Carlo Pritelli (per tutti Tambùr, il babbo suonava lo strumento) è morto prima del tempo. L’aorta lo ha tradito l’11 dicembre, attorno alle 11 del mattino. Era in albergo sul terrazzo con Massimo Michelini. Che ricorda: “Doveva stringere un tubo nel vano macchine dell’albergo all’ultimo piano. Mi dice di aiutarlo. Lo stringe, poi si porta due mani aperte sul petto e mi dice che gli fa male. Si alza, va a fare un giro sul terrazzo fuori. Gli chiedo se è passato. Mi risponde di no e che deve andare a farsi vedere in ospedale. L’ho faccio entrare nella sala termica; lo faccio sedere. L’ho visto con gli occhi al cielo. Prendo paura, chiamo il 118. Gli faccio il massaggio cardiaco sotto le loro indicazione per una ventina di minuti in attesa dell’ambulanza”.
Settantasei anni, sposato, due figli, è stato uno degli artefici del turismo gabiccese. Protagonista e co-fondatore dell’Associazione albergatori, era il proprietario dell’hotel “Gabicce” e del ristorante “Traghetto”. Carattere tosto e verace, grande passione per la lirica e la storia di Gabicce Mare, voleva che la denominazione fosse tutta di una sola parola (Gabiccemare), Pritelli è stato anche uno dei protagonisti della vita politica gabiccese. Ha iniziato nelle file del Pci per il quale era stato anche assessore all’Urbanistica col sindaco e amico Ubaldo Pratelli. Poi entra nel Psi, nel ’94 è uno dei fondatori di Forza Italia a Gabicce Mare. Ancora oggi ne era uno degli uomini di spicco. Ha raccontato frammenti di storie gabiccesi sulla Piazza.
Attivo anche nel calcio gabiccese che, grazie alle sue energie, al tempo dedicato e al suo impegno sociale conoscerà momenti di splendore. Questo suo amore per Gabicce Mare lo porterà ad esporsi in prima linea, fino ai giorni nostri, per il bene della collettività.
Non ho altre parole per descrivere un uomo di valore… mi mancherai.
Dorigo Vanzolini