Intervengono Stefano Medas (presidente dell’Istituto italiano di archeologia e etnologia navale di Venezia), il sindaco Imola e l’autore Rocchetta
LA STORIA
– In occasione dell’80° anniversario del naufragio della “Bruna”, che si abbattè su Riccione, con la perdita di cinque pescatori, Secondo Tomassini (Pirulèin) capobarca, Paolo Ceccarelli, Giulio Gennari, Roberto Pronti, Ubaldo Righetti, l’amministrazione comunale ha deciso di dare alle stampe un libro, curato da Fosco Rocchetta, direttore della biblioteca, al fine di tramandare ai posteri quel luttuoso avvenimento che ha segnato la storia cittadina, e di onorare la memoria degli scomparsi.
Stefano Medas, presidente dell’Istituto italiano di archeologia e etnologia navale di Venezia (Istiaen), introdotto da Daniele Imola, sindaco di Riccione, lo presenterà sabato 17 gennaio alle 17 presso la sala conferenze del Centro della Pesa. Titolo del libro “Il naufragio della ‘Bruna’ del 17 gennaio 1929”.
La pubblicazione, illustrata con immagini della barca naufragata, dei marinai scomparsi, e del porto di Riccione, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, descrive la tragica sciagura del mare che si consumò nella notte del 17 gennaio 1929 al largo del porto di Rimini, a causa d’un violento fortunale che investì l’imbarcazione riccionese, mentre esercitava quella pesca costiera, che in un passato non troppo lontano, rappresentava una significativa fonte di sostentamento per la popolazione locale.
Quell’anno, definito del “nevone”, a causa del clima particolarmente rigido e delle abbondanti precipitazioni che si verificarono anche in Romagna, è tuttora presente nella memoria dei parenti dei pescatori deceduti e degli anziani. Nel corso di quell’infausta notte, si dovettero purtroppo registrare anche altri naufragi in Adriatico, fra cui quello della “Titona” con la perdita di nove marinai di Bellaria. Quell’anno sventurato per la flotta pescatoria romagnola, si concluderà tragicamente com’era iniziato, con l’affondamento, nel mese di dicembre, del trabaccolo cattolichino “Wilson”, e la morte dei quattro membri dell’equipaggio.
La pubblicazione riporta, fra l’altro, articoli di studiosi che, a vario titolo, si sono interessati a quella sciagura del mare, integrato da commenti apparsi sulla stampa ed in atti della municipalità dell’epoca, oltre a testimonianze di anziani, parenti dei pescatori deceduti nel sinistro, che contribuiscono ulteriormente ad acclarare quei momenti drammatici vissuti dalla marineria romagnola.