– Falso terremoto in giunta causa gli alti costi della nuova scuola a Misano Mare. Con l’assessore ai Lavori pubblici, nonché vice-sindaco Maurizio Martini, quota Margherita, che il 13 marzo rassegna le dimisisioni. Il sindaco Antono Magnani le rifiuta. Con Martini che il 27 dello stesso mese le ritira.
I fatti nudi e crudi, senza fronzoli, né tante piccinerie politiche, le famose dietrologie. Lo scorso 13 marzo, Maurizio Martini porta in giunta il progetto della nuova scuola media con una serie di profonde variazioni rispetto al progetto preliminare del luglio del 2007. Allora, il governo della città aveva dato indicazioni ben precise all’ufficio Lavori pubblici diretto dall’ingegner Giancarlo Zoffoli. Le due principali: il costo non doveva essere superiore ai 4,4 milioni di euro, mentre si pensava di costruirla o sul vecchio campo esterno da pallacanestro (parallelo alla ferrovia), oppure nello spazio libero tra il palazzetto dello sport ed il pallone polivalente.
L’assessore Martini presenta un progetto di circa 6-7 milioni di euro e l’ubicazione del nuovo edificio dove oggi si trova il pallone. Pallone polivalente costruito meno di 10 anni fa. I colleghi di giunta, in coro, dissentono, argomentando che le direttive erano chiare e precise. E’ il finimondo.
Martini, per una discussione franca ed aperta, abbandona la giunta. Il mattino dopo lancia il suo fulmine a ciel sereno: si dimette dal governo della città. Agli amici confida che ha vissuto le critiche a livello personale e non dirette all’ufficio che governa.
Apprese delle dimissioni, il sindaco Antonio Magnani le congela aspettando il fatidico chiarimento.
Altro passaggio è quello del 17 marzo. Il neo-segretario del Pd, Roberto Bertozzi, aveva convocato la segreteria, allargata anche ad altri esponenti di spicco del partito. Si doveva discutere di campagna elettorale, ma il turbine Martini entra durante la serata. Il gruppo dirigente, aspettando di avere più conoscenze, è compatto con la giunta di Magnani: la nuova scuola media non può costare più di 4,4 milioni di euro.
Soprattutto si capisce che un’era è passata. Che si è voltato pagina. Che il partito vuole sapere delle scelte amministrative. Che vuole partecipare alla discussione ed alle decisioni finale. Altrimenti non è che una semplice locomotiva che distribuisce poltrone.
La scuola progettata dal gruppo Zoffoli piace. E’ a forma di colomba, ha il tetto in rame ed utilizza una serie di materiali innovativi e tecniche costruttive che la dovrebbero porre all’avanguardia. Solo che l’edificio costa più di una villa. I quasi 4.000 metri quadrati di superficie lorda necessitano di 1.500 euro al metro quadrato, quando una civile abitazione di media qualità si tira su con mille euro al metro quadrato.
Il progetto presentato porta sul tavolo della politica una serie di domande: perché gli uffici coordinati da Giancarlo Zoffoli hanno disatteso le indicazioni della giunta? Perché la stessa giunta non è stata informata prima della lievitazione dei costi?
Al momento, il progetto “sbagliato” farà slittare i tempi di costruzione della scuola, senza contare le consulenze esterne costate circa 200.000 euro.
Insomma, la giunta guidata da Antonio Magnani è un po’ impantanata, ma come diceva un vecchio detto non tutti i mali vengono per nuocere. Il diverbio amministrazione-uffici lavori pubblici-Pd porterà chiarezza e distinzioni nei ruoli.
Altro dato. La nuova scuola la si finanzia per 3 milioni di euro dalla vendita del patrimonio immobiliare comunale, 600.000 euro attivando mutui e 800.000 euro con la cosiddetta tassa di scopo, cioè una imposta straordinaria che graverà sui misanesi. Se invece, la giunta avesse deciso l’ampliamento dell’attuale scuola media, poteva attingere a finanziamenti provinciali.
Gli enti pubblici devono dare esempi forti, di sana ed illuminata progettazione. Sono chiamati a coniugare bellezza progettuale e rigore nella spesa, sobrietà ed innovazione. Un edificio pubblico per essere piacevole ed accattivante non deve costare cifre che mettono in ginocchio le casse pubbliche. Anzi. Deve essere di “nobile semplicità e quieta grandezza”, direbbe Winkelmann.
Negli ultimi anni Misano non è stato fortunato. Una serie di grandi opere pubbliche si sono rivelate autentici buchi nell’acqua: via Repubblica, il sottopasso. Meno male che il lungomare strizza l’occhio, ma è costato una caterva di denari, ed ha bisogno di una manutenzione continua e costosa. Senza pensare alla vegetazione africana che vive un’esistenza stentata.
Sulla questione scuola si è riunita la segreteria del Pd lo scorso 26 marzo. Fanno sapere che c’è stata una viva, forte ed aperta discussione sulla scuola, sulle dimissioni di Martini e sul legame tra la politica e il governo della città. Solo due erano favorevoli al costoso progetto.