IL FATTO
di Wilma Galluzzi
– Il 9 novembre, a 90 anni, si è spento nella sua Pesaro, Arduino Donini, il Direttore Didattico che seppe rinnovare la scuola elementare di Cattolica e portarla a livelli di eccellenza. Un vero modello di come “fare scuola” nella Provincia e nella Regione.
Erano gli anni della “contestazione globale”, della “rivoluzione studentesca”, degli “hippies”, dei “mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Nella scuola entravano assemblearismo, rappresentanze studentesche e genitoriali che con i “decreti delegati” introducevano una nuova normativa fortemente democratica e aperta alla società. Una normativa di difficile attuazione perché calata, come “transitoria”, dentro i programmi ministeriali del 1923 di Gentile.
Erano programmi anacronistici, chiusi alle trasformazioni dei tempi, idealistici nei contenuti. Ripetitivi, consacrati all’autoritarismo e alle gerarchie di potere. Le scienze sociali esaltavano il valore della dignità umana e dell’essere. Oltre a Fromm e Marcuse, in Italia iniziavano a trovar terreno fertile le scuole piagetiane, le scienze comportamentali, le muove “teorie dell’istruzione” di Jerome Bruner per guidare il bambino all’apprendimento e allo sviluppo cognitivo, le tesi di Noam Chomsky sulla “grammatica generativa trasformazionale” e i meccanismi universali di costruzione del linguaggio.
Tutta materia sconosciuta agli insegnati over 30 di allora. Quando nel 1969 Donini, a 48 anni arrivò a Cattolica, era un direttore aggiornato che invece conosceva bene questi nuovi fermenti intellettuali. Laureato in Pedagogia e Lingue straniere, allievo di Carlo Bo e docente di Antropologia Culturale con Aldo Fabi all’università di Urbino, con grande impegno si mise a rinnovare la scuola di Cattolica, introducendo il Tempo Pieno che era cosa diversa dal “doposcuola”.
Sotto la sua guida ebbe inizio anche la scuola materna statale, che si aggiunse alla comunale, e che come ricorda la sua prima insegnante Angela Raffaelli, s’insediò nel ’71 nelle vecchie aule delle “Scuole maschili” del municipio. Un’altra sede fu aperta all’interno della Casa del Pescatore con le maestre Loretta Cimarelli e Liliana Silvagni. I mezzi erano scarsi ma l’entusiasmo tanto, sostenuto da Donini che ogni giorno andava a trovare i piccoli alunni per verificare il funzionamento e ascoltare tutti. Sapeva scherzare ed essere bambino fra i bambini.
Come per il Tempo Pieno, anche lì i materiali didattici si costruivano artigianalmente o si recuperavano nei modi più fantasiosi. Nel ’74 fu aperta la sede di via Corridoni dove entrarono altre storiche insegnanti: Ede Pagnini, Viviana Montanari, Elisa Fumagalli e Grazia Martinelli.
IL 19/11/2011 nella Sala Consiliare del Comune si è tenuta una pubblica commemorazione di Arduino Donini, Direttore Didattico a Cattolica dal 1969 al 1989. Nell’occasione il gruppo musicale La Canta ha eseguito, “Gabbiani” e “La mì Catòlga”, due brani composti da Lorenza Morosini, l’indimenticabile “Enzina”, Maestra dei maestri del Tempo Pieno, per la musica e la drammatizzazione, insieme a Remo Mattioli, per le attività espressive e a Guido Galli per l’educazione psicomotoria. L’assessore Anna Sanchi ha letto la poesia “Fiume di me” di M. Teresa Codovilli, dedicata al “fiume” Donini.
Gli interventi. Giorgio Gabellini: “Ricordare il direttore Donini, per me è ripercorrere i primi passi della mia attività d’insegnante, ripensare l’entusiasmo di quegli anni, di quel cambiamento, le innumerevoli costruttive discussioni per promuovere l’innovazione della scuola che sentivamo carica di aspettative. Erano anni di sperimentazione e di ricerca didattica dove coniugare teoria e pratica e che ebbe in Donini un pioniere. Ricordo quando coinvolse gl’insegnanti di tutte le età nell’esperimento di ‘valutazione oggettiva’ su prove tradizionali di profitto come il tema e il problema. Voleva con ciò dimostrare quanto fosse ‘soggettiva’ la valutazione dell’insegnante, e implicitamente ‘pericolosa’.
Ripenso poi a quel Tempo Pieno, quella costruzione quotidiana di vita di classe, di relazioni con le famiglie, con la cittadinanza. Lui, infaticabile, era la regia di tutto ciò. Incoraggiava, sosteneva, difendeva con la forza della sua cultura, competenza e passione. Fece così di Cattolica, un laboratorio di ricerca, innovazione, cambiamento e impegno civile. Il lascito ideale del direttore Donini alla scuola cattolichina è andato oltre la sua permanenza nella città. E’ vivo tuttoggi. Penso che tanti come me, insegnanti e genitori, gli debbano riconoscenza e onore.”
Rita Lazzari Di Giacomi: “Quando un uomo muore, tutto viene azzerato e la memoria esalta solo il merito, bypassando difetti e intemperanze. Non credo che il Direttore volesse essere ricordato così. Uomo di grande intelligenza, volontà innovativa e passione, talvolta usò toni accesi e forzò decisioni. Ma sempre nell’interesse della scuola, che lui aveva già in mente e altri ancora no. Mise così insieme collaboratori e contestatori, con la forza del confronto, discussione e aggiornamento.
Sapeva essere determinato ma anche duro, nella consapevolezza di perseguire obiettivi pedagogicamente giusti per il bambino. Quante assemblee estenuanti per informare e convincere. Quanti scontri infuocati. Molti insegnanti e genitori di allora non si rendevano conto che lui stava realizzando nel presente la scuola del futuro. Il tempo gli diede poi ragione. Seppe così farci crescere, acquisire la consapevolezza del nostro ruolo educativo. Lui sapeva che il confronto settimanale fra insegnanti su contenuti e metodi e quello straordinario con specialisti, miglioravano l’azione didattica. Ma a parte il suo fiore all’occhiello, il Tempo Pieno, indimenticabile è la sua attenzione a tutto campo e la grande umanità. Anni fa, incontrandolo da pensionato, gli dissi: – Direttore, non avrei mai pensato di dirglielo, ma io la rimpiango… e molto!”
Gloria Bellini ha ricordato la tenacia con quale portò avanti il suo progetto di scuola nuova che fortunatamente incontrò allora il sostegno di amministratori e dirigenti comunali che ne compresero la valenza socio-culturale. Erano Mario Castelvetro, Oscar e Gianfranco Micucci, Marcello Di Bella…
Lorenza Badioli ha aggiunto ai ricordi quello del piccolo bosco di alberi che il Direttore fece piantare, a costo zero dalla Forestale, davanti alla scuola all’interno dello spoglio cortile antistante la scuola di via Repubblica. I bambini vi giocavano a nascondino e vi fantasticavano eroiche avventure. Con i lavori dell’Arena, anni dopo, quel bosco venne tagliato fuori del cortile per motivi di viabilità. Nel recinto scolastico sono rimasti solo due di quei grandi alberi, a guardia della scuola. E quando tra i loro rami sfarfalla vento, si può sentir cantare : “Gabbiani sul mare, bianchi…”.