IL FATTO
Piace poco agli operatori economici di Gabicce il progetto di ampliamento del porto di Vallugola, contrari i bagnini della Confartigianato, mentre nell’associazione albergatori i malumori sono prevalenti
– Sulla stampa locale quotidiana qualcuno comincia a parlare e a prendere posizione. Ma il progetto di ampliamento del porto di Vallugola, depositato nel Comune di Gabicce Mare il 13 agosto scorso, richiede approfondimenti altri da una partigiana esposizione della committenza privata del progetto. Perché progetti di tale portata vanno condivisi con tutte le voci della città, con ogni espressione sociale, politica, economica, non solo con l’impresa interessata alla realizzazione dell’intervento.
Perché quello che il progetto sottrae non è solo una semplice porzione di territorio da destinarsi a un uso piuttosto che a un altro. Questo progetto interessa un luogo “delicato” che in qualche modo ci rappresenta tutti perché chiunque pensa a Gabicce Mare pensa alla sua collina a picco sul mare. Il mare e la terra che proprio lì si fondono esprimono tutta la nostra identità. E allora questa dilatazione per un chilometro di costa dell’attuale porto, con annessi strade, parcheggi, foresterie, magazzini, spiagge artificiali, può equivalere alla rinuncia della nostra identità culturale e alla peculiarità del nostro territorio, oltre al sacrificio del patrimonio naturalistico che quella preziosa porzione di territorio ha tutelato fino a oggi.
La Politica deve essere consapevole che il progetto Gaudenzi ci indirizza verso un percorso senza possibilità di ritorno. Il patrimonio paesaggistico e ambientale non è una risorsa infinita e necessita di una politica conservativa delle sue peculiarità.
Anche la nostra vocazione turistica è radicata nella geografia di quel promontorio che compare per la sua unicità in ogni cartolina di Gabicce Mare, fino a essere sfruttato anche dalle località turistiche romagnole. Quel promontorio che, naturalmente, fa da sfondo alla nostra spiaggia quasi a volerci rammentare, a noi gabiccesi e ai nostri ospiti, che nella diversità si trova la ricchezza. Quel promontorio che nella sua integralità ci distingue e contraddistingue dalla piatta costa romagnola e rende Gabicce Mare un posto speciale.
L’eventuale realizzazione di un’opera così fuori contesto e sproporzionata rispetto al paesaggio, coinvolgerà complessivamente il volto turistico della città rischiando di omologarci al modello di offerta turistica romagnolo, anziché riconoscere la valenza competitiva insita proprio in quel territorio che si vuole modificare. Sarà compromessa definitivamente l’idea di un turismo sostenibile legato alla promozione del valore paesaggistico che può costituire il volano della nostra economia turistica.
Oltre alle perplessità legate strutturalmente alla ri-costruzione del porto di Vallugola, per esempio il rischio concreto dell’erosione della spiaggia gabiccese, piuttosto che la perdita dei requisiti costitutivi dell’Ente Parco, la riflessione sul tema “ampliamento si o no” coinvolge dunque un livello separato. Il tema non è semplicemente “riqualifichiamo un’area degradata e così salviamo anche la collina dai fenomeni erosivi marini”, obbiettivi condivisibili e condivisi anche da chi si oppone al progetto Mulazzani-Montagna. Ma i modi per giungere a questi obiettivi non sono tutti sovrapponibili.
Si può abdicare all’intervento privato che legittimamente antepone all’interesse collettivo il vantaggio dell’impresa economica. Si può interagire con la città in ogni sua espressione, sociale, politica, economica, per condividere la traccia della città che vorremmo sulla quale orientare oltre l’agire pubblico anche le iniziative private. Qui deve entrare in gioco la Politica, quella con la P maiuscola, che attraverso la pianificazione l’uso dei territori e il governo del sistema economico, si assume la responsabilità di programmare il modello di comunità futuro.
Perché la valutazione che faranno i politici che ci amministrano a ogni livello, dal comunale al regionale, deve coinvolgere oltre gli effetti immediati dell’opera anche una visione di lungo periodo. E’ un’occasione speciale quella offerta alla politica locale dal dibattito avviato dal Comitato Vallugola Terra Nostra sul tema “ampliamento si o no”. Vedremo se saprà coglierla.
GLI UOMINI
– Il Comitato ha nominato un Consiglio direttivo, composto da Pierino Balducci (presidente), Cristina Manzini (vice), Fiorella Sanchi (segretaria), Pierpaolo Frontini, Augusto Mulazzani, Davide Mazzini e Fabio Salbitano (docente di Paesaggistica all’Università di Firenze)