IL FATTO
– Soltanto 40 reclami quest’anno da parte dei turisti che hanno scelto Riccione come meta vacanziera. La metà rispetto al 2009; quando furono un’ottantina. Un ottimo risultato se spalmati sui 400 alberghi complessivi. La domanda che aleggia è: qual è la chiave di lettura di tale risultato?
Forse un’annata eccezionale, come quelle speciali covate di talenti che di tanto in tanto affiorano. Una certezza c’è ed è da dove giungono i reclami all’ufficio Iat (Informazioni accoglienza turistiche) della città. La matrice è sempre la stessa: sono gli alberghi dati in affitto, che non sono proprio un segnale di buona salute, soprattutto sul medio e lungo periodo. La ragione è data dal fatto che l’affittuario chiede cifre troppo esose rispetto alle capacità economiche della struttura. Le conseguenze sono negative, perché si mette in moto un meccanismo negativo, che dato le strutture in affitto impoverisce la qualità media dell’offerta turistica della città, quando oggi si riesce a stare sul mercato soltanto se si eleva la qualità media.
P.S.: Un riccionese è andato in uno dei bar-ristoranti di spiaggia più blasonati di Riccione. Molto di moda. Con sua grande sorpresa, voleva pagare con la carta di credito. Ma nel blasonato locale accettano soltanto contanti. Come mai? Una delle ragioni è legato al modulo Irpef. Un viziaccio tipico della cultura italica.
CURIOSITA’
Albergo di 42 anni: nuovo lungomare, più 12 per cento
– C’è chi dice che quest’anno c’è un calo del 20 per cento. E’ il lamento di fondo di alcuni operatori del turismo. C’è un bel dato e che coinvolge un albergo che si affaccia sul mare, sul nuovo lungomare di Riccione. Il 23 luglio, rispetto al 2009, le presenze fanno segnare un più 12 per cento. L’hotel in questione risale al 1968 e da allora ha sempre lavorato bene.
Albergatori, “cresta” di due euro sui biglietti Aquafàn
– Bella notizia, seppure negativa ma neppure troppo. Una famiglia in hotel a Riccione, acquista in albergo i biglietti per l’Aquafàn. Va nel tempio dei giochi d’acqua e si accorge che sul posto il biglietto costa due euro in meno. Inizia ad imprecare; le dicono che forse c’è stato un errore da parte della segretaria. “Assolutamente no; me li ha venduti il proprietario”.