L’INTERVISTA
– Maurizio Focchi è il presidente di Confindustria Rimini. La sua azienda è uno dei fiori all’occhiello dell’imprenditoria provinciale, con una forte presenza sul mercato inglese. Appartiene alla categoria degli imprenditori e non a quella degli affaristi.
Come se la sta cavando in questa crisi l’imprenditoria provinciale?
“Dall’ultima indagine congiunturale di Confindustria Rimini (periodo: secondo semestre 2010 e previsioni primo semestre 2011) emerge una situazione con segnali confortanti in cui sembrano consolidarsi gli input di ripresa già manifestati nel primo semestre dell’anno. Tuttavia la situazione rimane complicata con una ripresa lenta e diversificata da azienda ad azienda e da settore a settore. Sebbene la direzione sembri quella della crescita ci sono ancora settori merceologici in sofferenza e soprattutto non vi è ancora un’inversione di tendenza sul calo dell’occupazione.
Nel secondo semestre 2010 in generale i principali indicatori segnano un andamento positivo, a parte l’occupazione che, come anticipato precedentemente, continua ad essere in calo. Dato più che comprensibile visto che per il suo rilancio occorrerà attendere la totale ripresa dell’economia e il nascere di un pieno clima di fiducia.
In crescita sia il fatturato interno (+6,20%) che quello estero (+12,10%).
Per quanto riguarda le previsioni per il primo semestre del 2011, la produzione viene annunciata in aumento dal 37,50% delle imprese del campione, il 51,39% prevede una situazione di stazionarietà e l’11,11% prevede una diminuzione. Situazione che si rispecchia negli ordini. L’occupazione resta stazionaria per circa l’80% del campione”.
A quando la ripresa?
“Il cammino per il ritorno ai livelli pre-crisi, soprattutto per i fatturati e l’occupazione è ancora lungo e irto di ostacoli: la domanda interna ancora langue e c’è il problema dei mancati pagamenti che le imprese spesso sono costrette a subire e che, a loro volta, possono generare problemi nei rapporti con le banche. E proprio per questo ecco perché salutiamo con particolare soddisfazione l’ulteriore proroga per altri sei mesi della cosiddetta “moratoria sui debiti delle pmi” e l’allungamento della durata dei finanziamenti a medio-lungo termine delle imprese che hanno già beneficiato dell’Avviso Comune.
Inoltre, il problema del credito è tutt’altro che superato e per questo motivo auspichiamo che le banche continuino con più impegno a concedere crediti alle imprese per favorire il loro business.
In generale, comunque c’è un maggiore clima di fiducia che ovviamente rimane condizionato da fattori globali di incertezza come la forte lievitazione delle materie prime e in particolare dei prodotti petroliferi. Le buone performance dell’export sono comunque incoraggianti. Dimostrano la vitalità delle nostre aziende e che gli imprenditori non si sono arresi e hanno tutta la voglia di rilanciarsi cogliendo le opportunità offerte dalla ripresa internazionale”.
Dal suo punto di vista che cosa possono fare le istituzioni per aiutare le imprese ad essere competitive? Che cosa può fare la politica locale in concreto per aiutare le aziende?
“Per affrontare e superare la crisi le aziende hanno dovuto riorganizzarsi, innovarsi ed internazionalizzarsi. Hanno investito in ricerca e sviluppo, nell’export e nella formazione delle risorse umane. Le pubbliche amministrazioni da parte loro, dovrebbero facilitare le imprese a fare tutto ciò.
Gli imprenditori hanno bisogno di essere ascoltati e soprattutto vedere risolvere problemi con soluzioni efficienti e veloci. Bisogna snellire la burocrazia ed impegnarsi in un percorso basato sulla condivisione di intenti affinché il nostro territorio possa rilanciarsi, essere competitivo nel mercato globale e vincere le sfide del futuro.
In questo senso abbiamo da tempo dato la nostra piena disponibilità”.
Si dice che i riminesi siano troppo solisti, ma è davvero così?
“Auspichiamo che ci sia un’evoluzione del modo di essere imprenditori, passando da un approccio che vede al centro un ‘immagine di imprenditore come protagonista esclusivo ad un approccio che miri ad un atteggiamento più disposto a lavorare in rete. Un’ idea che sta emergendo sempre di più. La nostra realtà, infatti, è ricca di esempi della volontà del “fare squadra”. Siamo convinti che nel confronto e nella condivisione si trovino buone opportunità di crescita e miglioramento.
La stessa nostra Associazione da oltre sessanta anni opera promuovendo uno spirito di “sistema imprenditoriale” affiancando le imprese con una serie di servizi ad ampio raggio”.
Chi è il bravo imprenditore?
“Un buon imprenditore è quello che fa crescere la sua azienda nel rispetto delle esigenze generali e fa diventare il profitto non il fine, ma il mezzo del proprio percorso e quindi far crescere la propria impresa in armonia con il tessuto sociale del territorio”.