– Ex sindaco di Rimini, ex assessore regionale al Turismo, ex parlamentare, ex amministratore delegato dell’Apt (Azienda promozione turistica della Regione Emilia Romagna), Giuseppe Chicchi, Pd, è un intellettuale raffinatissimo. Fin troppo gli rinfacciano gli avversari dentro il suo partito. Per tutti è il professore; ha insegnato italiano per decenni. Al tempo in cui guidò Rimini mise le fondamenta ad alcune opere che creeranno ricchezza per i prossimi 30 anni: Fiera, darsena, Centro agro-alimentare. E’ un cattolico liberal socialista.
– Perché la politica è così litigiosa?
“E’ sempre stata così ma fino a venti anni fa c’erano due scudi ‘protettivi’. Il primo era costituito dal senso di appartenenza ad un’area ideologica;ciò dava a tutti un’autodisciplina o addirittura consentiva ai partiti di avere una loro (più o meno) rigida disciplina nei comportamenti esterni.
Il secondo era costituito dall’arretratezza del sistema dell’informazione. Oggi l’informazione ha un tale potere seduttivo che è difficile resistere all’illusione che fare un’intervista equivalga a fare politica, che sia sufficiente andare in televisione per diventare un leader politico”.
Differenze fra i partiti di oggi e quelli del passato?
“Non si può generalizzare, ogni partito ha i percorsi che derivano dalla sua storia o dalla sua natura. Ad esempio Forza Italia è nata 15 anni fa come aggregazione attorno a un leader, non aveva quadri intermedi; oggi è un partito che ha una sua base territoriale, in parte derivante da partiti che non esistono più (parte di ex DC ed ex PSI), in parte nuova. E non è paragonabile né al PSI (che era legato al mondo del lavoro), né alla DC (partito cattolico).Oggi i partiti sono molto più ‘verticali’, cioè il potere dei vertici è più forte.
Basta guardare la legge elettorale per le politiche: le liste vengono decise dai vertici e non c’è la preferenza. Oppure si guardi alla legge dei sindaci: le giunte vengono nominate dal sindaco, non elette dal consiglio comunale. Tutto ciò si motiva con la necessità di decidere le cose con maggiore velocità, ma oggettivamente modifica in senso leaderistico la politica. Perciò i partiti, tutti i partiti, diventano meno presenti nel sociale e si specializzano come strumenti per affermare i leaders”.
Differenze fra Pci e Pd?
“Il Pci, come la Dc, era un partito ideologico, cioè si aderiva ad esso per scelta di campo. Si sceglieva di stare in un campo caratterizzato dal socialismo democratico e dal riformismo sociale, quello che concretamente si è affermato ad esempio nelle cosiddette ‘regioni rosse’. Il PD invece è un partito programmatico, formato da gente che sa di avere ideologie diverse ma ritiene laicamente che sulle cose da fare si possa stare insieme. Non può avere un’identità forte, ma deve però avere programmi forti e chiari. Il problema odierno del PD è che non riesce ancora ad avere programmi chiari su quasi nulla (legge elettorale, unioni civili, testamento biologico, ecc.). Noi del PD diciamo: ci vuole ancora un po’ di tempo; speriamo che il tempo ci basti perché in politica di solito il tempo è poco”.