, Morciano, Bellaria. Con un pacco di oltre cento milioni di euro “gettato” su tutto il territorio.
E allora via con la cavalcata. La prima fu, nel marzo del 2006, quella del nuovo reparto di Fisiopatologia della riproduzione a Cattolica. Seguita, 10 giorni dopo, dalla nuova sede della Psichiatria all’ospedale di Rimini.
Tornando in provincia, altri 10 giorni ed è piovuta l’inaugurazione della potenziata sede del 118 di Morciano.
L’8 luglio 2006, taglio del nastro dei nuovi locali della Radiodiagnostica all'”Infermi”, che rappresentava anche l’apertura di un nuovo servizio.
Dieci mesi esatti dopo, l’8 maggio 2007, ecco arrivare l’inaugurazione del nuovo Dea del “Ceccarini” di Riccione: di fatto il nuovo ospedale, con un “super Pronto soccorso” organizzato razionalmente con collegamenti diretti a Cardiologia e Terapia intensiva, oltre a tutti in confort.
Neanche un mese dopo è la volta del nuovo reparto di Ortopedia di Rimini.
Dopo soli due giorni si taglia il nastro della Radioterapia, con due acceleratori lineari grazie ai quali i riminesi non hanno più bisogno di andare a fare fuori provincia le “radiazioni”: i locali finiranno anche sulla stampa nazionale grazie al magnifico affresco marino che arricchisce i locali, donato da artisti riminesi (si narra che i tecnici tedeschi della Philips, venuti a montare le apparecchiature, alla vista dei dipinti murari abbiano esclamato “wunderbar? (magnifico).
Ancora una settimana ed ecco, il 29 giugno 2007, l’Ala gialla del Pronto soccorso di Rimini, mirata ad un’attesa più confortevole per i pazienti in fila.
Il 7 luglio, tappa a Santarcangelo di Romagna, con l’inaugurazione delle nuove 7 sale operatorie. Anche qui nuovo assetto per lavorare in modo più razionale, e soprattutto maggiori potenzialità chirurgiche per quello che sta diventando il polo, non solo riminese, della chirurgia oncologica della mammella. Nell’ambito dei lavori sono stati ricavati anche i locali per ospitare (dal prossimo autunno) la Iort. Si tratta della radioterapia intraoperatoria: le donne sottoposte a mastectomia potranno ricevere le necessarie radiazioni direttamente durante l’intervento, in una sola volta, invece che in successive estenuanti sedute. Un’opportunità che vi sarà solo in quattro sedi in regione (tra cui appunto Santarcangelo).
Si riparte a settembre del 2007, con l’inaugurazione del reparto di Medicina dell’ospedale di Cattolica. Quindi, una settimana dopo, il nuovo Distretto di Morciano, dove trova sede, tra l’altro, uno dei primi Nuclei di cure primarie della provincia. I medici del territorio, a turno, presteranno servizio in orari superiori rispetto a quelli del loro normale ambulatorio. Stessa procedura che, sempre a livello sperimentale, si svolge anche a Bellaria Igea Marina.
Altri due i nastri tagliati prima della fine del 2007, entrambi in novembre, uno il 6 l’altro il 21. Il primo è il gruppo appartamento di via Valturio, dove giovani con problemi psichici, debitamente assistiti, possono vivere esperienze di (relativa) autonomia.
L’altro riguarda il nuovo reparto di Ostetricia-Ginecologia dell’ospedale “Infermi” di Rimini: un polo, guidato dal dottor Antonio Cerreoni, che sta veleggiando verso il tremila parti all’anno.
Il 2008 parte subito forte con l’inaugurazione, l’8 gennaio, del nuovo modulo operativo di Oncologia del “Cervesi” di Cattolica.
Il 31 marzo, è stata invece inaugurata la nuova sede dell’Unità operativa di assistenza protesica nella sede aziendale di via Coriano a Rimini (il Colosseo), dove vengono razionalizzati vari servizi e sportelli prima sparsi in città, e dotandoli di adeguate opportunità di parcheggio.
Si torna a Cattolica il 27 maggio con l’inaugurazione della vasca per riabilitazione, a dotazione dell’Unità Operativa di Chirurgia della Spalla e del Gomito guidata dal professor Giuseppe Porcellini: anche in questo caso i pazienti non dovranno andare più a Rimini per finire di riabilitarsi dopo l’intervento ortopedico.
Gran finale il 23 giugno scorso, con la nuova Cardiologia al “Ceccarini”, nell’ambito del Dea. Insomma, la sanità riminese sta cambiando faccia, e non solo a livello strutturale, dopo gli anni in cui sembrava che tutto andasse ridimensionato. E con questo viatico, anche il futuro sembra abbastanza ben avviato.