– Depuratori. Fogne. Asili nido. Scuole materne. Centri culturali polivalenti. Prg (Piano regolatore generale). Tutte queste idee sono state elaborate dalle teste pensanti del Pci a Bologna nei primi anni Settanta e portate fin nei più piccoli comuni dell’Emilia Romagna. Era la famosa egemonia culturale del Partito comunista italiano. Che al centro elaborava idee, progettualità, fino a concretizzarle.
Poi c’erano le discussioni sui grandi temi. Tutte cose che oggi appaiono lontani anni-luce, ma che allora era la normalità. Era prassi, dovere, cultura, discutere nelle più piccole sezioni del partito del colpo di stato in Cile, della guerra in Indocina. E quando Berlinguer elaborò l’austerity nel ’73? La guerra tra israeliani ed arabi fece impennare il petrolio a prezzi impossibili. Gli italiani la domenica si muovevano in bicicletta.
Oggi, bisognerebbe portare tra i cittadini le ragioni di questa crisi economica. Figlia della speculazione e dell’ingordigia ha detto quel fuoriclasse che è l’economista Stefano Zamgani. Tra l’altro riminese.
Sempre quel partito calvinista e bacchettone che era il Pci (l’altra faccia della stessa medaglia era la Dc) cercava di allargare la base socio-culturale non disperdendo neppure una mente. Si cercava di fare proselitismo. Oggi, nelle sezioni, i nuovi ingressi creano fastidio e diventano intrusi che vogliono discutere, infilare il naso e partecipare.