LO SPORT
– Si chiama Simone Cesaroni ed è campione due volte. Ha messo nel suo speciale palmarès 6 titoli italiani di nuoto nella categoria S9. L’ultimo anello lo ha conquistato lo scorso 11 luglio a Reggio Emilia. Ha nuotato i 100 metri stile libero in 1’05”45; dopo aver virato ai cinquanta con uno straordinario ritardo. Nella stessa rassegna ha portato a casa anche due argenti, con la steffetta mista (4X100) e con quella stile libero (sempre nella 4X100). Tesserato a Riccione, settore Master, corre con i colori della H2O di Bologna.
Cesaroni aveva affrontato gli italiani dopo le personali delusioni dei Giochi del Mediterraneo svoltisi a Pescara lo scorso giugno. Con una gara al di sotto del suo potenziale, aveva chiuso al nono posto. Aveva promesso al babbo: “Vincerò a Reggio”. Così è stato.
Gli altri cinque italiani li ha incamerati due in vasca corta (25 metri) e tre in quella olimpica (50 metri). Fisico da atleta, il nuotatore con i colori di Riccione ha iniziato a nuotare tardi nel 2001. Racconta: “Con i miei tempi di oggi a fatica ci si qualifica per la finale europea, nel 2000 si vincevano le Olimpiadi. Io mi sono allenato forte lo scorso anno, due ore e mezzo al giorno,con la speranza che potessi partecipare alla Olimpiadi di Pechino. Invece, non ce l’ho fatta. Quest’anno mi alleno un paio di volte la settimana. Il mio sogno è partecipare ad una Olimpiade; chissà magari la prossima. Per farlo ho la necessità di migliorare tecnicamente; durante l’estate reimposterò la mia nuotata”. Tra i suoi trofei più importanti, anche il Sette Colli di Roma.
Campione in piscina e campione fuori dall’acqua. Ha affrontato la vita con tenacia e forza, senza smarrire il gusto della vita. La sua svolta arriva a 8 anni. Causa un tumore osseo, gli viene amputata una gamba, la sinistra. Allora, la mortalità era del 90 per cento. Un miracolato. Ricorda quel calvario così: “Per mia fortuna ho vissuto quel momento difficilissimo con lo spirito del bambino, cioè con molta naturalezza, come se tutto fosse nella forza delle cose: senza pensieri, vivevo la malattia come un’influenza. Quando i dottori mi chiedevono come stavo, rispondevo che andava tutto ok. Forse oggi non vivrei tutto con quella leggerezza”. I genitori hanno celebrato l’ennesimo titolo con una festa in casa.
Ha tagliato i prestigiosi risultati sotto la giuda di Fabio Bernardi, suo tecnico da oltre 4 anni.