POLITICA
– E’ la prima volta di un riminese alla testa della sanità della Regione Emilia Romagna. Eletto consigliere regionale per il Pd 4 anni fa, dal 29 aprile, Roberto Piva è il nuovo presidente della commissione per la Salute e le Politiche sociali, della quale ne faceva parte come componente. Non lo dirà neppure sotto tortura ma è un punto di comando dal quale si possono convogliare risorse per il proprio territorio. Ginecologo, Piva è sposato ed ha tre figli.
Vantaggi e svantaggi di un riminese alla teste della sanità regionale?
“Negli ultimi 10 anni la provincia di Rimini ha recuperato il ritardo che aveva rispetto alle altre. Speriamo di continuare su tale trend. Come medico poi so di che cosa si parla. Il fatto che io sia di Rimini non significa che sarò di parte, ma mi batterò affinché si consideri il Riminese nella sua peculiarità. D’estate da noi il pronto soccorso e i traumi causa le presenze turistiche aumentano il tasso di utilizzo. Grazie al fatto che il bilancio della Ausl di Rimini è positivo, dal fondo di riserva regionale giungeranno altri 20 milioni di euro”.
Si dice che la sanità riminese è la cenerentola della Regione, qual è il suo punto di vista?
“Abbiamo livelli di eccellenza in cardiologia. Quella di Rimini, per numero di interventi sugli infartuati, viene appena dopo il Sant’Orsola e con risultati straordinari. Voglio ricordare che sono stato il primo firmatario della legge regionale sui defibrillatori. A Rimini ci sono 3.300 parti l’anno, quando fino a 10 anni fa si andava a Cesena. Ed ha una chirurgia della spalla di ottimo livello. E dai primi di maggio a Santarcangelo sulla mammella si potrà effettuare lo Iurt, cioè iniziare durante l’intervento chirurgico la radio-terapia, per ridurre le sedute successivamente. L’ospedale di Riccione è messo bene e sono in via di ultimazione 5 sale operatorie. A Cattolica c’è l’oculistica e la spalla. Va sottolineato che è impensabile che una provincia possa avere tutte le specializzazioni. E fino a pochi anni fa per la radio-terapia si andava a Ravenna e fino ad un decennio fa per la diagnosi pre-natale bisognava spostarsi a Cesena o a Bologna. E abbiamo tutte le visite specialistiche, eccetto la neuro-chirurgia”.
Dove deve andare la politica sanitaria provinciale?
“Sulle emergenze-urgenze. E visto che oltre il 22 per cento della nostra popolazione è fatta da anziani sulla loro assistenza; un ultra 65enne costa 7 volte di più di un trentenne. Migliorare i servizi di base e le specializzazioni. Va potenziata la struttura che assicura la domiciliarità ai non auto-sufficienti”.
Costi della sanità in Emilia Romagna
6,6 miliardi
Costi della sanità nella provincia di Rimini
437 milioni di euro