– Nel dicembre 2004 l’ Italia ha cancellato il 90 % dei 160 milioni di euro del prestito concesso ad Antigua, Stato caraibico (sul quale Cristoforo Colombo approdò nel 1493), accontentandosi del pagamento di soli 14 milioni di euro.
Otto mesi più tardi, al summit del G8 di Gleneagles (6-8 luglio 2005), i governi partecipanti si impegnavano a raddoppiare gli aiuti all’Africa, ma il governo italiano dichiarava di non essere «in grado di assicurare le risorse per la lotta alla povertà più volte promesse per tenere fede agli impegni internazionali».
Aveva speso troppo per Antigua? Antigua era uno dei paesi poveri da aiutare? Non è proprio così. Il mio amico Umberto De Giovannangeli, colonna portante dell’ “Unità” (di cui è proprietario Renato Soru, il fondatore di Tiscali, e non il Pd, come sostiene Maurizio Belpietro), ha dimostrato che non è così: Antigua, uno dei 35 paradisi fiscali del mondo, aveva un reddito pro capite ben superiore ai diecimila dollari, e quindi ben al di sopra di altri novanta paesi del mondo, come Tunisia, Marocco, e tutti i paesi africani.
Ma allora, perché aiutare Antigua? De Giovannangeli ha messo in relazione quella cancellazione del 2004 con l’acquisto ad Antigua il 15 gennaio 2007, da parte del premier italiano, al prezzo di 2.313.238 dollari, di quattro acri di terreno presso Nunsuch Bay, sulla costa occidentale di Antigua, per la costruzione di una delle sue ville. E la sua direttrice, Concita De Gregorio, ha scritto al riguardo: «E’ scorretto pensare ad una concomitanza con l’enormemente redditizio business immobiliare che negli anni immediatamente successivi si è sviluppato sull’isola a vantaggio di uomini d’affari italiani sempre riconducibili a banche – la Arner – e a società che sono poi risultate in contatto con il presidente del Consiglio?».
Più drasticamente il padre comboniano Alex Zanotelli ha così risposto al quesito: «Questa è una bruttissima storia, una vergogna». L’“avarizia italiana”, annunciata nel 2005, è stata confermata dalle inadempienze italiane del biennio 2009-2010, ammontanti a 260 milioni di euro, nei confronti del Global Fund. Il Global Fund contro Aids tubercolosi e malaria ha salvato in Africa (dove vivono 38 milioni di malati terminali di Aids) 4 milioni e mezzo di vite umane, ed ha permesso di curare 2,3 milioni di persone.
di Alessandro Roveri
Libero docente dell’Università di Roma