IL FATTO
– La grande quanto difficile partita per il futuro del PalaRiccione si fa entro il 30 novembre. Quattro gli scenari.
Il primo, e forse il più auspicabile non solo per l’orgoglio riccionese ma per la sua capacità imprenditoriale, che un gruppo di albergatori prenda in affitto il “mostro” e cerchi di farlo diventare una entità economica in grado di creare ricchezza per loro e la città.
Il secondo scenario, che la proprietà, di fatto il Comune di Riccione ed un manipolo di altri enti, dia mandato alla coppia Matteo Bartolini (amministratore delegato), Lucio Berardi (presidente) e consiglio di amministrazione, di tentare di farlo funzionare.
Dato che fino ad oggi è stato lavoro infruttuoso. Ad essere benevoli si dice che l’edificio, costato 60 milioni alla comunità di euro, è al di sotto delle sue potenzialità.
Il terzo, è che la riminese Convention Bureau torni in lizza per la gestione.
Il quarto, si fa un bando nazionale e quel che deve succedere, succeda. Addio orgoglio cittadino.
Nel prospettare tale fotografia il consiglio di amministrazione ha dimostrato perlomeno serietà e buon senso; andare avanti così è deleterio per le casse comunali (quest’anno il rosso di dovrebbe aggirare attorno al mezzo milione) e negativo per la città. Il PalaRiccione che era chiamato a destagionalizzare si sta dimostrando più uno slogan politico che una realtà economica.
Tutto questo dovrebbe insegnare, soprattutto alla classe politica, che in economia non c’è nulla di facile. Anzi. Che ci vuole la struttura, che ci vogliono le professionalità, che ci vogliono le idee, che ci vuole tanto lavoro. E poi affidarsi, seppur in piccola parte, anche alla buona sorte. Napoleone era solito dire che sceglieva generale bravi, ma anche fortunati. Se le sale congressuali si vogliono affittare, il ristorante-terrazza, non proprio funzionale, si vuole vendere. Si chiedono 6,5 milioni di euro. E anche su questa partita c’è la trattativa con gli albergatori riccionesi.
Conto economico
Il consiglio di amministrazione guidato da Lucio Berardi e Matteo Bartolini, abbattendo i debiti, finora hanno compiuto un buon lavoro. Hanno venduto i negozi per 15 milioni di euro, la metà dei garage per 1,5 milioni totale (meno della metà), le sale cinematografiche. Sembra che il debito residuo totale sia di 15 milioni di debiti. Alla struttura lavorano 7-8 persone.