GIOVANI
– Ho solo 28 anni ed un’ammirevole esperienza, altro che bamboccioni. Tre mesi in Arabia Saudita per uno stage all’ambasciata italiana. Tre mesi a San Sebastian in una onlus che lotta contro il razzismo. E sei mesi a Betlemme, Palestina. Oggi, ha una collaborazione presso i Figli nel mondo a Rimini. Il sogno è entrare nel mondo della cooperazione internazionale per lavorare a favore della giustizia sociale.
Davide Torsani è un bell’esempio per i giovani. Va in giro per il mondo con il piglio del curioso ed il rispetto delle altre culture. Laurea in Relazioni internazionali, la sua idea di lavoro, piuttosto insolita ed ad un livello di civiltà alta, nasce nell’adolescenza. Dice: “Ero alle superiori e imperversava la guerra in Iraq. Riflettevo…”.
La sua avventura internazionale inizia nel 2009, tre mesi all’ambasciata italiana di Riad (Arabia Saudita), quartiere diplomatico. Collabora con la sezione cultura; verga report settimanali su come la stampa saudita legge gli eventi italiani ed occidentali. Per restare in casa tricolore, l’informazione di quelle latitudini si sofferma sulle gaffe di Berlusconi (nulla di nuovo sotto il sole), sulle uscite di quart’ordine della Santanché. Ricordate quando urlava, irrispettosa delle altre culture, l’omosessualità di Maometto.
Dopo l’Arabia, arriva l’esperienza spagnola, dal settembre al dicembre del 2010. E’ a San Sebastian, lavora per un’agenzia non governativa che si occupa di lotta al razzismo. Ricorda: “Ho raccolto storie di una tristezza unica. Come ragazzi che si legano sotto i camion. Partono dal Marocco si fanno 1.200 chilometri. Se sono fortunati si ritrovano in Spagna a lottare”.
Davide parla inglese, spagnolo e se la cava con l’arabo. Chiusa l’esperienza basca, parte per sei mesi per Betlemme. Va all’università per un corso di arabo e presta servizio presso l’Alternative Tourism Group, un’organizzazione palestinese che si occupa di turismo alternativo. Cioè ti porta sulle orme di Gesù, ma anche quelli sensibili politicamente come il muro della segregazione, gli arresti preventivi. I palestinesi agli occidentali che vanno giù, dicono di tornare e raccontare nel proprio paese le cose che hanno visto”.
A chi gli chiede che cosa si porta dentro da quest’esperienza, afferma: “Noi occidentali diciamo diritti umani per tutti, solo che non vengono applicati con la stessa bilancia. I diritti umani palestinesi, come l’auto-determinazione dei popoli, la libertà di spostarsi, sono violati. In Afghanistan si interviene militarmente e perché altrove no? Le immagini degli altri popoli che passano nei nostri media sono devianti e banali. Li cataloghiamo come violenti e terroristi. Invece, sono comunità nel disagio. Personalmente non condivido la lotta terroristica e neanche la violenza più in generale, però va considerato che la comunità internazionale non agisce sui diritti fondamentali allo stesso modo, spesso prevalgono gli interessi economici, quelli strategici, di dominio”.
Davide Torsani dall’inizio dello scorso agosto presta la propria opera presso i Figli nel mondo a Rimini. In questo momento vendono cartoline natalizie per raccogliere fondi. Per donare un sorriso.