LA STORIA
La precisa puntualizzazione della importante data del 25 aprile è stata degnamente esposta sia dal commissario e sia dal rappresentante dell’Anpi con precisi riferimenti ai valori derivanti dall’antifascismo e dalla Resistenza, che sono stati il terreno fondativo della Carta costituzionale della nostra Repubblica italiana.
Maurizio Castelvetro non ha mancato di rimarcare l’inquietante attuale iniziativa di mediocri figuri che vorrebbero iniziare a distruggere il fondamento della nostra Costituzione attraverso insidiose modifiche dei più importanti articoli in essa contenuti.
Poi, da ultimo, la lettura del “Discorso su Garibaldi” che Victor Hugo pronunciò il 13 giugno 1860, è stata mirabilmente recitata dal concittadino Raffaele Bersani in un patos crescente, che ha catturato la viva attenzione del pubblico.
E’ un cospicuo appello che si snoda in alcune pagine di un’incitazione ad agire per aiutare a formare l’Italia, a seguire Garibaldi nella sua lotta per la libertà del popolo oppresso, a spendere anche la propria vita per cacciare lo straniero, per togliere il potere temporale al malgoverno del Papa, per liberare il Sud’Italia dal tallone borbonico.
Nella crudezza dei metodi dell’Inquisizione, con la usuale infame pratica della tortura dei sospettati prima di mandarli a morte sicura, gli scherani dell’infame re Francesco II, figlio e nipote degli altrettanto infidi Ferdinando II e Francesco I e pronipote del triste monarca Ferdinando I il cui motto, verso i suoi sudditi, era quello di rammentar loro il frequente uso della forca, quale metodo per consolidare lo stato.
Il professor Bersani, con una enfasi degna della migliore esposizione recitativa, con il suo volto contornato da folta e canuta barba che gli incornicia in pieno il raccordo coi capelli in una impressionante rassomiglianza con Victor Hugo; che nemmeno l’uso degli occhiali (il poeta transalpino non usava) gli faceva venir meno; ha posto l’accento a quanto di ancora attuale ci sia nel richiamo di quell’esaltante discorso che, in quel 1860, il maggior cantore della letteratura francese pronunciò davanti ad un importante consesso nell’isola normanna di Jersey, Regno Unito.
Silvio Di Giovanni