– Il libro strenna del Natale 2008 di Banca Marche è un prezioso volume d’arte dal titolo: “Pittori ad Ancona nel Quattrocento”. L’opera è curata da Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi. I testi sono di Alessandro Delpriori, Andrea De Marchi, Andrea Di Lorenzo, Alessandro Marchi, Matteo Mazzalupi, Mattia Vinco. Alcune centinaia di bellissime foto riproducono, anche in squisiti particolari, le opere degli artisti che hanno arricchito il Quattrocento pittorico della città Dorica.
Peccato, però, vedere che tanti dipinti di pregevole fattura siano conservati in musei stranieri. Sicuramente è il frutto di secoli di loschi mercanteggiamenti e saccheggi che da Nord a Sud hanno depauperato il patrimonio artistico della Penisola.
Lauro Costa, presidente di Banca Marche, introduce magistralmente il senso del volume. “Non esisteva, fino a ieri, uno studio appassionato e approfondito come quello che questo volume oggi rappresenta. Il Quattrocento anconetano per noi è una scoperta straordinaria; nei secoli scorsi probabilmente si era perso fra cenacoli culturali considerati di maggiore interesse, con quelli che venivano dalla Toscana e che a Urbino trovarono un fertilissimo terreno.
E’ stata la passione che da sempre ci anima nel cercare di ritrovare e presentare – a chiunque abbia il desiderio di conoscere sempre più a fondo il proprio territorio – tesori per lo più nascosti, che ci ha fatto commissionare questo volume.
Credo che esso colmi un vuoto inimmaginabile, e sono convinto che riuscirà a inserire a fianco dell’altro ottimo libro realizzato alcuni anni fa sul Quattrocento a Camerino anche il territorio anconetano, che forse ne subì le influenze anche se, come porta aperta verso l’Oriente, la ‘Dorica’ era sottoposta ai flussi che venivano da Paesi lontani oppure semplicemente dall’altra costa dell’Adriatico.
Dopo Gentile da Fabriano, dopo Lorenzo Salimbeni, la nostra terra abbandona lentamente, in questo secolo di grandi rivoluzioni, il gotico per elaborare strutture e schemi assolutamente innovativi.
Tecniche prospettiche differenti, tipi di paesaggio che accolgono l’umano con una visione quasi ambigua, l’uomo ‘misura di tutte le cose’ sono le nuove poetiche dell’arte italiana.
La nostra regione dimostra una fertilità che supera le tradizioni, nell’anconetano fioriscono botteghe e artisti che, più tardi, faranno la storia dell’arte”.