Durante l’assemblea comunale del 22 gennaio 2010 alla sala del Lavatoio, il sindaco Claudio Battazza e la sua amministrazione hanno presentato una relazione e hanno l’intenzione di concedere l’autorizzazione alla Società Rinnovamento Ghigi, proprietaria dell’area. Dove dovrebbero essere costruiti 15.200 metri quadrati di negozi, uffici ed abitazioni, più 1400 mq per un’altezza di 12 metri, da consegnare al Comune entro 2015 a costo zero.
Dei 15.200 metri quadrati, 7.200 sono destinati ad uso commerciale, 4.200 mq ad uso direzionale (uffici) e 3.800 mq ad uso abitativo.
Immaginiamo che come usanza delle imprese, e le caratteristica del quartiere dormitorio della riviera, come ha assunto questi ultimi anni Morciano, gli appartamenti per essere più facilmente commercializzabili saranno di circa 50-60 metri quadrati e quindi ne costruiranno circa 70.
Inoltre, considerando la superficie media degli uffici di 50 mq ne costruiranno circa 80. Di conseguenza la popolazione del centro aumenterà tra i 210 e i 280 abitanti. La densità dei residenti dagli attuali record provinciali e regionali di 1268 al Kmq, passerà a 1.319.
A regime, ipotizzando che ci sarà bisogno di circa 440 posti macchina fissi, più o meno, di altri 600-700 posti macchina per i clienti di un centro commerciale e direzionale di queste dimensioni, in pratica fanno altri 1.100 posti macchina nel centro di Morciano.
Del tutto insostenibile, soprattutto per l’impatto ambientale. Morciano ha una superficie di 5,407 kmq, quasi del tutto cementificato. Nonostante questa situazione, sono aperti decine di cantieri, per non parlare dell’area dell’ex Cantina Sociale, anch’essa in condizioni simili alla Ghigi, e delle centinaia d’appartamenti costruiti e vuoti.
I 1.400 mq per un’altezza di 12 ml (considerati 4.200 mq) sono esattamente la metà della superficie che aspetta al Comune. I nuovi proprietari dell’edificio Ghigi (di circa 100.00 mc, pari a 25.000 mq) non hanno fatto nessuna particolare concessione al Comune. E’ prassi regionale che gli edifici industriali, dove esiste la sostenibilità ambientale – nel centro di Morciano non esiste -, la superficie esistente, va divisa in queste ragioni: un terzo al proprietario (8.333 mq), un terzo al Comune (8.333 mq) ed un terzo di riduzione del volume esistente.
Perché la decisione sul futuro della Ghigi, va oltre il mandato che gli amministratori hanno ricevuto dagli elettori?
La costruzione di 15.200 mq di negozi, uffici ed abitazioni nel centro di Morciano è una decisione epocale, crea enormi problemi di viabilità e vivibilità agli abitanti ed agli operatori commerciali, che già da anni per eccessivo numero degli esercizi esistenti, vivono un periodo d’estrema difficoltà economica.
Occorre che l’amministrazione di Morciano, prima di prendere ogni decisione definitiva sul futuro del Pastificio Ghigi, indica una consultazione popolare, tramite un referendum, come da Statuto comunale (art. 38, comma 4), e lasci che siano i morcianesi stessi a decidere direttamente del loro futuro.
L’amministrazione comunale, per il governo e la riqualificazione solidale del territorio, è obbligata alla valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale. Inoltre, dovrà insieme con i residenti ed operatori commerciali di Morciano, individuare le modalità di svolgimento dei processi partecipativi dei cittadini interessati al Pru (Piano riqualificazione urbana) Ghigi.
Lo stesso sindaco Battazza, quando era all’opposizione sosteneva (la Voce di Romagna del 12 aprile 2007, pagina 22): “Morciano non è in grado, urbanisticamente, di sostenere la completa trasformazione dell’immobile. Sarà devastante per la città realizzare una tale concentrazione di attività e residenze. Considerato che l’operazione si è dimostrata fallimentare rispetto agli obiettivi originari, non si capisce perché continuare a consentire un ‘recupero’ economico così ingente sulla trasformazione dello stabilimento Ghigi e perché continuare a sostenerla economicamente a discapito, ancora una volta, dell’intera collettività”.
di Hossein Fayaz