TURISMO
– Come è andata la stagione turistica a Cattolica nel 2007? Partiamo dai dati ufficiali elaborati dall’Ufficio statistica della Provincia di Rimini.
Italiani – Arrivi
Aprile: 17.894 (11,9%)
Maggio: 10.765 (-8,1%)
Giugno: 50.170 (3,5%)
Luglio: 47.134 (-3,2%)
Agosto: 61.707 (1,8%)
Settembre: 17.711 (-17,5%)
Italiani – Presenze
Aprile: 47.448 (17,8%)
Maggio: 41.297 (-6,2%)
Giugno: 321.850 (0,7%)
Luglio: 384.714 (-1,9%)
Agosto: 475.709 (-1,2%)
Settembre: 131.323 (-8,3%)
Stranieri – Arrivi
Aprile: 1.530 (-18,0%)
Maggio: 6.522 (10,1%)
Giugno: 10.062 (-11,1%)
Luglio: 15.951 (-5,5%)
Agosto: 10.231 (1,9%)
Settembre: 6.590 (12,6%)
Stranieri – Presenze
Aprile: 5.185 (-31,6%)
Maggio: 35.282 (13,0%)
Giugno: 73.404 (-16,7%)
Luglio: 127.929 (-7,6%)
Agosto: 85.101 (-3,3%)
Settembre: 53.081 (-1,1%)
Da gennaio a novembre i dati complessivi sono:
Italiani – Arrivi (totale)
218.473 (0,0%)
Italiani – Presenze (totale)
1.444.802 (-0,7%)
Stranieri – Arrivi (totale)
53.577 (-1,0%)
Stranieri – Presenze (totale)
391.383 (-6,3%)
Italiani e stranieri (totale):
– arrivi 272.050 (-0,2%)
– presenze 1.836.185 (-2,0%)
Negli altri mesi (gennaio, febbraio, marzo, ottobre, novembre) sonno arrivati circa 16mila persone tra italiani e stranieri, per un totale di circa 54mila presenze. Non è turismo ma prevalentemente gente di passaggio per motivi di lavoro.
Quello che balza drammaticamente agli occhi è la tendenziale marginalità del turismo estero. Ci siamo ridotti ad avere poco più di 50mila turisti stranieri da aprile a settembre. Sono un quinto del volume degli arrivi. Una “merce” sempre più rara. Vediamo i numeri del lento declino: 1999 (65.923 arrivi), 2001 (72.046), 2003 (60.388), 2004 (57.758), 2005 (55.082), 2006 (54.383), 2007 (53.577).
Pensate a questi numeri. Dato che la media di una vacanza di stranieri è una settimana, a giugno (periodo glorioso del turismo straniero) nel 2007 a Cattolica giravano 2mila stranieri a settimana; a luglio 3.190; ad agosto 2.040 e a settembre 1.318. Cifre ridicole rispetto alla tradizione turistica di Cattolica che faceva della massiccia presenza straniera un suo vanto.
In una nostra intervista nel settembre scorso, Birgit Schonau, corrispondente in Italia per “Die Zeit” di Amburgo e “Sueddeutschzeitung” di Monaco, diceva “Rimini in Germania ha un’immagine ferma agli anni ’60. Il tedesco di livello alto va in vacanza in Toscana. Quello medio vuole il vero mare. Quello di massa non viene perché siete troppo cari”.
Cosa è successo? Molte cose. Siamo passati di “moda”. Siamo poco competitivi nel rapporto prezzo-qualità. Mancano infrastrutture efficienti. L’immagine Italia è in declino. Non offriamo più cose caratteristiche, ma un turismo banale e standardizzato che si può acquistare a prezzi inferiori altrove.
Il turista straniero, quello tradizionale delle nostre spiagge, è diventato più esigente. Vuole qualità, luoghi dove natura e ambiente non facciano a pugni con cemento e traffico caotico… come succede da noi.
Se andiamo a vedere bene constatiamo che migliaia di turisti tedeschi, francesi, inglesi, svizzeri, Paesi bassi, nordici, ecc. sono stati, temporaneamente e fortunatamente, sostituiti da turisti dell’Est europeo e Russia. Paesi dove in questi anni per alcune fasce sociali c’è stata una crescita di reddito, e nel loro immaginario rappresentiamo ancora (per molto?) una meta.
Per fortuna il turismo italiano regge, anche se fatto prevalentemente di fine settimana e poco più. Ma la tentazione di offerte sempre più appetibili in altre zone del mondo non dovrebbe permettere sonni tranquilli ai nostri operatori e classe politica dirigente.
Cosa fare? Pensare globalmente e agire localmente. “Farsi carico” di cosa non va nel mondo e in Italia. Incidere con il peso di categorie economiche, comunità ed enti per arginare scelte nefaste nazionali e locali; impegnarsi per favorire scelte virtuose. Il tutto non in una logica corporativa, cioè gurdando il proprio orticello a discapito di tutto il resto.
Riscoprire la vocazione-cultura dell’ospitalità. Migliorare la qualità-prezzo dei servizi offerti. La nostra città (e tutta la Riviera) deve diventare un giardino non un casino, nel senso generale della parola. Come si spiega che il turismo delle città che offrono arte e le località che offrono natura, vedono una crescita del turismo straniero? Turisten esseren personen, non pollen da spennaren mit soggiornen in pollaien! Ja?
di Enzo Cecchini