– Quando Mussolini non era capo del governo, era solito affittare a Cattolica, dove aveva un caro amico, il socialista Cino Mancini. Sembra che i cattolichini gli fecero uno sgarbo ed optò per Riccione. Grazie alla liquidazione degli articoli scritti per il settimanale americano “Time”, acquistò una casa sul lungomare, che è poi diventata Villa Mussolini. Forse gli unici elementi che la fanno sembrare villa è il posto, il giardino col campo da tennis, per il resto è un edificio che non si confaceva ad un capo di Stato.
Riccione deve molte delle sue fortune turistiche alle vacanze familiari del Duce, perché vi arrivò tutto la corte in cerca di favori, amanti comprese (in tanti accorrono al carro del vincitore). Corte che costruì ville, nelle quali vi passava le estati. Marina Giannini (la Voce) e Nives Concolino (il Resto del carlino) hanno dato alle stampe una bella pubblicazione “Villa Mussolini, una finestra su Riccione”. (Guaraldi, pagine 216, euro 30). Le oltre 400 fotografie arricchiscono le testimonianze dei riccionesi che giravano attorno a donna Rachele Guidi, la moglie.
Le autrici hanno intervistato decine di persone: Giuseppina Amati Biscaglia, Frangiotto e Giuseppe Angelini, Paola e Giorgio Bianchini, Astro e Paolo Bologna, Derio Bordoni, Aurora Castaldo, Gino Cesarini, Emanuela Cicchetti, Enrico Della Rosa, Fabio Fuscagni, Dogi Galavotti, Ugo Goldoni, Claudia Leardini, Elsa Leurini, Damiano Liggeri, Alba Magni, Alfonso Marchi, Augusto Montanari, Mario Morri, Edda Pucci Negri, Vittorio e Lina Pullè, Elvia Ricci, Edda Ronci, Marisa Spadini, Mario Stefanelli, Dante (Pino) Tonti, Maria Grazia Tosi, Edmo Vandi e Renzo Venturini. Raccolto una caterva di aneddoti. Insomma, c’è stato il Mussolini raffinato giornalista (direttore dell’Avanti!), il Mussolini dittatore ed il Mussolini in mutanda. Quest’ultimo il migliore.