TURISMO – AMBIENTE
– Cinque milioni e mezzo di euro dall’Unione europea e non solo per cercare di dare una carta turistica in più alla costa passando per la bellezza e la tipicità della vallata del Conca da spendere entro il 2013. Si cerca di attirare gli amanti della natura e non soltanto della tintarella con sentieri ciclo-turistici, il ripristino delle fosse dei mulini, la fruizione paesaggistica.
L’idea è stata illustrata lo scorso 20 aprile nell’elegante sala del Centro Del Bianco di Sant’Andrea in Casale (San Clemente). Titolo “Il Progetto Conca. Valorizzazione paesaggistica entroterra-costa” sono intervenuti i vertici della Provincia di Rimini: il presidente Nando Fabbri, gli assessori Cesarino Romani (Ambiente) e Alberto Rossini (Pianificazione), Antonio Gabellini (esperto di fondi comunitari), Lino Casini (biologo).
In sala una cinquantina di persone, tra cui quelli dell’associazione “Quei de Conca”. Grandi assenti gli esponenti politici di Morciano, Gemmano, Montecolombo, Saludecio e Mondaino. Arrabbiati perché gran parte dei finanziamenti sono spesi tra la foce e Morciano?
Rossini: “Il percorso ciclo-naturalistico all’interno dell’area del parco ha le potenzialità per incrementare un turismo di qualità che si possa sviluppare in modo autonomo rispetto alla costa. Ora si tratta di avviare un percorso per avviare la progettazione”.
Romani: “Tre sono gli aspetti fondamentali del nostro territorio che significa anche turismo: “la viabilità, l’acqua del mare e la valorizzazione dell’entroterra. Nonostante le lunghe discussioni, ad oggi il parco del Conca non c’è. Quello che andiamo a fare nasce da un percorso di partecipazione e condivisione. Rappresenta anche il futuro di un cambiamento della società.
Il parco del Conca non deve essere il giardino dell’entroterra per il mare, ma uno spazio con una sua personalità. Con una sua capacità di attirare visitatori”.
Con Progetto Conca l’area protetta passa da 234 ettari (che poi era la zona di Onferno) a 2.500. Ispirato alla Convenzione europea del paesaggio, è una sperimentazione pilota firmata nel 2003. Ha l’obiettivo di tutelare e salvaguardare i valori storici, culturali, naturali e paesaggistici per valorizzare e recuperare il fiume, sia come risorse ambientale e sia come occasione di identificazione sociale. L’ambizione è di diversificare il turismo.
Se è importante fare, quando si ha a che fare con la natura lo è ancora di più investire nel conservare. Dunque, dopo aver speso i 5 milioni di euro, ogni anno va stanziata una somma per la manutenzione; altrimenti si rischia come alcuni anni fa quando furono spesi circa un miliardo e mezzo di lire. Lungo il Conca furono aperti dei sentieri che la natura si riprese. In silenzio.
Sei aree di intervento: 1) patrimonio archeologico e museale; riscoperta di canali, mulini; rapporto alimentazione/territorio; sentieri ciclo-pedonali; integrazione tra strutture urbane e ambiente; corridoi ecologici.
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