Chi è Andrea Speziali e come nasce la passione per le dimore d’epoca?
“L’interesse per le antiche ville di Riccione è nato in me durante la frequenza all’ultimo anno dell’Istituto d’Arte “F. Fellini”. E’ stato in quel periodo che mi ha particolarmente affascinato il fenomeno dell’Art Nouveau e il desiderio di studiarlo in tutti i suoi molteplici aspetti,?compresi quelli legati alla sua espansione europea e mitteleuropea. Durante lo svolgimento delle mie ricerche ho avuto modo di valutare che la portata di questa corrente artistica ha interessato anche tutta l’area costiera romagnola e marchigiana.
Ho iniziato in questo modo un approfondimento del liberty a Riccione che mi ha portato a valutare come in questa città esistevano – e in parte esistono ancora -, alcune splendide ville costruite ai primi del ‘900, quando questa città? cominciò a diventare un centro balneare per tutta la ricca borghesia che qui si trasferiva?nel periodo estivo, spinta anche dall’apertura della stazione ferroviaria, avvenuta nel 1861.Tra tutte le dimore costruite durante questo periodo, ho avuto un specie di folgorazione quando ho visto per la prima volta Villa Antolini. E’ nata in questo modo una specie di?”empatia” che mi ha portato a studiarla attentamente,?al punto?di portarla come argomento di studio?alla maturità. Villa Antolini, progettata da Mirko Vucetich, secondo la mia opinione, è seconda solo al Villino Ruggeri di?Pesaro, rivalutato in questi ultimi anni tramite pubblicazioni prestigiose”.
Quali sono le ville di Riccione?
“Le ville più importanti di Riccione che, fortunatamente,?sono state oggetto di restauro?in questi ultimi anni sono le seguenti: (Villa Antolini, Villa Emilia, Villa Morara, Villa Pullè, Pensione Florence, Villino Levi, Hotel Stazione, Villino Graziosi, Villa Martinelli, Villa Lodi Fè e Villa Mussolini). Quasi tutte erano proprietà di ricche famiglie dell’alta borghesia provenienti da Roma e Ferrara, altre invece sono state costruite da nobili famiglie come i (Vucetich, Campanini, Santarelli, Antolini, Martinelli, Pullè, Monti)”
Cosa hai scoperto grazie a questi studi?
“Le ricerche sul liberty a Riccione mi hanno portato a scoprire molte notizie inedite su questa splendida stagione che?ha vissuto la nostra città. In particolare, studiando Villa Antolini ho avuto modo di approfondire la personalità del suo architetto, Mirko Vucetich, un personaggio di grande levatura culturale ed artistica che nella sua vita ha avuto modo di frequentare?intellettuali??di grandissimo spessore, come Massimo Bontempelli, Corrado Alvaro, Carlo Emilio Gadda, per il quale nel 1952?illustrò il primo libro delle favole.?
Il frutto delle mie ricerche è stato in parte raccolto in un volume intitolato ‘Una stagione del Liberty a Riccione: Villa Antolini”, così come è stato fatto per il recente libro su Villa Mussolini. Sono convinto che la pubblicazione di questo piccolo volume porterà a riscoprire le nostre radici culturali e rivalutare un periodo storico di grande importanza per la città, ancora quasi del tutto sconosciuto.
Ho inoltre intenzione di scrivere una monografia ragionata per rivalutare l’opera di Mirko Vucetich, sul quale possiedo moltissimi documenti inediti”.
Quali influenze di grandi architetti sono presenti nelle ville di Riccione?
“Nelle ville riccionesi eseguite durante il periodo liberty sono riscontrabili molte influenze dei grandi architetti italiani del periodo come Vandone, Menni,?Sommaruga e Michelazzi, pur ammettendo, però, che queste influenze vengono spesso recepite in modo eclettico, addirittura con richiami all’architettura geometrica di Vienna o Praga.
Il villino Antolini? ha un’ architettura certamente più uniforme e autonoma?rispetto alle?altre?ville riccionesi; si impone immediatamente per la sue linee ondulate, concave o convesse, che denotano una conoscenza?artistica profonda?delle opere del?grande Borromini.Per questo motivo, che implica un criterio di originalità del tutto nuova per l’architettura di quel tempo, ritengo che esso debba essere valorizzato e diventare un punto imprescindibile per la conoscenza del Liberty italiano”.
Francesca Rossetti