Sono già parecchi anni che sul tuo giornale (ed anche mio visto la tua benevolenza nei miei confronti pubblicando i miei scritti) che ospiti sulle tue pagine continui articoli del signor Battazza sul Pastificio Ghigi.
Dopo l’ultimo sono andato a rileggere anche quelli precedenti e mi sono sembrati una marmellata di pauperismo, una miscellanea di luoghi comuni cattocomunisti, il trionfo dalle banalità da circolo Arci. In pratica una sequela di insulsaggini, ma non è il solo, ogni tanto assieme a lui ci si mette anche la “Pravda” alias L’Ape del Conca ad atteggiarsi a guru della finanza ed imprenditoria, i due sono un pericolo pubblico, in pratica che parlano, (“pardon scrivono”) senza sapere quello che dicono. E a cui affiderei l’amministrazione di un paese con la stessa serenità con la quale si affiderebbero del missili nucleari ad Ahmadinejad. Il dubbio è: perché gli si dà tanto spazio? E perché?
In tempi non sospetti, se rammenti in una delle nostre chiacchierate, ti dissi riguardo al capannone della Ghigi mentre era ancora in costruzione che c’era qualcosa di anomalo, “l’altezza”, a cosa serviva avere la struttura per fare la pasta alta 12 metri quando in tutta la penisola i capannoni per fare pasta alimentare sono di 8 metri , ma non è la sola anomalia, i macchinari portati all’interno sono stati acquistati da un pastificio fallito tale “Tomadini”, stabilimento nuovo macchinari vecchi, si potevano smontare le linee già esistenti nel vecchio senza indebitarsi ulteriormente, ma una vocina mi sussurrava all’orecchio che quella costruzione non era destinata alla produzione di pasta, ma a quella di natanti visto anche certe strutture all’interno, che sembrerebbe essere la sede per delle gru. Non voglio entrare in merito al lavoro svolto dai sindacati, ci sarebbe da scrivere best seller.
E stendiamo un velo pietoso sui dirigenti e operai. Finisco qui, ma mi sono convinto sempre di più che le sue doti primarie sono tre, un fondamentalismo senza argini, un assoluto cinismo tattico, una formidabile abilità di spacciare il falso come se fosse il vero.
Giordano Leardini,
vice-presidente del circolo morcianese di An