E’ ancora più difficile ricordarlo perché lui non c’è più e l’angoscia prevarica ogni altro pensiero. Ma è a me, Dino, che è stato assegnato il compito di ricordarti davanti a tutta la comunità marignanese che tanto amavi. Ma in questo non sono stato lasciato solo, c’è anche il ricordo di chi ti è stato vicino: parenti, amici, colleghi.
Vorrei farvi partecipe di quello spaccato di vita che ho trascorso con Dino quando giovanissimi ci siamo incontrati e subito siamo entrati in sintonia. Avevamo la stessa energia e visione della vita. Eravamo i sessantottini , la generazione del Vietnam, della invasione della Cecoslovacchia.
Caro Dino, eri una fucina di idee ed eri portatore naturale di ideali con la grande capacità di saperli trasmettere agli altri. Chi non ti ascoltava? Chi non notava la tua integrità, la tua voglia di aiutare il prossimo? La nostra esperienza presso la Casa del popolo è stata una parentesi ricca, intensa dove hai dato veramente tanto in termini di sani principi, valori, indirizzi. Fu grazie a te il ritrovo e la sede di un bel e sano fermento politico; qui hai dedicato il tuo impegno così come nel partito che era ed è stato sempre per te la sede primaria di confronto e decisione sugli indirizzi da prendere in ogni direzione della vita quotidiana. E ribadivi sempre: “La gente deve sapere come la pensiamo in tutti i campi”. Non solo la politica ci ha unito ma anche i valori della famiglia. Abbiamo visto i nostri figli crescere e abbiamo sperimentato il difficile ruolo dei genitori. E in queste occasioni citavi sempre la necessità di trasmettere i valori che ci erano stati dati nella famiglia.
Poi il destino ha voluto che ti conoscessi anche come dipendente pubblico. Ed ecco il Comune. Le nostre vite si dovevavo ancora intrecciare e penso che ci sia un perché. Perché, e tutti ne siamo convinti, Dino, non c’era persona più integerrima e più ligia al dovere di te. Non avresti mai trasgredito una regola seppur piccola in nome di un’amicizia. Tu sei stato e sarai il responsabile per eccellenza dell’area servizi demografici, l’ufficiale di anagrafe e di stato civile di cui oggi, ancora una volta, porti la fascia tricolore a testimonianza della tua infinita dedizione a questo ruolo, un ruolo che avevi nel cuore.
Quante volte abbiamo visto la luce a tarda sera provenire dal tuo ufficio. Per te il Comune era la seconda casa, quella casa che doveva rispondere alle esigenze della sua comunità. “Il dovere è al primo posto, rispondere al cittadino è un dovere primario”.
Ti possiamo definire il custode e il buon padre di famiglia di tutti noi. Emblematica era la quotidianità di lasciare per ultimo il palazzo comunale e sincerarti che tutte le porte fossero chiuse.
Quando dall’estate scorsa a causa della malattia ci hai dovuto lasciare dopo 38 anni di onorato servizio, una scossa ha colpito tutti noi e l’ufficializzazione del tuo pensionamento dal primo gennaio ci ha reso tristi e in parte vuoti.
Caro Dino non avresti più sorriso al di là di quel banco, immerso tra i tuoi registri che amavi ancora compilare a mano. Ci mancherai in quanto eri il grillo parlante.
Rimarcavi in continuazione il rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Eri sempre disponibile nei confronti degli altri e non ha mai confuso il tuo impegno nella politica (Pci-Pd) con il tuo ruolo di dipendente pubblico.
Dino sei stato e sarai una grande persona, sei stato un uomo integerrimo, di una grande integrità e tutti ti vorremo sempre bene.
La tua è una grande perdita ma penso che da te abbiamo imparato tanto soprattutto il senso di appartenenza ad una comunità e il grande rispetto per le istituzioni.
A nome di tutti, Dino, ti saluto, ma il nostro non vuole essere un addio perché siamo sicuri che sarai sempre vicino a noi.
Domenico Bianchi, sindaco di San Giovanni
(l’orazione fenebre)