Corrado Curti, il sindaco, argomenta: “La società non ci ha ancora presentato il progetto, quando lo farà, prenderemo posizione. Di certo faremo degli incontri pubblici, nei quali la proprietà illustrerà che cosa vogliono fare a Vallugola. Noi abbiamo ricevuto il progetto preliminare in agosto, attraverso la Capitaneria di porto di Pesaro, che lo ha trasmesso a noi e a tutte le istituzioni interessate che sono davvero numerose. Voglio sottolineare che il progetto è da Gazzetta europea; dunque, in tanti potrebbero fare ipotesi progettuali diverse. L’attuale proprietà, in delegazione, venne davanti alla nostra giunta a illustrare a grandi linee quali erano le loro idee. Da allora non abbiamo avuto nessun approfondimento tecnico”.
Ma guardiamo la fotografia andando con ordine. La concessione demaniale della società che gestisce il porticciolo era scaduta nel 2006. L’atto formale del rinnovo è stato comunicato, sempre dalla Capitaneria di Pesaro, lo scorso 26 giugno.
Investimento di alcune decine di milioni di euro, il progetto preliminare Vallugola è stato redatto dallo studio tecnico Marco Gaudenzi di Pesaro. L’ufficio conta una dozzina di collaboratori e lavori di pregio; tra cui il “Kursaal” a Cattolica. Nel loro sito, si legge: “Progetto preliminare per la ristrutturazione e l’ampliamento del porto esistente mediante la realizzazione di un bacino di calma idoneo alla protezione della falesia”.
E su quella falesia, su quel porto da rivedere, se il Comune aspetta, altri si stanno muovendo. E’ nato un Comitato cittadino, “Terra nostra”, che vuole capire e valutare.
Su posizioni molto rigide invece le associazioni ambientaliste provinciali: Federazione pro-natura Marche, Italia Nostra, Lupus in fabula, WWF, Legambiente, Lipu (Lega italiana protezione degli uccelli).
Scrivono: “Fino a pochi mesi fa l’ampliamento del porto di Vallugola, cuore del Parco Regionale del San Bartolo, aleggiava come una forte preoccupazione, quasi un incubo di cui non si conoscevano bene i contorni. Certo preoccupava quel vuoto di pianificazione che riguardava l’intera area e quell’espressione che, all’Art. 130 del Piano del Parco, prevedeva per Vallugola miglioramenti igienici sanitari, delocalizzazione della sosta degli autoveicoli e ‘l’ammodernamento ed eventuale potenziamento del porto con la realizzazione dei necessari servizi’. Oggi finalmente il progetto è divenuto di dominio pubblico grazie alla disponibilità degli elaborati nel sito dello Studio che lo ha redatto. Le nostre preoccupazioni, si sono materializzate ben oltre le peggiori previsioni.
Si tratta di un’opera del tutto fuori proporzione rispetto alla limitatezza dei luoghi con uno snaturamento completo e definitivo dell’intera area. Il progetto prevede, infatti, un allineamento di banchine che potranno ospitare fino a 239 yacht dalle dimensioni superiori ai trenta metri, fino a quelli di otto metri. Prevede, inoltre, un abbassamento dei fondali, attualmente di pochi metri, per renderli idonei ad ospitare barche di queste proporzioni e soprattutto barche a vela.
Ovviamente un porto così dimensionato, comporta la costruzione di una gigantesca massicciata a protezione delle banchine di ancoraggio e un devastante, quanto improponibile sistema di viabilità a terra. La strada, a doppia corsia per tutta la lunghezza del porto, prevede nel lato monte un parcheggio lungo tutta la sua lunghezza che inciderà sui già instabili versanti della falesia; al termine, dopo una rotatoria e altri parcheggi, si connetterà ad un percorso pedonale e carraio, più o meno con le stesse dimensioni, fino al Gabicce.
Oltre alla strada il progetto prevede altre opere quali magazzini, uffici, foresterie e quant’altro un porto di queste dimensioni potrà richiedere.
Inquietanti potrebbero essere le ripercussioni di questo enorme manufatto sulle fragili falesie e i tratti di spiaggia a Sud e a Nord nonché sulla stessa spiaggia di Gabicce. L’equilibrio, tra la naturale erosione della falesia potrebbero alterarsi determinando fenomeni erosivi ben più gravi di quanto al momento presenti”.
“L’opera così come disegnata – continuano le associazioni – farà scempio non solo del valore naturalistico dell’intera costa, che da Gabicce giunge a Vallugola ma mortificherà il valore storico e paesaggistico della stessa Baia.
Verrà totalmente annientata tutta l’importante fascia di spiaggia ciottolosa con tutta la sua unica flora e fauna che caratterizza e valorizza scientificamente e biologicamente l’intero tratto costiero del Parco Naturale e che è stata motivo della sua istituzione in area naturalmente protetta.
Qualora la realizzazione, di questo progetto dovesse andare avanti, la Regione Marche dovrebbe rivedere gli interi confini del Parco Regionale del San Bartolo e certamente la validità nella sua interezza. Difficile sostenere, infatti, che l’area mantenga i requisiti minimi di valenza ambientale per conservare il suo status di Parco regionale. Se ciò accadesse, sarebbe la prima volta in Italia, che un parco viene cancellato per perdita dei suoi requisiti istitutivi, cancellando con esso il valore aggiunto che esso veicola”.
GLI UOMINI
“Terra nostra”
– A Gabicce è nato un comitato che si batte contro l’ampliamento di Vallugola. Si chiama “Terra nostra”. Il direttivo: Pierino Balducci (presidente), Cristina Manzini (vice), Fiorella Sanchi (segretaria), Pierpaolo Frontini, Augusto Mulazzani, Davide Mazzini e Fabio Salbitano.