ECONOMIA
Misano World Circuit, l’obiettivo è la Formula1
Carlo Colaiacovo, da 35 anni villeggiante a Portoverde, imprenditore da 700 milioni di euro di fatturato (Gruppo Colacem), proprietario anche del circuito Santamonica di Misano Adriatico
Dai primi anni ’80, tra le diversificazioni del core businness (cemento e calcestruzzo) c’è anche la proprietà dell’autodromo Santamonica. Da 35 anni ha casa a Portoverde. “Mi piace la sua quiete”
– “Il nostro obiettivo è portare la Formula1 a Misano. La pista è omologata ed appartiene alla fascia ‘A’ per la sicurezza. Ma la pubblica amministrazione deve pensare alla viabilità ed ai parcheggi. Noi raddoppieremo i posti a sedere, portandoli da 45mila a 90-100mila”. Lo afferma Carlo Colaiacovo, a capo di un gruppo industriale (tra cui la Colacem) da 700 milioni di euro di fatturato (il 20 per cento all’estero), 2.400 dipendenti; tra le diversificazioni c’è l’autodromo Santamonica di Misano dai primi anni Ottanta. Umbri di Gubbio, i Colaiacovo sono titolari di un impero economico fatto di cemento e calcestruzzo (in entrambi i settori rappresentano la terza forza in Italia). Sessantacinque anni, sposato, tre figli, tre nipoti più uno in arrivo, il signor Carlo viene a villeggiare a Portoverde da 34 anni, quando acquistò un’abitazione che un amico vendeva per ragioni personali. Da allora insieme ai familiari è un intimo di Misano e ne rappresenta uno dei personaggi più importanti, non meno che riservati. Due le grandi passioni alle quali riesce a dedicare sempre meno tempo: auto d’epoca ed antiquariato. Ha ricoperto ruoli di livello assoluto: consigliere d’amministrazione della banca Capitalia, presidente degli industriali di Perugia, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, componente del Comitato di indirizo della Cassa Depositi e Prestiti. L’uomo ha costumi sobri; ad esempio, raggiunge l’autodromo in scooter come un appassionato qualunque.
Perché le piace Misano?
“E’ una cittadina turistica con pregi e difetti. E’ una zona calma, tranquilla, in mezzo a città vivaci, animate e direi anche troppo rumorose. Poi con un’ora si raggiunge da Gubbio”.
Quali sono i vostri obiettivi per l’autodromo Santamonica?
“Abbiamo omologato la pista anche per poter ospitare la Formula1 ed appartiene, per la sicurezza, alla classe ‘A’. Ora tocca alle amministrazioni che devono fare un passo avanti: provvedere alla viabilità ed ai parcheggi. Da parte nostra dobbiamo portare la capacità delle tribune dalle attuali 45mila a 90-100mila posti. Solo con questi numeri si potrebbero avere i conti economici in pareggio”.
Quali sono state le tappe fondamentali della crescita del vostro gruppo industriale?
“Abbiamo alle spalle una storia complessa. Da 45 anni siamo attivi nel settore del cemento e siamo partiti da una piccola fabbrica. Negli anni ci sono state una serie di acquisizioni fino a raggiungere i 700 milioni di ricavi di oggi”.
Nella sua vita chi ha contato di più come esempio?
“Ci sono uomini fortunati e uomini sfortunati. A me piacciono quelli col mix di coraggio e lungimiranza, di intelligenza e buon senso”.
Come si descriverebbe?
“Sereno. Tranquillo. Di buon senso, un atteggiamento, quest’ultimo, che non fa mai male”.
Chi è il bravo imprenditore?
“Non si misura coi soldi, ma con le cose che ha fatto ed i risultati ottenuti”.
Chi è il bravo dipendente?
“Fino a poco tempo fa i quadri li sceglievo personalmente e difficilmente mi sbagliavo. E’ fondamentale che ogni collaboratore sia al posto giusto, che sia incentivato e ben retribuito”.
Qual è la sua giornata tipo?
“Inizio a lavorare il mattino per rientrare la sera, con in mezzo la pausa-pranzo di un’ora; è così dal lunedì al sabato”.
Come si fa a far andare bene un’azienda?
“Gli imprenditori si valutano nelle difficoltà Le aziende hanno momenti sì e momenti no ed è in questi ultimi che si pongono le basi del futuro. Oggi, l’economia, in Italia e in Europa, è al centro di una grande ristrutturazione. Chi saprà organizzarsi e riorganizzarsi se la caverà. Chi invece non ne avrà la visione, farà molta fatica a venirne fuori: o viene acquistato, o chiude”.
Che cosa apprezza di più in una persona?
“L’intelligenza, le capacità, il buon senso nei rapporti diretti. Chi si aggrappa sugli aspetti di forma estetica spesso nascondano il niente, o nulla”.
Ha rimpianti?
“Nella vita ho fatto cose buone e altre meno. Con un po’ più di coraggio si poteva fare meglio, ma mi piace guardare avanti. Indietro vedo solo insegnamenti per il futuro”.
COMUNITA’
DediKato, i magnifici 40
– Una quarantina di amici hanno reso possibile il Dedikato Day lo scorso 28 agosto a Portoverde all’interno della settimana di eventi legati al MotoGp. Scomparso nel 2003 nella gara giapponese, Kato viveva a Portoverde dove aveva molti amici. Sul palco una dozzina di campioni tra cui Valentino Rossi. Il momento più emozionante: le belle parole del babbo di Kato.