– Da sabato 21 novembre don Oreste Benzi ha un pezzo di terra nel paese dove è nato. Non sapremo mai se sarà più contento lui di questo riconoscimento della sua gente, o se lo saranno di più coloro che hanno voluto fermamente dedicarglielo.
Alla cerimonia c’erano tutte le autorità: il sindaco Christian D’Andrea, gli assessori, i consiglieri comunali, il vicario Luigi Ricci, alcuni rappresentanti della comunità Papa Giovanni XXIII e don Gianluca Agostini parroco di San Clemente.
L’importante però è che a questo prete, che proprio a Sant’Andrea nacque il 7 settembre 1925, sia reso il giusto merito e che il suo paese natale ne riconosca la forza e la costanza.
Oreste Benzi, figlio di operai, viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1949; il 5 luglio viene nominato cappellano della parrocchia di San Nicolò a Rimini. Dal 1950 in poi dedica la sua vita di insegnante e uomo di Dio ai giovani e comincia la diffusione della sua opera con la costruzione di una residenza alpina ad Alba di Canazei, in provincia di Trento, destinata ai soggiorni di persone diversamente abili.
Oltre a varie esperienze di insegnamento nei licei della provincia continua a lavorare con i giovani e con alcuni di essi organizza soggiorni montani per adolescenti in difficoltà. Nel 1968, con quel gruppo di giovani e con alcuni altri sacerdoti dà vita all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Poi, nell’estate del 1972, la prima Casa-famiglia dell’Associazione a Coriano. Nel giro di trent’anni l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in più di venti paesi nel mondo, e i membri della Comunità scelgono di vivere secondo gli insegnamenti di don Benzi, che hanno come caratteristica la condivisione diretta della propria vita con gli ultimi. Don Oreste Benzi muore il 2 novembre 2007 alle 2.22 in seguito a un attacco cardiaco nella sua casa di Rimini. Aveva 82 anni.
Tra i collaboratori di don Benzi c’è stato anche Stefano Vitali, attuale presidente della Provincia di Rimini. Don Oreste ha lasciato un’associazione impegnata a portare avanti una lotta decisa alle nuove forme di povertà ed emarginazione quali la tossicodipendenza, lo sfruttamento della prostituzione, la difesa e l’accoglienza di minori in difficoltà, il disinteresse verso la disabilità, l’aborto. Ora, quando qualcuno leggerà il suo nome nella targa posta nell’area adiacente al parcheggio di via Prati sotto alle mura della piazza centrale di San Clemente, potrà cercare di capire perché quella targa è li.
di Claudio Casadei