Nuovo, è l’abusato termine che la recente campagna elettorale ha cromato, lucidato e posto di fronte ai cittadini. Nuovo, assieme a giovane, sono i refugium peccatorum di tutti: di quelli che sono lì da troppi anni senza potere, di quelli nuovi davvero, di quelli che vorrebbero esserlo e non potranno mai e di quelli che potrebbero esserlo ma se ne guardano bene.
Giovane è l’altra carta regolarmente giocata spesso scordandosi che non è l’anagrafe a produrre idee, ma il contenuto della scatola cranica e in questo San Clemente sa, per la sua recente esperienza, che certi “giovani” sono politicamente deleteri perché sanno vivere la politica solo come esercizio di potere personale e qui mi voglio fermare.
Beh! Il nuovo è li davanti alla gente. Il sindaco Christian D’Andrea con la sua faccia pulita ha vinto le sue elezioni. Ha passato una legislatura in cui non è stato libero di produrre quello che era nella sua potenzialità, costretto ad un lavoro di controllo e ripristino di certe vecchie situazioni (in primis la tristemente nota “Area Ghigi”), ha comunque realizzato qualcosa, puntualmente ricordato prima del voto. Ha anche sfruttato il certosino e costante lavoro del locale segretario Pd, Massimiliano Villa, uomo di cultura e politico navigato, che si è giocato molte serate e molto del suo tempo per promuovere, chiedere, informarsi, visitare e contattare.
Una cosa normale per un partito? Provate a pensare al recente passato. Alla sinistra del neovecchio sindaco i suoi “uomini”: il dottor Guiducci, Matteo Bonetti, la neoeletta vicesindaco, Mirna Cecchini, Fabio D’Erasmo, Luca Flacco, Corrado Gaia, Donato Meleti, Daniele Picone e quella che sarà la presidente del consiglio Stefania Tordi. Assente giustificata Fiorella Tagliaboschi, un cognome che in quella sala ha saputo essere riferimento per quasi tutto il paese e che in tanti abbiamo ancora nel cuore.
A destra del sindaco la destra: Sandro Ricci, Mirko Curreli e Gianni De Vincentis. A destra della destra, Pierino Falcinelli e Marco Vescovelli.
Votazioni di rito ed elezioni dei vari coordinatori precise ed organizzate e, puntuale come la morte, la sorpresa: il fattore “G”. Il sindaco informa che al suo fianco lavorerà come assessore esterno il signor Alfio Gambuti, neo sanclemetese sconosciuto ai più, ma abbastanza noto per la politica locale, che sarà destinato ai Lavori pubblici ed al Personale. Ai cittadini era stata presentata orgogliosamente una lista completa, quella “più completa di tutte” e questa new entry lascia perplessità e un po’ di delusione.
Nulla contro il signor Gambuti che non essendo conosciuto non può di certo essere giudicato, ma risulta difficile capire perché con tanta gente “nuova e giovane” a disposizione si sia andati a cercare aiuto altrove. E soprattutto perché questo “aiuto” non è stato dichiarato nella recentissime serate di presentazione della lista?