E ci riesce sempre. Quest’anno le finestre del palazzo comunale, chiuse da tele luminose, riproduzioni digitali di stralci di famose opere di pittori del ‘600 attinenti il vino, davano un ulteriore tocco di colore e calore: ottima idea di Andrea Fronzoni. L’ultima edizione di questo happening è da ascrivere fra le meglio riuscite. Il 29 di giugno in piazza il noto spacciatore musicale Dino Gnassi ha aperto la serata, bagnata da vini piemontesi accompagnati da stuzzichini della stessa regione. La seconda, 6 luglio, ha avuto il bacio dell’ internazionalizzazione, dalla Provenza sono arrivati vini, cibi e suoni di allegria estrema. Gino, emigrante italiano in Francia e da qualche tempo sanclementese, ha lavorato per far conoscere la sua nuova patria e il suo è stato un lavoro proficuo. Da Cuothézon, sono arrivati il sindaco, alcuni assessori e rappresentanti delle importanti cantine locali. Il vino trait d’union fra San Clemente e Courthèzon è stato solo un indizio di quanto gente che vive così distante sia in realtà simile come poi hanno dimostrato le canzoni e i balli in cui proprio gli ospiti sono stati graditi protagonisti. Accompagnavano la serata I Servaj , “i selvaggi” gruppo piemontese che ha suonato musiche franco provenzali in cui spiccava la Gironda, da noi Zironda , lo strumento da cui prendono il nome le zirudele che fanno parte della nostra tradizione.
La terza. Protagonista la Sicilia, vini corposi e forti come la gente di quella terra: mitica l’Inzolia servita e un tocco di grazia finale con lo zibibbo. Poi la musica degli straordinari Terramaris, gente che suona da tanto tempo le tradizioni del nostro meridione sulle note dei quali è stato un piacere saltare e ballare.
Infine il 20 luglio riecco la Romagna, vino sanclementesi e riminesi e strozzapreti. Sul palco Sergio Casabianca, scoperta che si è fatto apprezzare per la musica, la simpatia. Un ringraziamento speciale va ai ragazzi organizzatori: Silvia Cicchetti, Lucia Pazzaglini, Michele Corbelli?e Daniela Bellini fanno ormai parte delle nostre estati, con loro tutti gli altri che sudano in cucina o servono fra i tavoli, dove l’esercizio della pazienza è sempre difficilissimo. Grazie anche a Tino Pippo Baudo Bugli, che dal palco, litigando un po’ coi congiuntivi, guida ogni anno la manifestazione con mani sicure.
di Claudio Casadei