– Secondo qualcuno le primarie avrebbero dovuto essere una festa e, dopo la “grande partecipazione” di domenica scorsa (18 gennaio), se ne compiace pure.
Ho la presunzione di credere, invece, che quella “grande partecipazione” sia il frutto degenerato di una scelta superficiale e illusoria, fatta da chi pensava di poter rinnovare la politica sostituendo il partito con le primarie.
Siamo così arrivati ad una situazione nella quale il Partito non esiste, ma i “comitati elettorali” dei candidati alle primarie sono vivi, vitali e spregiudicati quanto basta per far vincere ad ogni costo e con qualsiasi mezzo il proprio candidato. E’ emblematica, in proposito, l’intervista, andata in onda domenica sera da Misano sulla rete televisiva “La 8”, ad un ragazzino appena uscito dal “seggio elettorale”. Lui non sapeva cosa erano le primarie né conosceva il candidato per il quale aveva votato, però gli era stato “consigliato”!
Si offende qualcuno se dico che la questione morale, che tanto affligge il Pd in questi ultimi tempi, passa anche di qui?
Che senso ha essere iscritti ad un partito, partecipare all’assemblea comunale o di circolo dello stesso, se, nel momento decisivo della scelta del Candidato Sindaco, non conti più niente? Infatti, prima “devi prendere atto” dei nomi di chi ha deciso di candidarsi, per far la qualcosa basta che raccolga qualche decina di firme. Poi, al momento di votare, ti ritrovi a farlo in mezzo ad una presenza di elettori di Centro Destra tanto consistente da sembrare organizzata e anche per bene. E qui, se ancora pensavi di contare qualcosa, ti cascano le ultime illusioni (e non solo quelle!).
A Misano, domenica, hanno votato 2766 persone. Alle politiche di un anno fa Pd Idv Ps e Arcobaleno hanno ottenuto, complessivamente, 3767 voti. Il Pd a livello nazionale ottenne il 33%, mentre oggi viene stimato tra il 23% di Mannheimer ed il 25% di Pagnoncelli. Se non fosse tragica, verrebbe da dire che da Misano parte la “riscossa” del Pd. E a qualcuno pare anche una roba seria!
Io mi auguro che tutti quelli che queste primarie le hanno volute in questo modo, da Misano a Roma, passando per tutti i passaggi intermedi a cominciare dal Segretario della Federazione di Rimini che non ci ha capito niente prima e mostra di continuare a non capirci niente (a meno che non faccia finta, che sarebbe anche peggio), facciano una sincera e seria autocritica e comincino a preoccuparsi di recuperare quelli che, sentendoci presi per i fondelli, sono delusi, avviliti e tentati dallo sbattere la porta.
Al “vincitore” delle primarie ed al Segretario del Pd credo vada detto che, non solo non è tempo di festeggiamenti, ma che alle elezioni “vere” del 7 Giugno non voteranno né gli extracomunitari, né i ragazzini dell’oratorio o delle giovanili di calcio né, tanto meno, quegli elettori del Centro Destra che tanto numerosi e giulivi sono venuti a scegliersi l’avversario. La vittoria vera sarà quella di quel giorno!
Va anche detto che, se ci interessa veramente l’esistenza del Pd, è ora che gli organismi dirigenti di questo partito siano messi nella condizione di decidere, anche col voto, su programmi, squadre e liste perché, in caso contrario, qualcuno potrebbe anche decidere di ritirarsi a vita privata, ma qualcun altro, invece, potrebbe trovare utile continuare ad impegnarsi sugli stessi temi, ma altrove da qui.
Intanto che ognuno decide se riflettere o meno su queste cose, sarebbe il caso di trovare il tempo almeno per ringraziare il Sindaco Antonio Magnani, che ha accettato di correre in queste condizioni e che, per avere un giudizio sul suo operato, per altro positivo, ha dovuto recarsi a Bologna a leggere i risultati del sondaggio commissionato dal Pd regionale.
Comunque, in attesa delle riflessioni altrui, voglio dire ad Antonio Magnani che “cadere in piedi” non servirà forse per passare alla storia ma è sicuramente fondamentale per continuare a stare in mezzo alla gente “a testa alta”. E con i tempi che corrono non è poco!
Ho la netta sensazione che questo sia tutto tranne che il partito per il quale ho creduto utile impegnarmi affinché nascesse e si irrobustisse. Non è neppure “l’amalgama mal riuscito” di cui parlava D’Alema. Assomiglia sempre più, come ha detto recentemente in un’intervista-sfogo il Sindaco di Firenze, ad un “insieme di comitati elettorali” che vivono e prosperano indipendentemente dal partito. E passare dai comitati elettorali a quelli “d’affari” rischia di diventare un passo troppo breve!
Se qualcuno in questa situazione non ha ancora deciso di riconsegnare la tessera, e io sono tra questi, è solo perché confida nel fatto che, prima o poi, si celebri un congresso in grado di dare una raddrizzata alla rotta di questa barca alla deriva. Purché arrivi prima del naufragio!
di Antonio Semprini