– La festa dei bambini. La fine dell’inverno e l’ingresso nella primavera crescente. Tutto questo è la Segavecchia per i misanesi. Negli ultimi anni è tornata agli antichi splendori grazie al coinvolgimento delle frazioni attraverso la sfilata dei carri allegorici, che distribuiscono dolciumi, musica, sorrisi.
Quest’anno cade il 27, 28 e 29 novembre. Gli organizzatori, quelli de “‘E Cumited de fnil”, presieduto da Giorgio Torsani e forte di alcune decine di collaboratori, presentano un programma attraente e per ogni gusto: dagli anziani, per quelli di mezz’età e per i piccini.
Nelle intenzioni degli organizzatori, l’appuntamento primaverile nato in appassionate discussioni dai fratelli Moroncelli al ristorante-pizzeria “la Stazione”, ha l’ambizione di creare comunità. Di far stare insieme i misanesi. Di servire a qualcosa: far parte di un progetto comune. Per i vecchi sono giornate in cui la lingua ufficiale è il dialetto. Scrive il Comitato organizzatore: “La Segavecchia è partecipazione ad un rito, è rappresentazione collettiva. La vecchia è un simbolo positivo, rappresenta il ritorno della primavera, come un modo per consolidare i legami fra le persone e con l’ambiente e come auspicio di benessere, prosperità e di una buona e proficua stagione estiva ormai alle porte”.
Il clou della tre giorni è domenica 29 marzo: prima i fuochi d’artificio e poi il falò della Vecchia. La manifestazione ha la forza e il fascino di attirare persone anche da fuori Misano. Un segnale di lavoro ben fatto, di cui essere fieri.