LA BELLEZZA DEL BENE…
– “Il mio premio va condiviso con tutti i bagnini di salvataggio di Misano”. Insomma, Matteo Angelini ha segnato il gol, ma il gioco di squadra è stato fondamentale. Il tuffo di ponderato coraggio che ha salvato la vita ad una bambina di 11 anni ed alla zia di 55 è avvenuto lo scorso 30 luglio attorno alle cinque del pomeriggio. E’ una giornata inclemente: piove, un burrascoso mare bianco alza la voce, la bandiera rossa vieta di prendere il bagno per usare un’espressione dell’Ottocento, quando il mare era una medicina e come tale si “prendeva” a mo’ di sciroppo.
Deve essere stata grande l’attrazione dell’acqua per le due. Sono a riva con il mare che giunge alla cintola. Pensano di essere al sicuro, ma le onde alte in un attimo le aspira fino alla fine degli scogli. Angelini valuta veloce. Impossibile utilizzare il moscone, che sarebbe facile preda della ferocia degli scogli. Non resta che la forza delle braccia e l’istinto di essere di aiuto agli altri. Si tuffa. Porta a riva la bambina e la zia.
Lo scorso 26 novembre, a Roma, l’Associazione nazionale dei vigili del fuoco gli ha conferito il Diploma di benemerenza e la Croce al merito di servizio. La motivazione: “ In servizio presso la postazione di salvamento numero 3 [spiaggia libera a Misano centro, ndr], scorgeva due persone che nell’adiacente tratto di mare in burrasca davano evidenti segnali di difficoltà, non riuscendo a raggiungere gli scogli dove aggrapparsi. Si tuffava con immediatezza e portava in salvo prima una bambina e quindi, con grande difficoltà, la zia della stessa già in preda di panico, procurandosi numerosi tagli e ferite sulla scogliera. Nobile esempio di coraggio, sprezzo del pericolo e di forte attaccamento al proprio lavoro”.
Trentatré anni, figura longilinea di un metro e 88, Matteo Angelini fa il bagnino di salvataggio da 7-8 anni. Dice: “L’ho scelto come lavoro; c’è chi fa il cameriere, chi fa il gelataio, chi il barista. Però te lo devi sentire dentro; o ti piace, o non ti piace. A me piace moltissimo. E’ la prevenzione che conta; se ti butti significa che qualcosa è andata male.
E’ un servizio, anche se gli occhi comuni non sembra perché lo vedono più come un divertimento, ma hai la responsabilità degli altri. Voglio ricordare che ogni bagnino controlla un fronte di 150 metri per una profondità di circa 300”.
La scorsa estate per la categoria è stata molto impegnativa, causa il frequente brutto tempo. Matteo Angelini si è buttato come ama dire 4-5 volte. Probabilmente la stessa cosa hanno fatto i suoi colleghi. Quasi angeli sul mare.
LA RIFLESSIONE
Lavoro serio e malretribuito
– Pasqualina Pala, presidente del Consorzio dal gennaio 2010, ringrazia Mattteo: “Siamo orgogliosi e onorati di avere dei dipendenti che svolgono il loro compito con responsabilità e dedizione. Il suo non è stato l’unico gesto; ne fanno molti in un’estate. La cosa più bella è la prevenzione. Non si vede ma è efficace. Grazie a questo modo di lavorare, a Misano, da decenni non ci sono annegamenti. Va sfatata l’idea che il salvataggio sia gigioneria. Il loro è un lavoro serio, di grande responsabilità e spesso anche malretribuito rispetto ai rischi”.