ECONOMIA
“Siamo delle formichine alle quali non manca la salute. Un anno difficile, chiuso bene. Non abbiamo fermato il finanziamento alle imprese”. Con queste immagini Luigi Sartoni, dal novembre del ’90 direttore generale della Banca Popolare Valconca, mette a fuoco il risultato economico 2010 dell’istituto di credito che ha la direzione generale a Morciano e che quest’anno celebra il secolo di vita.
Andiamoli a vedere questi numeri che l’assemblea dei soci è chiamata a votare il 7 aprile, con inizio alle 15.30, al padiglione fieristico di Morciano. Il rendimento netto dell’azione è stato del 5,22% rispetto al suo valore che è di euro 12,62. I soci si troveranno 0,32 di euro di dividendo e 0,36 di euro di capital gain, di incremento di valore dell’azione. Per un totale di 0,68 euro. Insomma, un buon utile. Il totale dell’utile netto è di 6,562 milioni di euro (più 3,74 per cento rispetto al 2009).
Chiuso il capitolo benefici soci, andiamo ad analizzare i numeri che parte integrante dell’economia di un territorio. La raccolta complessiva ha toccato gli 1.173,7 milioni di euro (più 3,26 per cento sull’anno precedente). La raccolta diretta è stata di 794,1 milioni (più 2,70%); mentre l’indiretta si è attestata a 379,6 milioni di euro (più 4,49%).
Sartoni affermava che il finanziamento alle imprese e alle famiglie non è stato chiuso. I numeri dicono che gli impieghi (danaro prestato dalla banca) sono cresciuti del 7,04%, per un ammontare di 948,7 milioni di euro.
Aumentato anche il patrimonio netto dell’istituto di credito. Balzo in avanti di quasi il 10 per cento (il 9,77% per la precisione), ovvero 123,6 milioni di euro. Grazie all’accantonamento di altri 3,3 milioni di euro, il patrimonio raggiungerà i 126,9 milioni.
Invece, la voce sofferenze nette (debiti che i clienti non hanno restituiti alla banca) è del 2 per cento.
Con le sue trenta filiali (20 nella provincia di Rimini), la Banca Popolare Valconca è un buon osservatorio dal quale riflettere sull’economia reale del nostro territorio. “Il 2010 – afferma Luigi Sartoni che prima di giungere alla guida della banca era direttore generale leasing di Comit (per due anni e mezzo si è trovato fianco e fianco con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti in un consiglio di amministrazione – è stato il più difficile degli ultimi 10 anni. Ed anche il 2011 non sarà di grande espansione. La crisi si è fermata e grazie al fotovoltaico qualcosa si stava anche riprendendo. Il turismo fortunatamente è la nostra gallina che fa le uova tutti gli anni. L’edilizia si è fermata e non è proprio un male, anzi. Sono risorse lì che non creano ricchezza giorno dopo giorno come quelle produttive. Terminato il condominio, termina tutto”.
Cse – Bologna – 1991
La Banca Popolare Valconca nel 1991 fece un investimento lungimirante che si è dimostrato molto fortunato. Nel 1991, mise sul piatto 549.000 euro (in lire naturalmente) per una fetta importante di un centro di elaborazioni dati (Cse) a Bologna. La sua quota (pari all’11,25 per cento del capitale), oggi vale 10,127 milioni di euro. Offre servizi a più 30 banche, impiega circa 450 persone, patrimonio di 117,5 milioni di euro, l’utile lordo 2010 è di circa 18 milioni di euro. Insomma, è la gallina dalle uova d’oro della Bpv.
UOMINI
Presiede Lazzarini
– Il consiglio di amministrazione della Banca Popolare Vaconca è composto da sette persone: Massimo Lazzarini (presidente), Massimo Ricci Piccari (vice-presidente), Andrea Arcangeli, Marisa Buongiorno, Pierfrancesco Fesani, Pier Giovanni Piccioni, Filippo Ricci.
Il collegio sindacale: Romano Del Bianco, Carlo Palazzi Remo Brilli.
Direttore generale: Luigi Sartoni.
Consiglio, in scadenza Arcangeli e Fesani
– Pierfrancesco Fesani, riminese, sposato, due figli, ha 75 anni. Commercialista, è entrato nel consiglio d’amministrazione nell’ottobre del ‘95, in sostituzione di Antonio Ferrari. Ha due grandi passioni: la caccia e la natura. Benedetto Croce tra i pensatori e Alessandro Manzoni tra gli scrittori, sono gli autori preferiti.
– Andrea Arcangeli è un morcianese. Dirigente della Ceramica del Conca di Sant’Andrea in Casale, è molto impegnato nel sociale (segue gli scout). Entrò in quella che sarebbe diventata una delle maggiori aziende italiane (aveva 20 addetti, oggi alcune centinaia) giovanissimo fino a compiere una brillante carriera.