– Era così bello quel volantino con i colori della mia bandiera. E poi mi piaceva, anche perché veniva da un partito di centrosinistra (sottolineo centro, non si sa mai dovessero offendersi spostati troppo in là!) e le mie radici sono là, tra quella gente. Mi piaceva anche perché parlava di mobilità in Valconca e così, io che sono un sognatore, ho immaginato che finalmente ‘sti signori stavolta avevano pensato anche a quelli come me che lavorano nell’industria (e quindi molto di più? di quello che dice Bonanni). Mi son detto: “Vedi, stavolta hanno pensato a noi, sono venuti ad ascoltarci, a capire che non è che prendiamo la macchina per gusto, ma solo perché è l’unico modo per potere andare a lavorare” .
La macchina per noi è un peso immenso: assicurazione, manutenzione, bollino blu, revisione, bollo. E tutte le tasse che paghiamo e ci contano come reddito per ogni venti euro messi nel serbatoio. Già la vedevo nel garage la mia carriola, perché immaginavo che dopo una bella riunione pubblica piena di gente interessata e prodiga di consigli, quei signori avrebbero risolto un nostro problema.
“Stavolta ci vado alla riunione” mi son detto “e ci vado preparato”. Poi ho guardato in basso e ho letto: ore 17,30. Diciassetteetrentaaaaaaaa???? Ma a quell’ora, noi paria e i qualche sudra vicino a noi, siamo ancora in fabbrica; hei, cos’è uno scherzo??? Noi usciamo alle sei perché non c’è lavoro altrimenti sarebbero state le sette: le diciannoveeee!!!! E poi il tempo di tornare a casa ci vuole. Una lavata ce la consentite? Non lavoriamo mica tutti in fabbriche di saponette sapete? Puzziamo!
E poi lo sapete che non è il momento per lasciare anche solo un’ora di quel poco lavoro quando c’è, porca puttana? Ma cos’è la sotto-sotto-sottocasta si parla addosso anche adesso che arrivano le elezioni? Lo sanno vero che arrivano le elezioni? E se non gli frega niente di noi quando arrivano le elezioni, pensa te dopo.
Forse quando hanno scritto che il lavoro nobilita l’uomo le fabbriche non c’erano. Perché c’è poca nobiltà in stipendi da fame, in lavori precari e in ruoli marginali. Altro che meritocrazia e carriera, quella è roba che la Marcegaglia e i suoi amici gestiranno in base alla superficie della lingua di chi è loro vicino. Qui noi non meritiamo nemmeno i trasporti a quanto pare.
M’incazzo ancora! Sì, m’incazzo ancora perché sarebbero proprio questi i momenti in cui la politica dovrebbe ricordarsi di noi. Se fossero seri rinuncerebbero anche a un po’ dei loro privilegi (chi li ha, ma già tra quei nomi qualcuno “li ha”) e dimostrare che per il bene nostro e del paese tutti tiriamo la cinghia.
Va a finire invece che anche uno sfogo tra l’ironico, e l’ironico come questo, farà offendere qualcuno. Okkey okkey, facciamo così: tenetevela la vostra mobilità delle cinque e mezza. E scusate se mentre vi muovete non vi indicherò alcuna direzione: io lo so che voi siete gente d’intelletto? capirete lo stesso.
Un impiegato dell’industria metalmeccanica