SAN CLEMENTE
di Claudio Casadei
– Sabato 28 maggio, ore 21, sala del Centro polivalente di Sant’Andrea in Casale. C’è la serata finale della 19^ edizione del Premio di Poesia dialettale G.Villa. Dopo l’uragano dello scorso anno, quest’anno l’aria è mite e alle 20,45 ancora prima dell’apertura della sala di fronte alla porta chiusa c’è gente che aspetta. Il tramonto porta altre persone, le macchine riempiono in fretta il parcheggio.
Ci sono ragazzi, giovani, i soliti amici e facce nuove. Ci sono bimbi piccoli e qualche anziano; c’è gente di ogni pezzo di Romagna, Ravenna, Cesena e poi Ferrara e Mercatino Conca. C’è la Romagna di Mondaino, quella di Cattolica, manca, di fatto, quella di San Clemente e quest’assenza si nota.
Nel paese del Villa non c’è più amore per la poesia dialettale, nonostante l’amministrazione faccia quanto sia possibile perché questo premio continui il suo ormai lungo cammino. Certo, quest’anno il palio gastronomico Com’Una Volta non ci sarà e quindi non c’è stata la pubblicità dei suoi manifesti. Certo i led del tabellone luminoso dell’esistenza del concorso non si sono occupati. Certo il grande manifesto che c’è all’ ingresso di Sant’Andrea non poteva che sottolineare l’importante sagra della bistecca di Casinina. Radio Bruno però ci ha salvati tutti con una simpatica intervista. Che bello il teatro pieno di gente di tutte le età venuta ad ascoltare poesie e zirudele. Che bella la novità di Francesco Tonti una delle anime dell’associazione culturale Compagnia dei ciarlatani, imbrattatasi di dialetto proprio nel paese del Villa che dimostrava quanto sia bella la poesia e ravvivava la serata. Sul palco Checco ha recitato poesie in dialetto con la bravura di un grande attore. Una ventata di aria fresca che può essere un bel venticello nella prossima edizione, quella del ventennale che tante sorprese potrebbe portare.
La giuria sul palco ha premiato le opere migliori. Per la sezione poesia ha vinto Bruno Zannoni di Ferrara con “Sflézan” (scintille), delicata e legata a tempi e giochi di una scuola lontana.
Al secondo posto Giorgio Balestra da Roncofreddo, che ha presentato “Da Furistìr”; terzo Luciano Fusconi con “Un Urganén” delicato affresco di emozioni e ricordi.
Attualità il tema su cui era imperniata la Zirudela vincitrice, “L’effetto serra” di un habituè del podio sanclementese: Franco Ponseggi di Bagnacavallo. Due belle sorprese tra le opere partecipanti al concorso quest’anno. La prima. Una traduzione del Canto XXVI della Divina Commedia presentata dal riminese Gabriele Bianchini. Fuori dalle norme regolamentari è stata comunque premiata dal Centro Dantesco del Professor Angelo Chiaretti per l’originalità e la qualità della traduzione dialettale.
Zirudele Segnalate per la loro qualità “E becalà” della vincitrice dello scorso anno, Anna Maria Pozzi e “La Tintarela” del sammarinese Checco Guidi. Ma un particolare ringraziamento va proprio alla signora Anna Maria Pozzi che, insegnante, ha saputo trasmettere (forse con la complicità delle sue colleghe e del suon istituto) ai propri alunni la passione per il dialetto. E’ stato bellissimo, questa è la seconda stupenda novità, vedere i ragazzi della classe quinta della Scuola Primaria Favini di Coriano salire sul palco e recitare a memoria la poesia scritta da tutti loro. Pascoli e la Romagna il tema: ecco un bel modo di insegnare e di imparare, di legarsi ed amare questo lembo di mondo che fa dell’ ospitalità e della gioia di vivere il proprio biglietto da visita. Permettetemi di ringraziare in maniera particolare questi giovani poeti per il loro regalo, che ha per tutti noi un valore immenso, e chi li ha aiutati a vivere un’esperienza che, ne sono certo, non dimenticheranno. Grazie alla ormai storica giuria ed al grande lavoro fatto di corsa come sempre. Grazie ad ogni poeta presente o assente.