IL FATTO
– Che tutto l’isolato compreso tra Via Pascoli, Via Platani, Via Petrarca e Via Dante rimanga destinato a Parcheggi e Servizi Turistici così come è previsto dal Prg vigente;
2) Che parte delle aree a diretto confine con la zona già edificata venga destinata a verde per allontanare, almeno un po’, la parte turistica da quella residenziale (si pensi solo all’inquinamento sonoro proveniente dalla prima per la seconda durante la stagione balneare);
3) Che venga data continuità ai percorsi pedonali e ciclabili;
4) Che si rinunci all’ampliamento del Comparto C2.4 in quanto sarebbero aree destinate a parcheggi ancora più distanti dalle strutture alberghiere esistenti e prive di valore commerciale.
5) Di seguire le proposte contenute, a grandi linee, nella proposta di micro-zonizzazione che si allega alla presente, a dimostrazione che le nostre osservazioni non sono dettate dagli interessi “dei singoli”, ma della città tutta e che vogliamo mantenere lo spirito costruttivo che ci ha fin qui motivato e guidato.
6) Di indire un Forum o una serie di incontri pubblici, nel periodo che intercorre tra l’adozione e l’approvazione del Piano Particolaggiato, tra Amministrazione e tutti i portatori di interesse siano essi associazioni, categorie economiche, singoli cittadini, comitati, ecc.
Queste sono le osservazioni che gli albergatori (sottoscritte da una cinquantina di loro) hanno presentato agli amministratori sul Comparto C2.4. Luigi Guagneli, assessore all’Urbanistica, ha risposto con altrettanta fermezza: “Siamo disposti ad ascoltare le proposte dell’associazione di categoria. E che compito di chi amministra è decidere”
La questione tra la proprietà privata (che ha acquistato un diritto edificatorio), il Comune (che deve mediare tra le parti tendendo ad uno sviluppo economico che faccia gli interessi della città) e le ragioni degli albergatori è complessa. La disputa su questo sviluppo urbanistico che ha le sue basi nel Prg (Piano regolatore del ’99) fa bene al futuro di Misano. Da troppi anni il mattone significa semplice speculazione edilizia, coordinata da regole sbagliate. Regole ad personam che affermano, lettura da pane al pane e vino al vino, che pochi possono fare in nome di un presunto interesse collettivo e il povero cittadino che nulla può. Anzi, gli sono anche stato tolti i famosi diritti acquisiti.
Sulla partita C2.4 va trovato una soluzione equilibrata che possa fare gli interessi della comunità, passando per quelli dei quattro proprietari, della pubblica amministrazione e anche degli albergatori. La partita economica vera, costruire una città turistica attraente, puntando sull’ambiente, si vince insieme. Da troppi anni, sostenuti dalla miopia della politica (e a qualche interessuccio), chi può si accaparra qualche straccio di privilegio (la rendita contrapposta al lavoro), che come tutti i privilegi hanno le gambe corte e depauperano il tessuto sociale.
Per ragioni di giustizia bisogna tornare alla bontà del lavoro e alle competenze. Basta rendita immobiliare, il mattone così non serve assolutamente alla comunità: penalizza cittadini e imprenditori. Soprattutto, uccide l’economia che crea ricchezza. Non è un caso che nei paesi arretrati l’unico barlume è la speculazione edilizia. Un imprenditore misanese che sa il fatto suo si chiede: “Ma i nostri albergatori hanno ancora voglia di pedalare?”.
Le 50 e passa firme possono stimolare la discussione. Non è in quel rettangolo che si giocano i destini turistici misanesi. Magari fosse così.