INCHIESTA
di Francesco Toti
– Una diecina di anni fa durante i lavori di spostamento di tre scogliere nel Comune di Cesenatico, con la spiaggia senza protezione, ci fu una violentissima mareggiata. Quel tratto di spiaggia invece di subire un’erosione, come previsto e temuto, ebbe dei benefici. L’allungamento fu dovuto alla forza delle onde che riuscirono a portare le sabbie del fondale a riva.
Le onde tanto temute per il loro aspetto erosivo contribuirono a portare sabbia. Tutti sono d’accordo sul fatto che esiste un flusso di sabbia che da Sud-Est va verso Nord-Ovest e tale flusso è stato battezzato nastro trasportatore. E se ne parla da tre quattro decenni.
In tutti gli studi si evidenzia che il nastro trasportatore sia dovuto al moto ondoso. Le onde raggiungono la spiaggia con una inclinazione e trasportano il materiale sabbioso lungo costa.
Uno che invece sostiene che il nastro trasportatore sia dovuto a una corrente e non al moto ondoso è Giancarlo Faina, geologo di Riccione che abita a Montefiore da 13 anni. In pratica è in mezzo alle onde e alle erosioni da circa trent’anni. Racconta: “Per i primi dieci ho eseguito esclusivamente rilievi e monitoraggi senza mettere in discussione alcun intervento ma poi evidenziando che molti di essi risultano inefficaci mi sono posto una serie di quesiti che mettono in evidenza l’inattendibilità degli studi effettuati fin ora. La risposta è abbastanza semplice; si contrastano le onde, ma il trasporto solido è dato per la maggior parte a una corrente parallela alla spiaggia”.
In questi decenni il geologo riccionese, con la sua barca, ha monitorato i nostri mari, su incarichi dei Comuni, da Cattolica a Cesenatico, con costanza e fare certosino. Ha una mappatura di decenni di inestimabile valore tecnico-scientifico.
A parere di Faina, la corrente viaggia parallela alla costa trasportando ed erodendo in perfetto equilibrio e se non avesse impedimenti non si riscontrerebbero erosioni. La spiaggia sarebbe rettilinea e costante. Purtroppo le necessarie costruzioni artificiali, tipo moli, rompe il perfetto e fragile equilibrio della natura.
“La corrente schiacciata sul fondale – continua nella sua spiegazione Faina – aggira i moli, si velocizza e erode la spiaggia. Le onde non sono le responsabili dell’erosione, anzi senza di esse non ci sarebbe la spiaggia; sono queste a portare con la propria radice la sabbia a riva.
Un esempio si ha a Senigallia; qui il moto ondoso porta la ghiaia sulla spiaggia e nel fondale troviamo la sabbia. Anche nella nostra riviera i granuli di sabbia più grossi sono sulla spiaggia e via via che andiamo in mare troviamo granulometrie sempre più fini; a circa 1.5 Km c’è solo fango”.
Per combattere l’erosione in questi ultimi decenni sono stati spesi, sulla riviera, milioni di euro e messo in atto molte tecniche: le scogliere, i pennelli, le barriere soffolte con i sacchi, il ripascimento della sabbia con la nave.
La Regione Emilia Romagna per il 2012 ha messo sul piatto, giustamente visto il valore economico in ballo, 20 milioni di euro per il ripascimento. Negli ultimi tempi i tecnici regionali più che alla costruzione di barriere nel mare, optano proprio sul ripascimento, cosa che non entusiasma i bagnini: poco qualità delle sabbie (si veda Riccione Sud) e poca sicurezza sul medio e lungo periodo.
Le soluzioni avanzate da Faina sono state messe in pratica in diversi brevi tratti della nostra riviera: ad esempio San Mauro Mare e Cesenatico. Sono tipi di interventi semplici: con lo scopo di regolare le correnti e ridurre le erosioni.
A San Mauro, 2002. Su un tratto di circa 900 metri, abbassando a livello medio mare una scogliera e in contemporaneo al ripascimento della Regione si ottiene: sparizione del fango, con la spiaggia che si allunga in alcuni punti di una trentina di metri. Per 4-5 anni va tutto bene, poi lentamente qualcosa si modifica, c’è un graduale ritorno dei fanghi e la spiaggia che si assottiglia.
Faina: “Nulla di anomalo; la natura è in continuo movimento, i miei monitoraggi devono servire per gli aggiustamenti. A San Mauro Mare già da anni nelle riunioni con i bagnini auspico nuovi interventi, ma per paura di peggioramenti nessuno vuole fare qualcosa”.
Cesenatico Valverde
Siamo nel 2006. Faina di concerto con l’ingegnere della Regione, Franco Mastromarco e il Comune di Cesenatico decidono di togliere le scogliere radenti e il pennello trasversale davanti al Bagno Matteo e al Bagno Blu con buoni risultati. Ma si ottiene il miglioramento definitivo solo dopo aver tolto, primavera di quest’anno, altri 4 pennelli (tre davanti alla colonia Agip); la spiaggia si è raddrizzata avanzando in alcuni punti circa 20 metri in modo naturale.
I punti genitrici di erosione nella provincia di Rimini sono pochi: il molo di Rimini e i vari moli di Cattolica, Riccione ecc. Secondo Faina le scogliere sono state posizionate per eliminare punti erosivi dovuti a questi moli. Le scogliere non eliminano l’erosione ma la spostano verso Nord contribuendo alla costruzione di altre scogliere. La nostra riviera viene cosi ad essere invasa da manufatti con lo scopo di eliminare l’erosione, invece la creano.
Faina propone di eliminare l’erosione alla fonte, al contorno dei moli e a tal proposito ha brevettato insieme all’ingegner riccionese Paolo Falleroni dei sistemi.
I sistemi brevettati non solo permettono di raddrizzare il nastro trasportatore, con dei deviatori posizionati sotto il livello del mare, ma permetterebbero alla cima dei moli di non insabbiarsi e di sfruttare queste correnti per produrre energia pulita.
Solo dopo aver eliminato l’erosione dove essa nasce sarà possibile eliminare molte delle scogliere della nostra riviera. A fine operazione, si avrebbe una corrente parallela alla costa perfettamente in equilibrio.
Nella nostra riviera ci sono comunque dei punti critici perché l’apporto della sabbia dai fiumi è ridotto rispetto al passato e comunque è importante che la Regione alimenti la riviera con sabbie artificiali. In ogni caso portare sabbia senza modificare gli equilibri che provocano le erosioni è spesso dannoso. Infatti, le sabbie portate sono erose in breve tempo e spesso tali sabbie vanno a depositarsi a ridosso dei fondali formando accumuli in acqua che modificano le correnti provocando ulteriori erosioni.
Il geologo ha portato le sue idee in ogni dove. Hanno trovato entusiasmo e detrattori. Ha diviso anche il mondo accademico. Ma perché non si fanno le verifiche sul campo? Diffidenza? Interessi? Superficialità? Tutto troppo semplice? E se Faina avesse ragione?
LA POLITICA
Erosione, tavolo tecnico Comuni-Regione
– Finalmente, la lotta all’erosione si fa di concerto su un tavolo tecnico composto dalla Regione Emilia Romagna ed i 5 Comuni del Riminese: Cattolica (l’allungamento del molo sarà un disastro dicono gli esperti), Misano, Riccione, Rimini e Bellaria. Il tavolo andrebbe allargato anche a Gabicce e alle altre cittadine a nord di Bellaria, poiché la natura non si pone la questione confini.
Lo scorso 3 novembre presso la sede del Servizio Regionale di Bacino di Rimini, si è tenuto un incontro per concordare i prossimi interventi di protezione della costa dall’erosione marina e i necessari ripascimenti. Il tavolo tecnico-politico è stato istituito siglato lo scorso 17 giugno scorso.
L’INTERVISTA
Santi: “Livellare le barriere soffolte”
– Renato Santi è un amante e un conoscitore del mare e dei suoi abitanti: un pesce fuori dall’acqua. Sub, si può quasi dire che se non si è immerso in tutti i mari del mondo, nei più belli sì. Da alcuni anni è il presidente della Cooperativa Bagnini Adriatica di Riccione. Dice: “Conosco poco Faina. Ho ascoltato due suoi interventi e non mi trovo molto d’accordo con le sue soluzioni, ma concordo sul danno della corrente. Personalmente sono per finire la barriera di livellamento fatta con i sacchi. Purtroppo è incompiuto e non c’è stata neppure la manutenzione. Si prevedeva di costruire una barriera fino ad un metro e 20 sotto il livello del mare, il cui risultato sarebbe stato un sabbiadotto, che avrebbe ridotto dell’80 per cento i nostri problemi erosivi. Il tema è sempre legato ai soldi e alle priorità. Ma le soluzioni vanno cercate a livelli più alti che quelle dei singoli Comuni. Si veda il molo di Cattolica che fa gli interessi di 10 e distrugge quelli di 100”.
L’INTERVISTA
Muccioli: “Entusiasti i bagnini di Gatteo Mare”
Intervista con il presidente della Cooperativa bagnini di Misano
Le idee di Faina mettono in discussione il pensiero dei tecnici regionali; credo che debbano collaborare insieme
– Daniele Muccioli è il presidente della Cooperativa bagnini di Misano Adriatico. Ha un’idea alta del turismo, che è poi semplice: impegno, idee ed investimenti. Sa intrattenere i clienti come pochi; bel conoscitore della natura la racconta agli ospiti.
“Conosco le teorie del geologo Giancarlo Faina – dice Muccioli -. E da profano, le condivido. Le sue sono idee interessanti. Ma va ricordato che le sue tesi non sono affatto nuove. E’ da 30-40 anni che si parla di questo nastro trasportatore che parte da Trieste va verso sud e ad un certo punto risale verso nord, lambendo le nostre coste. In questa azione circolare erode le nostre sabbie”.
“Noi – continua Muccioli – abbiamo sempre costruito opere artificiali che andavano a contrastare il moto ondoso; opere che hanno la conseguenza di accelerare le correnti, con effetti ancora peggiori sull’erosione”.
“Le idee di Faina – riflette il misanese – mettono in discussione il pensiero dei tecnici della Regione Emilia Romagna. Personalmente penso che dovrebbero collaborare insieme. Dovrebbero studiare le correnti che agiscono in modo diverso in base alle località ed intervenire. Le proposte di Faina, purtroppo, non sono ben recepite ed, a torto, viene considerato un po’ pazzo. Mentre le sue considerazioni sono il frutto di anni di studi e verifiche; credo che abbiano solide basi. Sono stato a Gatteo a Mare, dove sono stati effettuati interventi, tenendo conto dei suoi studi e delle sue soluzioni; ho incontrato i bagnini e amministratori. Sono entusiasti dei risultati, raggiunti anche a costi contenuti”.
“Il problema – chiude il suo punto di vista Daniele Muccioli – non è quanto si spende, ma quanto l’investimento dura e frutta. Sugli investimenti a difesa della nostre spiagge dobbiamo ringraziare la Regione Emilia Romagna, ma le soluzioni non sono mai definitive. E anche il ripascimento fatto attraverso la nave non dura poi molto. La sabbia resta poco; con le correnti che l’accumulano anche a solo 2-300 metri dalla costa. Alla fine di questo mio discorso ci tengo a dire che i bagnini non possono fare considerazioni tecniche, poiché non lo sono. Sarebbe auspicabile che il geologo faina venisse preso sul serio oltre che dai bagnini, anche dai tecnici regionali”.