– Il libro autobiografico di Paolo Masi è una dichiarazione d’amore verso il mare: le sue bellezze, i suoi misteri. Un viaggio attraverso i mari di tutto il mondo… ma che alla fine approda al vero amore, quello sotto casa: il mare Adriatico. Il libro porta un titolo eloquente: “Il nostro mare – L’Adriatico… piccolo… grande mare”. Il volume è stato finanziato dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara.
Paolo Masi è nato a Cattolica nel 1941. Nel 1959 si è trasferito a Gabicce Mare dove ha intrapreso l’attività alberghiera lasciatagli in eredità dal padre. La sue esperienze in mare iniziano tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 con le immersioni in apnea. Verso la metà degli anni ’60 decide di passare, da autodidatta, alle immersioni con autorespiratore ad aria compressa. Dall’inizio degli anni ’70 comincia a viaggiare e ad immergersi nei vari mari tropicali del mondo, traendone una vasta documentazione cine fotografica. Tuttavia il suo rispetto e il suo riconoscimento vanno al Mare Adriatico, al quale ha voluto dedicare questo libro.
Oltre la prefazione dell’autore, il libro contiene la riflessione di alcuni suoi amici di percorso, Dorigo Vanzolini e Roberta Bagli, e degli amici di gioventù Massimiliano Gessaroli e Carlo Bulletti che tracciano brevi amarcord della Cattolica marinara di qualche decennio fa.
Masi trova anche la sensibilità di ricordare due cari amici scomparsi, anche loro bravi subacquei: Marcello Vanzolini e Gianantonio Marcolini.
Interi capitoli sono dedicati alla conquista di altri mari: l’isola di Fuerteventura nelle Canarie (Oceano Atlantico), la barriera corallina del Kenya, le isole Seychelles (Oceano Indiano), il Mar Rosso (Israele, Sinai, Urghada), le Maldive, Polinesia, Filippine, Messico, Sudan, Mauritius, Cabo Verde, Caraibi…
Tra i misteri che affascinano un sub non c’è soltanto la flora e la fauna marina, ma anche quel giacimento di reperti archeologici che sono nascosti, e spesso, ahinoi! trafugati, nei mari italiani. Oggi l’archeologia subacquea è diventata non solo una passione, ma quasi una scienza. Nel libro Masi dedica alcuni capitoli su questo tema: “Il mistero della flotta perduta delle navi onerarie romane”, “Fanum Fortunae” e “L’atleta di Fano”, l’eccezionale ritrovamento del bronzo di un atleta attribuita al mitico scultore greco Lisippo, avvenuta nel 1964 da parte di un motopeschereccio di Fano. Opera che “stranamente” si trova esposta al Getty Museum di Malibù (California), ma rivendicata dallo Stato italiano.
Un capitolo Masi lo dedica, e non poteva essere altrimenti, a “Conca o Crustumium ‘Città Profondata’”. Tra leggenda e realtà, il mistero s’infittisce ancora…