ALLEGRO MA NON TROPPO – LA POLITICA
di Ecci
– 303, un numero dal sapore cabalistico. Sono i voti in più coi quali Marco Tamanti ha superato Cono Cimino nel ballottaggio. Tamanti diventa sindaco e tutti gli altri contendenti vanno all’opposizione… a giughé chi numara mal lott…
303 voti di scarto sono molti o sono pochi? Al ballottaggio basta anche un solo voto per sancire la democraticità del risultato, pertanto sono quanto basta. Ma se li guardiamo sul piano politico, sul successo o declino di un candidato e del partito che rappresenta, possiamo affermare che sono una miseria. Bacuch l’ha quasi fnì li nus…
Il Pd raggiunge il minimo storico con una caduta impressionante: 45% politiche, 35% europee, 33% provinciali, 25% comunali. Tamanti al primo turno prende circa il 3% in meno delle due liste che lo sostenevano. Al ballottaggio raccoglie 4.262 voti rispetto al corpo elettorale (13.751). Cosa significa? Che Tamanti rappresenta appena il 30% dei cittadini, pertanto un sindaco debole (con mezzo partito contro). Aveva fatto meglio Pazzaglini nel 2004 che stravincendo il ballottaggio con Bulletti, arrivò a rappresentarne il 39%. Insomma, diciamola brutalmente: il 70% dei cattolichini non voleva Tamanti! Chi sosteneva che fosse un candidato debole e che avrebbe rischiato di perdere, aveva visto bene. J’ha ciap un bèl pipacul…
Gli altri contendenti minori: Massimo Ricci (Udc), Paolo Tonti (Sinistra critica), Gianluca Vagnini (Comunisti italiani), hanno racimolato complessivamente circa il 4%. Sostanzialmente le briciole. J’è ‘rvènz nud e crud cume un bdoc…
Pietro Pazzaglini: delle quattro liste civiche assemblate all’ultimo momento, solo quella più longeva, la lista Micucci, ha ottenuto un buon risultato. Pazzaglini ottiene il 17,42% attestandosi al quarto posto tra i contendenti. Una percentuale buona, ma credeva fermamente di arrivare al ballottaggio, forte della posizione privilegiata di sindaco uscente. I suv sunadur j’ha stichè ad brutt…
Alessandro Bondi: col 19,02% arriva terzo, ma per il ballottaggio era necessario arrivare almeno secondo. Le liste della sua Coalizione Arcobaleno hanno tenuto, ha rosicchiato circa un 2% di voto disgiunto… ma per chi si era posto l’obiettivo di vincere le elezioni, anche un ottimo 19,02%, ha il sapore della sconfitta. L’è stè grisa, da mus-ce mal nès…
Sono state elezioni particolari. Da una parte la concomitanza delle Europee ha ideologizzato e polarizzato il voto sovrapponendosi e distorcendo la naturale dialettica di un voto locale. Dall’altra si sono insinuati elementi patologici che hanno avvelenato e “alterato” l’esito del voto. Caz! Questa l’ha i calzétt…
La calunnia, la notizia falsa, l’insinuazione… sono state protagoniste. Come il famoso “venticello” rossiniano, la calunnia è diventata spesso un “colpo di cannone”. J’ha smoll dli lofie da murì sfisiéd…
Il primo a cadere sotto questa “mitragliatrice” è stato Alessandro Bondi. Poi il fuoco di sbarramento ha colpito Cono Cimino. Abbiamo ascoltato cose inaudite! J’ha fatt un gran brutt ciricicì…
Nonostante tutto, alle 22 di domenica 21 giugno, l’affluenza alle urne era molto scarsa: 43%. Molti cattolichini non avevano tanta voglia di andare a votare per chi non li rappresentava più. Cimino, a questo punto, era ad un passo dalla vittoria. Ma nella tarda serata, notte e mattino seguente si è verificato il “cataclisma”. Centinaia di telefonate, sms, campanelli che squillano, anziani arzilli, meno arzilli e “moribondi” raccolti per un tour ai seggi. La parola che circolava di bocca in bocca era: la destra vince le elezioni, Berlusconi prende il Comune… aiuto! aiuto! L’ariva al bubù…
Tant’è che fino all’ultima ora si vedevano gruppetti di persone trafelate “chiamate” a compiere una missione in difesa dell’umanità e mettere quella “benedetta” croce sulla scheda per fermare l’orda fascista. Missione compiuta! Alle ore 15 di lunedì 22 giugno, i seggi si chiudono definitivamente e la percentuale raggiunge il 61,65%. Un miracolo! J’ha sughé ‘na bèla bughéda…
Sarà mai successo che il lunedì votasse il 18% di elettori? La macchina del partito (e si dice anche di ambienti della parrocchia) era riuscita nel miracolo: Tamanti batte Cimino per 303 voti. Le due chiese avevano vinto: una un po’ scrocciolata (il Pd) e l’altra in ottima salute. Tén d’occ la quaia svarnèda…
La partecipazione democratica è bella quando è libera e spontanea, meno convincente quando è “forzata”. Abbiamo accennato alla parrocchia… cosa c’entra direte voi. A conti fatti è stata l’arma vincente di Tamanti e del Pd. I “don Biagio boys” (come li ha definiti qualcuno), sono stati i veri artefici, prima della sua candidatura e poi della vittoria finale. Al primo turno hanno arginato, con la loro lista “Una città in comune”, l’emorragia di voti del Pd e prosciugato aree di società civile che potevano scivolare a votare diversamente. Bondi o Pazzaglini per esempio. A questo punto qualcuno ha argutamente proposto che la fascia tricolore di primo cittadino la indossi don Biagio. Complimenti don! Qualche vecchio comunista ha detto: gnènca quand u j’era la Democrazia cristcèna quij dla cisa j’ha fatt n’arionda isé…
Senza volere entrare in casa altrui, si deduce che il Pd cattolichino (ma è successo anche in altre zone) ha mutato sostanzialmente la sua identità, azzerando o quasi, la sua storia comunista, diessina e di sinistra, diventando, quando va bene, una Democrazia cristiana con venature sociali e progressiste. E’ questo il nuovo che avanza? Ma in tema di laicità, per chi interessa, è un salto verso l’ignoto. Cla piènta l’è patida, l’è tuta spluca…
Ma alla fine ha vinto Tamanti. Senz’altro il meno convincente dei quattro candidati che si giocavano la poltrona di sindaco. Negli ultimi 10 giorni di campagna elettorale è fuggito da ogni faccia a faccia, è stato nascosto dalla sua macchina “parrocchial-piddina”. E si capisce perché: i faccia a faccia erano stati solo due, in entrambi Tamanti ne era uscito malconcio. L’è ‘ndè in bamboza…
Ancora una volta ha vinto il simbolo del partito e il senso di appartenenza ideologico, anche se, visto il risultato risicato, potrebbe essere l’ultima. Come nel 2004, ancora una volta grazie ad argomenti ideologici ed extra-politici (qualche bugia e un po’ di brutto pettegolezzo), una cattiva amministrazione e un pessimo partito, non hanno pagato il conto fino in fondo. Gira e bréla, i casca sempre in pid…
Alessandro Bondi e Cono Cimino, ma anche Pietro Pazzaglini, hanno cercato di scindere l’ideologia dal giudizio sulla persona-candidato puntando sulla bontà delle proposte e ancor di più della coerenza nei 5 anni di lavoro in Consiglio e in città. E’ bastato che i primi due esprimessero pubblicamente, pur da sponde opposte, una reciproca stima personale… che la speculazione politica degli altri contendenti gridasse all’inciucio. Apriti cielo! Vecchie logiche ideologiche vogliono che tra avversari ci si sbrani. J’è stè ‘na sbarloca longa…
Questo tentativo di guardare le persone e i programmi, cosa molto laica e moderna, non ha ancora attecchito pienamente a Cattolica. Il richiamo della foresta del partito ha fatto la differenza, anche se risicata. Insomma, è vero che dietro ad un simbolo c’è una storia… ma, ad esempio, se a rappresentarlo ci sia un genio o un pesce… non è sempre la stessa cosa. Burdèll, i ché us bala sora la schina dal buratèl…
La competenza, l’autorevolezza, l’autonomia di pensiero e di scelta non sono un optional, ma l’essenza democratica per chi ricopre importanti cariche pubbliche. Altrimenti si finisce come al dutor Bunèga, cal curéva al bus dal cul p’na pièga…
LA GIUNTA COMUNALE
– Ecco la squadra di governo:
Marco Tamanti (37 anni) – sindaco – (Sport, Innovazione tecnologica e Ced);
Claudia Gerboni (39 anni) – vice sindaco (Turismo e Marketing);
Alessandra Angelini (38 anni) – (Gestione urbana, Sviluppo sostenibile, Demanio e portualità);
Roberta Bacchini (32 anni) – (Cultura, Pubblica istruzione e identità del territorio);
Mauro Palmacci (36 anni) – (Lavori pubblici, Ambiente, Patrimonio e risparmio energetico);
Astorre Mancini (42 anni) – (Servizi alla persona, Sanità e integrazione sociale, Polizia municipale e sicurezza urbana, Attività economiche);
Gianfranco Tonti (63 anni) – (Bilancio, Personale e organizzazione).
E’ una giunta composta prevalemente da giovani. La volontà sarà tanta, l’esperienza poca. Ci sono da affrontare problemi enormi, un’eredità molto pesante che solo Tamanti conosce (in parte?) perché responsabile col suo sostegno alla giunta Pazzaglini.