Finito il restauro. Il taglio del nastro è avvenuto lo scorso 5 settembre. Edificio religioso sobrio ed elegante
– La facciata è sobria non meno che elegante. Eleganza sobria anche l’interno. Del XVII secolo, chiusa al culto nel ’94, dopo un lungo restauro (200mila euro), la chiesa di San Salvatore di Cerreto è ritornata ai fedeli. Il taglio del nastro, effettuato da Mauro Morri, assessore provinciale alle Attività economiche, è avvenuto lo scorso 5 ottobre in occasione della festa della Madonna del Rosario. Di proprietà della parrocchia, è stata data in comodato d’uso al Comune, che potrà utilizzarla come sala per conferenze, concerti, seminari. Sono stati rifatti ex novo la pavimentazione, il tetto, l’intonaco, l’impianto di riscaldamento. Restano originali l’altare, le panche, gli arredi sacri (fino ad oggi custoditi nella canonica), l’organo anch’esso completamente restaurato. L’intervento è stato co-finanziato dalla Provincia di Rimini e con fondi strutturali dell’Obiettivo 2.
“Grande è la soddisfazione racconta il sindaco di Saludecio Giuseppe Sanchini . Rappresenta la realizzazione di un sogno. Abbiamo rifatto tutto, dal tetto ai pavimenti e ora possiamo ricollocare le immagini dei santi”.
L’intervento si inserisce in quello più ampio di recupero di tutto il borgo di Cerreto, uno scrigno piccolissimo, fatto di viuzze, piazzettine, piccoli slarghi, in mezzo ad una natura di armonica bellezza.
Pomeriggio suggellato dalla banda di Colbordolo; alla messa delle 16 la voce del tenore Rolando Ugolini.
Cappella del Crocifisso, assolutamente da visitare
– “Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo”. La breve massima di saggezza è di Adriano, uno degli imperatori romani più colti, accorti, lungimiranti non meno che spietato. Reso immortale dal sontuoso romanzo di Marguerite Yourcenar, uno dei testi più raffinati e profondi scritto da un essere umano.
Se Adriano si sentiva responsabile delle bellezze del mondo, il Rotary Club Riccione-Cattolica sta dando un valido contributo nel restaurare (è il nono) alcune opere d’arte della Valconca. L’ultima è avvenuta a Mondaino; è stata consegnata ai fedeli ed agli amanti dell’arte lo scorso 29 settembre, alle 18, festa di San Michele, padrono di Mondaino.
Chiesa piena, il sindaco Luigino Casadei e Franco Vico, presidente del Club, nonché architetto di grande sensibilità, hanno tagliato il nastro della cappella del Crocifisso, scrigno d’arte all’interno di una chiesa ricca di opere di valore assoluto. L’emozionante pomeriggio è stato un bel momento di cultura e di fede. Autore di un libro sui miracoli del Crocifisso di Mondaino, il professor Angelo Chiaretti ha raccontato la tamponatura della cappella avvenuta negli anni ’50; il riccionese Pietro Cavallaro ha letto alcuni miracoli del Crocifisso; lo studioso d’arte Pier Giorgio Pasini ha illustrato il valore artistico della cappella e della chiesa. Mentre il presidente Vico ha messo a fuoco la tipologia di intervento.
Hanno officiato i parroci Giorgio Budellini e Andrea Baiocchi, economo della curia (sua la predica).
Tutti gli intervenuti si augurano che possano essere trovate le risorse per riportare agli antichi splendori la chiesa di San Michele; di certo uno degli edifici sacri più importanti della provincia. E’ assolutamente da visitate. La faccia ed il campanile sono di mattoni a vista. L’interno è un sobrio barocco, impreziosito da alcuni quadri di notevole fattura. Portano la firma di Pomarancio, Brancaleoni Soleri, Dolci.
Insomma, ora la scusa è buona sia per i mondainesi, sia per coloro i quali vogliano scoprire vicino casa la bellezza di Adriano. Pubblicato un fascicoletto sul restauro.