LA LETTERA
– Giuseppe Casadei fa parte della giunta guidata dal sindaco Giorgio Ciotti. Medico, dirigente di Forza Italia, ha la delega ai Servizi sociali. Doveva essere il candidato a sindaco per il Pdl ma per i misteriosi giochi della politica il destino gli ha giocato un brutto scherzo. Nella lettera rivive i momenti e pennella il politico Ciotti. E’ un punto di vista che aiuta a capire il dietro le quinte del potere.
– Otto anni, dal 2002 al 2009 li ho dedicati con lealta’ almio paese. Otto anni di servizio politico ed amministrativo, trascurando anche il mio lavoro, in quegli anni a Morciano, Forza Italia era ancora allo stato embrionale, non vi erano iscritti, non vi era dibattito non vi erano proposte politiche.
Nel 2002 alcuni dirigenti provinciali di Forza Italia che erano venuti a conoscenza della mia simpatia per le idee di questo nuovo partito, che mi chiesero di entrare nel movimento politico e nella amministrazione del mio comune quale assessore aggiunto con la delega alla sanità ed ai servizi sociali, dopo un breve periodo di riflessione accettai. Mi mossi subito in due direzioni: la prima, quella di creare il partito di Forza Italia, le prime adesioni i primi iscritti, le prime elaborazioni di idee, e la seconda quella di imparare cosa voleva dire amministrare un comune. Subito iniziarono le prime delusioni.
Credevo che gli amministratori comunali discutessero di tutta la materia che gli era stata delegata, nonché di tutto quello che riguardava il comune. Credevo che tutte le decisioni dovessero essere prese collegialmente dalla giunta, ma, imparai che cosi non era. Molte cose, se non tutte, ci venivano presentate dal sindaco già pronte, confezionate su misura, già decise, raramente ci veniva concesso di essere presenti agli incontri che avevano definito quelle decisioni a volte anche molto importanti per Morciano, in quella fase non si poteva entrare in quell’ufficio, la porta era aperta ma non potevi entrare!
Quando tutto era definito potevi guardare, vedere, dire anche la tua, ma cambiava poco. Credo di potere dire che molti di noi assessori hanno subito un pesante attacco alla propria dignità personale, solo un sentimento di amicizia nato da un profondo rispetto reciproco, che si era creato fra noi assessori, assieme alla consapevolezza che rappresentavamo dei partiti ed una coalizione di governo del paese, e non solo la nostra persona, ci ha sostenuto ed aiutato a non prendere la affrettata decisione di dimetterci, idea che abbiamo avuto in diverse occasioni. Assieme abbiamo cercato di contenere almeno in parte il personalismo e l’autoritarismo del sindaco che in più di una occasione tentava di calpestare, a volte riusciendoci, la dignità di molti assessori.
E non solo: questi metodi hanno coinvolto tutti, compresi i funzionari comunali, i dipendenti, che non hanno mai avuto, come invece avrebbero ampiamente meritato, visto l’impegno ed i risultati raggiunti un elogio. Tutto questo però a qualcosa mi è servito, ho personalmente maturato una convinzione ed una mentalità amministrativa diversa da quella vissuta, alla quale volevo contrapporre un nuovo modello amministrativo che desse attuazione alla linea politica propria del centro destra, con decisioni che nascessero prima dalla condivisione di tutta la giunta su tutta la materia amministrativa e che poi fossero si adottate dal sindaco, ma solo dopo un confronto costruttivo tra tutte le componenti politiche, associative e sociali interessate. Una amministrazione che fosse aperta verso i cittadini ed un sindaco che non si ponesse come salvatore del comune con frasi tipo, ” se non c’ero io con questo branco di incapaci il comune non sarebbe andato avanti”, ma con un sindaco che si comportasse, e gli venisse poi riconosciuto il ruolo di “padre ” di una comunita’ fatta di persone.
Un sogno eccessivo ?
Forse perché si scontrava e credo si scontrerà ancora, con una forma di “centralismo democratico” vecchia maniera , contrabbandato sotto le spoglie di un liberismo che invece è ben altra cosa. Anche il dire una cosa e fare il contrario, molto vissuta in questi anni, appartiene alla stessa matrice politica che non condivido. Questa mia speranza, che Forza Italia potesse cambiare il metodo di amministrare la cosa pubblica, è stata oggetto, in questo suo ruolo di approfondite discussioni del direttivo comunale di Forza Italia, che nel frattempo mi aveva affidato la responsabilità del coordinamento comunale di morciano. La difficoltà di portare in discussione anche nel partito argomenti che neppure noi assessori conoscevamo per tempo, non mi ha permesso di rendere sempre partecipe, come avrei voluto, il direttivo di forza italia nell’elaborare quei pareri politici che avremmo potuto esprimere. Questo non mi ha permesso nemmeno quella ampia visibilità che Lombardi mi rimprovera di non avere dato a Forza Italia, dimenticandosi che proprio lui mi chiedeva di assecondare senza discutere, l’amministrazione Ciotti. Ho detto ampia visibilità perché se la cosa è vera per la vallata del Conca, non è assolutamente vera per Morciano dove nonostante tutto, Forza Italia ed i suoi che, nel frattempo erano aumentati di numero e di qualità politica, sono molto conosciuti, credibili e portatori di consensi.
Nell’ultimo periodo il perdurare delle cose prima elencate ha inevitabilmente prodotto, tra me ed il sindaco, una frattura, non di carattere politico, entrambi anche se con visioni diverse, ci riconosciamo nel centro destra, ma amministrativo, sul come si deve amministrare una cittadina. Alle sue macchiavelliche macchinazioni tese a dividere tutto e tutti , volevo contrapporre altro . Frattura anche di carattere personale, perché ero stanco di essere preso in giro ed insultato.
Queste elezioni amministrative a Morciano, che non consentono al sindaco uscente di ricandidarsi, erano per il direttivo di Forza Italia, ma anche per gli amici di An,con i quali vi sono stati diversi incontri, un’occasione per rilanciare, nel solco delle idealità politiche del popolo della libertà , un modo diverso di amministrare il nostro paese.
Non riunioni carbonare, né separatiste, come le ha chiamate Ciotti, ma riunioni politiche, nell’ambito della propria autonomia, che nessuno, salvo il volere sostituire la propria dignità politica con il servilismo, poteva impedire.
Un pò più di coraggio da parte dei partiti del popolo della libertà di Morciano, al quale il sindaco uscente poteva sempre collegarsi, e non condizionare, poteva costituire la premessa per un futuro politico che fosse nel contempo la continuità nella diversità.
Una diversità gestita, che non può essere trascurata perché è legata a questo momento che vede profondi cambiamenti e che potrebbe dare anche sorprese inaspettate.
Al contrario, nessuna decisione invece si poteva prendere se non condivisa o imposta dal sindaco uscente, che incurante, come sempre aveva fatto, delle volontà politiche espresse da Forza Italia ed An di Morciano ha deciso con il benestare delle segreterie provinciali, di continuare sulla linea passata che poteva realizzarsi solo con una candidatura da lui proposta, di un sindaco tranquillo e fedele.
La mia dignità personale, ma anche come coordinatore comunale di Forza italia cioè di persone che erano uscite allo scoperto, che si erano impegnate con il loro volto, con il loro operare, sacrificando molte volte anche il loro lavoro, non mi permetteva di accettare e sostenere, come mi era chiesto, incondizionatamente tutte le decisioni del sindaco uscente.
Non era questo il mio pensiero di uomo libero, che vuole restare tale.
Fu a questo punto che presi atto dell’impraticabilità della proposta del direttivo provinciale di Forza Italia e decisi di ritirarmi. Cosa questa che dissi anche ad Angelini Ezio quando mi chiese di partecipare alle elezioni nella sua lista.
Seguirono altre riunioni di Ciotti con alcuni rappresentanti del centro destra un po’ monco, perché la componente di Forza Italia era ridotta ad una sola persona, chiamata direttamente da Lombardi e non per espressione del suo direttivo comunale.
Il nome che presumibilmente veniva proposto dal sindaco, per tanti motivi ancora da verificare, veniva accantonato.
Seguivano altri nomi, tutti avevano diverse controindicazioni, credo create ad arte e solo funzionali al tentativo di tornare al primo nominativo.
In questo frangente vengo contattato da Giuliano Giulianini, su richiesta di Lombardi, che mi invita ad un pranzo con Ciotti nel tentativo di ricomporre la maggioranza uscente.
Giovedi 23 aprile ci siamo incontrati, abbiamo chiarito diversi aspetti su quanto accaduto e furono presi accordi che dovevano essere adottati il lunedì successivo, assieme ai componenti della lista.
Per prudenza era scontato che fino a quel momento era d’obbligo il silenzio stampa . Invece la mattina successiva (molto veloce il ragazzo) i giornali locali ufficializzarono la mia candidatura a sindaco e riportarono gli accordi numerici fatti dai quali si evidenziavano gli otto posti in lista per il centro destra , cioe’ 4 di Forza Italia e 4 An.
Emblematico fu quel giornale che pose il dubbio che la decisione adottata fosse quella definitiva, perché Ciotti, già in passato aveva cambiato tutto all’ultimo minuto. Nessuno fu più facile profeta del giornalista.
Ma cosa nascondeva quella trovata macchiavellica di Ciotti?
Lunedi 27 aprile sera, alla presenza delle varie componenti della maggioranza uscente, invece di portare in discussione i termini dell’accordo fatto, Ciotti scatena il suo attacco nei miei confronti e dei tre rappresentanti di Forza Italia che erano presenti.
Ignorando il chiarimento che vi era stato nell’incontro precedente, alla presenza di Lombardi, fummo ancora accusati di separatismo e carboneria; per Ciotti i partiti non si possono vedere e discutere senza la sua presenza.
Altro che accordi definiti due giorni prima, tutto veniva rimesso in discussione e la componente di Forza Italia veniva umiliata, era solo marginale, doveva ubbidire.
Ciotti invece realizzava ancora una volta il suo disegno nato quando era stato “folgorato” non sulla via di Damasco ma su quella di Montescudo dove l’esperienza di Gozzi, che torna sindaco dopo un periodo di “vacanza” sostituito da un sindaco Forza Italia l’aveva affascinato.
Il problema era trovare il sindaco adatto; noi di Forza Italia a quelle condizioni non lo avevamo. Ci siamo alzati e siamo andati via.
A giustificare il suo attacco, Ciotti ha avuto il coraggio di dire che lo ha fatto per contrastare il nome di Giulianini come futuro assessore.
Cosa questa che smentisco categoricamente, non solo perché mai formulata, ma nemmeno pensata e tanto meno chiesta da Giulianini che, saputala, a sua volta si è non poco indignato.
Fine della storia.
Mi si passi un’ultima considerazione personale: il Pdl a Morciano sostanzialmente deve ancora nascere, ma la sua componente di Forza Italia locale, ne esce male , umiliata dal sindaco uscente e non sostenuta anzi contrastata dalla segreteria provinciale. Ora è divisa in due liste concorrenti.
Lascio la vita politica? Se a qualcuno dovesse interessare dico no!
Al trovato candidato sindaco, ma sopratutto al sindaco vero, auguro di trovare il consenso che merita .
Nel contempo credo doveroso assicurare a Lombardi che, anche se per “motivi politici superiori” non ci ha dato l’aiuto che meritavamo, siamo sempre uomini di centro destra che alle elezioni provinciali ed europee non mancheranno di dare il loro contributo come hanno sempre fatto.
[i]”Quando tutto era definito potevi guardare, vedere, dire anche la tua, ma cambiava poco. Credo di potere dire che molti di noi assessori hanno subito un pesante attacco alla propria dignità personale”
“Dimetterci, idea che abbiamo avuto in diverse occasioni. Assieme abbiamo cercato di contenere almeno in parte il personalismo e l’autoritarismo del sindaco che in più di una occasione tentava di calpestare, a volte riusciendoci, la dignità di molti assessori”[/i]
Giuseppe Casadei, assessore uscente