L’AZIENDA
– Il passo doppio (paso doble). E’ un fondamento del ballo, ma per Vito Di Bari, professore al Politecnico di Milano, collaboratore del quotidiano economico il Sole-24Ore, uno tra i massimi esperti di tecnologia al mondo, l’immagine la applica alla tecnologia. Cioè tra il momento dell’invenzione e quello dello sfruttamento economico passa del tempo. In quel tempo si deve infilare una nazione che intende competere a livello mondiale.
L’esempio forte è quello del telefonino. Progettato negli anni Quaranta, è diventato un affare economico solo negli ultimi 20 anni. Tutto questo è il passo doppio: non è importante chi fa la scoperta, ma chi è in grado di darle una vita commerciale. Dunque, dove c’è un’organizzazione, uno stato efficiente, ci può essere uno sviluppo tecnologico.
Cattolica ha il suo passo doppio nella Umpi, eccellenza mondiale nella telegestione delle reti elettriche pubbliche e private. Utilizza le cosiddette onde convogliate (principio tecnologico scoperto negli anni Trenta), cioè sui fili elettrici viaggiano delle informazioni.
Informazioni che possono essere gestite da un computer, grazie al fatto che su ogni palo della pubblica illuminazione viene applicato un aggeggio tecnologico.
Dire Umpi significa dire Piero Cecchini, un gentiluomo prima ancora che essere un imprenditore appassionato e per certi versi fuori dagli schemi. Ha un’idea sociale del fare impresa. Afferma: “Un’impresa mette insieme fisicamente le persone per crescere, per sforzarsi intellettualmente, lavorare. Quando vai col tuo prodotto all’estero ti rendi conto che le differenze tra gli esseri umani è tra chi sa e chi non sa”.
“Per esportare – continua Cecchini – ci vogliono cose forti. E vendere tecnologia e qualità non è come piazzare vasi di fiori”.
A chi gli chiede quali sono le difficoltà maggiori per esportare, risponde: “La mancanza del Sistema-Paese, innanzitutto. Siamo lasciati soli, mentre chi va fuori avrebbe bisogno di strutture di appoggio forti.
Ci sono, Camera di Commercio, Ice (Istituto del commercio estero), ma non funzionano. Inoltre, in questo momento siamo anche penalizzati dalla forza dell’euro; penalizza rispetto ai competitori in dollari o in altre monete”.
Piccola ma un gioiellino tecnologico, la Umpi. L’ultima commessa di prestigio è giunta da Medina (vi si stabilì Maometto dopo la fuga, egira, da La Mecca e conserva la Grande Moschea con la tomba di Maometto), la città dell’Arabia Saudita santa per i musulmani insieme alla Mecca.
Duecentomila abitanti, la città già al 40 per cento utilizza il sistema Umpi. Ora è giunta la commessa con la quale tutta la rete elettrica della città sarà telecontrollata. Una delegazione dell’Umpi guidata da Piero Cecchini, il titolare, due mesi fa è stato ospite del sindaco della città, Abdulaziz A. Al Husaiyaen.
La Umpi sta installando la sua tecnologia anche a La Mecca, dove il primo impianto risale a tre anni fa.
Nonostante che la tecnologia sia a due passi, la Umpi è poco presente sul territorio. La cittadina più attenta è San Giovanni in Marignano che ha coperto tutta la rete; Cattolica è a metà (iniziato nel ’94).
Molto avanti invece è Fano. “Prima hanno sperimentato e poi è iniziato la copertura”, afferma Cecchini.
Attraverso il sistema cattolichino si hanno molti vantaggi. Primo, il risparmio, valutabile tra il 30 ed il 40 per cento. Secondo, attraverso un computer si può gestire tutta la rete ed ogni singolo lampione. Si può intervenire sull’orario, sull’intensità. Si può verificare dove le lampadine sono fulminate e qualche altro malanno.
Dalla Umpi fanno sapere, che se tutta l’Italia utilizzasse la tecnologia Umpi sui 10 milioni di punti luce pubblici, a fronte di un investimento di 1,2 miliardi di euro, si avrebbe un risparmio energetico valutabile in 420 milioni di dollari l’anno”.