– Oggi i bovini di razza romagnola sono una prelibatezza di carne, fino a pochi decenni fa servivano ad arare la terra: robusti, infaticabili, mansueti. Il 12 marzo, San Gregorio, si possono ammirare durante la fiera, per tutto il giorno.
A Misano Cella c’è un bellissimo allevamento. Dietro c’è un giovane Giuseppe Drudi, appassionatissimo. Porta 13 capi: intera famiglia. Il toro è gigantesco e possente: circa 20 quintali ben distribuiti; si chiama Oman. Drudi svolge il mestiere con il piacere di fare, di far star bene gli animali. Le sue stalle sono pitturate di bianco, pulitissime. Quando parla delle sue bestie gli si illuminano gli occhi; ha anche una quarantina di pecore. Il babbo, Antonio (Toni) ha la macelleria a Sant’Andrea in Casale; con le sue carni.
La razza romagnola è come la Chianina, o la marchigiana, come i buoi dell’Appennino utilizzati per tuirare l’aratro. La loro presenza in fiera è opera della Banca Popolare Valconca. Nel ’94 ebbe l’idea: riportare durante la Fiera di San Gregorio il bovino simbolo di una regione.
Disse Massimo Piccari, già funzionario dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Rimini e consigliere d’amministrazione della stessa banca: “L’idea fu di Elios Speroni, il presidente. E subito venne fatta propria da tutto il consiglio del nostro istituto di credito; allora io non ne facevo ancora parte”.
Continua Piccari. “La razza romagnola potrebbe stare alla Chianina come il nostro Sangiovese sta a quello toscano. Nel senso che loro, i toscani, dalla Chianina ricavano la famosa fiorentina e dal Sangiovese il Brunello di Montalcino ed il Chianti. Mentre due prodotti d’eccellenza della nostra agricoltura non sono ancora molto considerati. Anche se negli ultimi anni questo ritardo, almeno in parte, è stato accorciato”.
La Romagnola ha origine antichissime, nobili. Originaria dell’Europa Centro Orientale, arrivò in Italia nel VI secolo con il re barbaro dei goti, Agilulfo. Alcune popolazioni si insidiarono in Romagna, con i bovini che si diffusero in Romagna e nel Pesarese.
Le razze chianine, maremmane e podoliche sono sue cugine. Mantello bianco, ha arti corti e robusti, con cosce e natiche dalla corporatura robusta. Caratteristiche ottime per il paesaggio agrario romagnolo, fatto di saliscendi. Queste bestie sono state ottime per arare (il paio era chiamato Rò e Bunì) e per tirare il biroccio. E’ stata allevata per lavorare fino a pochi anni fa. Nell’800 se ne scoprì anche la bontà della carne.