DATI ANAGRAFICI
– Cattolica è una città dove la sua popolazione diventa sempre più anziana. Al 31 maggio scorso i residenti erano 16.505 (8.664 femmine e 7.841 maschi). Il 29,05% è composto da cittadini dai 65 anni in su. Una percentuale altissima, perché il dato nazionale è del 20%. Le femmine sono 2.770 (31,97%) e 2.024 (25,81%) sono i maschi. Le donne cattolichine sono più longeve, ma questo è un dato molto diffuso.
Guardiamo in dettaglio quanti sono i nostri nonni dai novanta anni in su alla data del 31 maggio 2008.
90 anni: 19 F. e 4 M.
91 anni: 15 F. e 5 M.
92 anni: 18 F. e 5 M.
93 anni: 21 F. e 10 M.
94 anni: 14 F. e 7 M.
95 anni: 16 F. e 2 M.
96 anni: 10 F. e zero M.
97 anni: 2 F. e 1 M.
98 anni: 3 F. e 1 M.
99 anni: 2 F. e zero M.
100 anni: 4 F. e zero M.
101 anni: zero F. e zero M.
102 anni: 1 F. e zero M.
103 anni: 1 F. e zero M.
104 anni: zero F e 1 M.
L’ultimo dato ci dice che il cattolichino più anziano ha 104 anni, si chiama Quirino Giorgi.
A Cattolica ci sono 162 persone che contano dai novant’anni in su. Per la precisione 126 F. e 36 M.
Questi rappresentano circa l’1% della popolazione residente, ciò vuol dire che il grosso dell’altro 28% degli anziani va spalmato tra i settantenni e ottantenni.
Per chi governa una comunità simile ha di fronte grossi problemi perché la struttura della popolazione si sta profondamente squilibrando. Questo è anche un problema italiano e di altri paesi europei. Il crollo delle nascite e l’allungamento dell’età di vita vede una riduzione drastica della fascia d’età che produce reddito. Questa situazione avrà ripercussioni su pensioni, sanità, assistenza e immigrazione. Già questa tendenza si vede.
La spesa sociale (welfare) necessita di sempre più risorse, anche se a dire il vero ogni governo che arriva (indipendentemente dal colore) taglia questa spesa. Questo vuol dire scaricare sempre di più l’onere sulle famiglie. Il fenomeno delle badanti lo testimonia. Le iniziative a sostegno degli anziani e delle loro famiglie deve assolutamente migliorare. E’ una questione di civiltà. Urgono maggiori servizi e più efficienti.
Ma l’invecchiamento della popolazione ha riflessi più generali. Anche se è vero che di nonni arzilli se ne vedono parecchi, ma è inutile negarlo, sul piano dell’approccio alle dinamiche sociali, è diversa la carica psicologica di un giovane rispetto ad un anziano.
Negli ultimi anni a Cattolica c’è stata una leggera crescita demografica, ma questa deriva soprattutto dai nuovi cattolichini, spesso immigrati anche da altri continenti.
Gli studiosi di demografia ci dicono che nel 2050 in Italia ci saranno 12 milioni di stranieri, pari al 17-18% della popolazione. Oggi siamo al 5%. E’ un processo che deve essere governato bene. Già oggi a Cattolica gli stranieri residenti sono un migliaio. Le nostre strutture turistiche, fabbriche e cantieri dovrebbero chiudere senza questi lavoratori. Mantengono forte la nostra economia e il nostro tenore di vita. Potremmo dire: “per fortuna che ci sono gli stranieri”!
Ma è necessario un approccio culturale e sociale rinnovato, perché questi sono persone e non “macchine” da lavoro usa e getta.