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Turismo, la crisi aiuta la stagione

Redazione di Redazione
10 Novembre 2009
in L'inchiesta
Tempo di lettura : 8 minuti necessari
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L’INCHIESTA

di Francesco Toti e Matteo Marini

– C’è la famiglia della media borghesia lombarda che da anni andava in vacanza in Toscana e Liguria che attirata dai prezzi della riviera romagnola ha assaggiato il nostro mare ed è rimasta di stucco, commentando: “Non pensavo che la provincia di Rimini fosse a questi livelli. Ci torneremo”. La crisi economica dell’ultimo anno e mezzo ha aiutato la riviera romagnola? In coro i presidenti degli albergatori alzano gli orizzonti. Bruno Bianchini, presidente a Riccione: “No. Ci siamo aiutati da soli. Eravamo nella condizione per cui siamo riusciti a resistere meglio degli altri. E questo risultato non lo ha fatto il semplice prezzo, ma il rapporto tra la qualità e il prezzo. Se gli alberghi hanno tenuto, l’extra-alberghiero ha sofferto e questo significa meno ricchezza per tutto il territorio”.
Sulla sua stessa lunghezza d’onda il collega di Cattolica, Maurizio Cecchini: “Forse la crisi ci ha aiutato, però siamo stati bravi noi: la nostra capacità di fare, la capacità di contenere i costi, la capacità di fare qualità”.
In sostanza, la stagione 2009, passa in cavalleria col cartiglio: di tenuta e positiva rispetto alle aspettative. Ma con i problemi di strategia sempre lì che penzolano come un macigno sul futuro”. Questo il bicchiere del turismo della provincia di Rimini che si può leggere sia come mezzo pieno, sia come mezzo vuoto. Bisogna vedere con chi ci si confronta. Se c’è qualcuno che fa peggio non si potrà che esultare (discorso politico); se il confronto avviene con i concorrenti dal passo di carica è l’esatto contrario (riflessione tecnica).
I numeri affermano che si archivia un altro anno con un lieve segno meno nelle presenze (2,7 rispetto all’anno precedente) e più negli arrivi (0,4%). A furia di indietreggiare con lentezza tra 10 anni ci si ritrova con un meno 30 per cento. E forse non sarebbe poi un dramma per un lingua di terra che ospita 2.500 alberghi e non tutti con lo spirito professionale.
Ma i giochi futuri prima ancora che gli operatori turistici della provincia di Rimini devono essere fatti a Roma, dove sono affaccendati a prendere il sole più che a portare turisti in Italia.
Massimo Gottifredi, presidente Apt Emilia Romagna (Azienda promozione turistica), sottolinea con tagliente ironia: “Più che un ministero del Turismo, abbiamo un ministro”. Insomma, c’è da ridere. La sesta nazione turistica del mondo (seconda agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso), con una capacità di produrre ricchezza a doppia cifra, non ha una sede che faccia strategia, che progetti il futuro. Roba da andare a Roma con secchielli e palettine al posto dei forconi come avveniva nel secolo scorso. Anche nelle rivoluzioni ci vuole un po’ di modernità e ironia.
Naso nei numeri. Rimini tiene, ma con difficoltà. I dati dell’osservatorio statistico della Provincia raccontano di una stagione tutto sommato non così negativa, in un anno in cui il turismo balneare ha segnato un tracollo preoccupante in quasi tutte le regioni italiane, soprattutto al sud Italia: -16,2% la Sicilia, -13,5% la Sardegna, -5,9% l’Abruzzo e -9,7 la Liguria (dati Trademark Italia per l’osservatorio turistico regionale dell’Emilia Romagna). La nostra regione mostra una contrazione più contenuta: -2,7% per le presenze e un piccolo incremento degli arrivi +0,4%. Significa che sulla costa emiliano romagnola i turisti sono aumentati ma si sono trattenuti in media meno giorni.
Rimini in particolare ha fatto registrare un saldo positivo, sia come arrivi che come presenze, in tutti i mesi estivi, se si eccettua giugno compromesso dalle cattive condizioni meteorologiche (luglio +3,1% arrivi e +0,8% presenze; agosto +3,6 e +3,2; settembre +1,9 e +3). In un periodo di così grande crisi si può dire che ha contenuto i danni.
A fronte di un aumento degli arrivi e delle presenze di italiani però, si registra un brusco calo dei turisti stranieri, ricalcando un copione che dura dall’anno della mucillagine: era il 1989.
“È sempre stato così, in tempi di crisi ci si affida alla Riviera”. Massimo Gottifredi, presidente della Apt non ha dubbi, il miglior rapporto qualità prezzo si trova da noi: “In un chiaro momento di difficoltà come questo si ripiega su un turismo di prossimità. Gli italiani non rinunciano alle vacanze, ormai sono una necessità. Magari si sceglie di ridurre le distanze e i tempi, naturalmente per ridurre i costi. Questo da un lato per Rimini è positivo. D’altro canto si assiste ad una recrudescenza del fenomeno del cosiddetto short break”.
In italiano si dice il mordi e fuggi: vacanze brevi, magari un weekend. D’accordo con lui anche Fabio Galli, assessore al Turismo della Provincia: “Una stagione tutto sommato di tenuta. Resta positivo il fatto che gli italiani non rinuncino alle vacanze e scelgano la Riviera per l’ottimo servizio e i costi contenuti”.
Sono finiti i tempi in cui la villeggiatura durava un mese, o anche tutta la stagione e gli albergatori si adeguano: “Una delle risposte delle strutture turistiche a questo fenomeno è stata, per esempio alzare i prezzi durante i weekend per poi abbassarli drasticamente durante la settimana oppure affidarsi ai pacchetti turistici attraverso l’offerta con i voli low cost. Chi arriva da fuori si ferma in media molto di più, circa dieci giorni”.
Il dato che ormai non preoccupa nemmeno più ma che è diventato un segno meno costante nel bilancio annuale è quello dell’affluenza straniera (-6,1% di arrivi e -5% di presenze). Crollati i mercato dell’est Europa come la Russia (-27,5%) Repubblica Ceca e Polonia, e dai paesi scandinavi: gli stati dove la crisi economica si è fatta più sentire. Questo è il settore che, potenzialmente ha maggiori margini di crescita e sul quale occorre scommettere, ma con quale strategia?
“Basti pensare che per fare 7 giorni di presenza ci vogliono in media 2 o 3 arrivi italiani, con gli stranieri ne basta uno – spiega ancora Gottifredi – ma puntare al mercato straniero significa investire. Ora abbiamo un ministro del Turismo, Vittoria Brambilla. Sarebbe bello avere anche un ministero, magari con portafoglio. L’Enit (l’Ente nazionale per il turismo), ha a disposizione circa 20 milioni di euro per gli investimenti. Pensiamo alla Spagna, paese che ha sentito la crisi economica molto più di noi. Il corrispondente spagnolo può spenderne 150, senza contare che ha recentemente sorretto le Canarie con 90 milioni. Con i nostri numeri non è possibile mettere in campo alcun progetto”.
“Non si può pensare di risolvere tutto solamente con la nostra territorialità – gli fa eco Galli – o si capisce che questo è un settore fondamentale, un settore industriale vero e proprio da supportare con lo stanziamento di risorse, oppure non si va da nessuna parte. La Spagna ha stanziato 400 milioni di euro per le ristrutturazioni delle strutture ricettive e turistiche. L’Emilia Romagna otto. Anche se si calcola moltiplicando per il numero di regioni italiane la cifra non è nemmeno paragonabile”.
E allora quali sono le prospettive per il futuro? Se la crisi sembra volgere al termine, l’imperativo è però non rilassarsi. “Il 2010 potrebbe essere difficile quanto e più del 2009 – conclude Gottifredi – quindi non bisogna abbassare la guardia. Per il breve termine continueremo a puntare su un turismo di prossimità. Che non significa solo italiano, ma anche dei paesi vicini al nostro, come Svizzera, sud della Germania, Francia e Gran Bretagna. Tutti paesi collegati a Rimini con voli low cost. E poi il mercato russo, col quale abbiamo raggiunto ottimi risultati in passato, non dimentichiamo che siamo ancora la prima regione italiana come numero di presenze da quel paese. Bisogna pensare che loro usciranno con molto vigore dalla crisi, già per il 2011 avremo sicuramente un saldo positivo. Per il lungo termine invece Stati Uniti e Cina, viste le potenzialità del nostro aeroporto, che in quanto a lunghezza della pista, per esempio, può accogliere voli intercontinentali meglio di Bologna. Vogliamo fare di Rimini la porta di accesso all’Europa per questi paesi, un po’ come Francoforte”.
E sugli occhi al futuro tuona Cecchini: “Rivendichiamo l’orgoglio di fare questo mestiere alla pari con i nostri competitori. La cancelliera Merkel ha appena portato l’Iva al 7%, contro il nostro 10. Noi ci adattiamo ai problemi del mercato, ma ci vuole lo Stato, la Regione, la Provincia. E’ pensabile come avvenuto ad un aumento della nettezza urbana del 7%, oppure che a Cattolica non riusciamo a far fermare i treni?”
Prosegue Bianchini: “Negli ultimi anni abbiamo lasciato fin troppo spazio ai nostri competitori nella promozione istituzionale. Sarebbe auspicabile che in momento di scarsità di risorse venissero impiegate nel turismo, dove le probabilità di ritorno economico sono altissime piuttosto che in altri settori. E’ il momento di prendere una penna pianificare e fare. Le chiacchiere non servono più”.
Rincara la dose Angelo Serra, presidente degli albergatori a Gabicce Mare: “Roma potrebbe fare tanto, ma non so se questo governo è in grado: potrebbe fare leva sull’Iva, portandola dal 10 al 5%, tutte le attività stagionali dovrebbero pagare le tasse stagionalmente, potrebbe fare una campagna pubblicitaria martellante con un patrimonio naturale ed artistico che nessuno ha”.
Disse lo scrittore francese Marcel Proust che i veri barbari sono coloro che hanno storia e monumenti ma non li sanno valorizzare.

Gottifredi, presidente Apt Emilia Romagna: “l 2010 potrebbe essere difficile quanto e più del 2009 quindi non bisogna abbassare la guardia”

Serra, Gabicce: “Roma potrebbe fare tanto: “Iva, portandola dal 10 al 5%, tasse stagionali, pubblicità”

Fabio Galli, assessore provinciale: “Non si può pensare di risolvere tutto solamente con la nostra territorialità”

Cecchini, Cattolica: “La cancelliera Merkel ha appena portato l’Iva al 7%, contro il nostro 10. Noi ci adattiamo ai problemi del mercato, ma ci vuole lo Stato”

Bianchini, Riccione: “Negli ultimi anni abbiamo lasciato fin troppo spazio ai nostri competitori nella promozione”

CURIOSITA’

Turismo, c’è il ministro ma non il ministero

– Gli italiani adulti ogni tanto perdono la ragione con lo spirito gli adolescenti. Nel 1993, con l’82,3% dei voti annullarono il ministero del Turismo; nella loro testa non serviva. Quando rappresentava e rappresenta uno dei settori economici cardine del Belpaese. Quest’anno, il ministero è stato rispolverato ed è stato messo alla sua testa Michela Vittoria Brambilla, la signora dai capelli rossi e dal fare grintoso. Finora ha fatto molte promesse. Ma come dicono i veneti: pochi ciacari e molti fati.

I NUMERI

Presenze meno 2,7%

La nostra regione mostra una contrazione più contenuta: -2,7% per le presenze e un piccolo incremento degli arrivi +0,4%.
Le altre regioni: -16,2% la Sicilia, -13,5% la Sardegna, -5,9% l’Abruzzo e -9,7 la Liguria
(dati Trademark Italia per l’osservatorio turistico regionale dell’Emilia Romagna).

RIFLESSIONE

Arrivano i turchi!

– Grande popolo il turco. Istanbul bellissima. Petrolio a volontà. Due raccolti di grano l’anno. Monumenti greci, monumenti romani, civiltà. Mari per ogni gusto (Mediterraneo, Mar Nero). E clima favorevole. Stazioni termali uniche. E un mangiare che non ha nulla da invidiare alla cucina italiana. I turchi sono considerati i tedeschi del Medio Oriente: seri, efficienti e gran lavoratori. Il Pil (Prodotto interno lordo) cresce attorno al 7% l’anno. Queste impressioni le ha riportate una comitiva di albergatori riminesi in vacanza in Turchia in ottobre.

LA CULTURA

Grande mostra per destagionalizzare

– I capolavori arrivano dal Museum of Fine Arts di Boston. Mentre la mostra si intitola “Da Rembrandt a Gauguin a Picasso. L’incanto della pittura”. Si tiene a Castel Sismondo dal 10 ottobre al 14 marzo 2010. L’evento culturale serve a destagionalizzare l’offerta turistica riminese; dietro c’è l’impegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio (la proprietaria della Carim). E’ la prima volta che d’inverno il nostro territorio si propone agli appassionati con una esposizione di livello assoluto. La speranza è che possa incontrare i favori del pubblico in modo tale che possa essere riproposta con altri temi, altri artisti, anche negli anni a venire. Nei primi giorni di apertura è stata presa d’assalto e tutto fa ben sperare per i mesi prossimi. L’altra speranza è che gli organizzatori possano essere di Rimini e non come questa volta che sono trevigiani. Insomma, sul territorio va fatto crescere il know how e non andare fuori e fare shopping. Gli autori che si possono ammirare a Rimini: Gauguin, Veronese, El Greco, van Dyck, Velasquez, Hals, Degas, Manet, Moroni, Piazzetta,Cézanne, van Gogh, Renoir, Monet.

Orari. Dal lunedì a giovedì e domenica dalle 9 alle 19; venerdì e sabato dalle 9 alle 20.

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