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Home Località Misano

Giannini: ‘Psc, ora tocca ai cittadini’

Redazione di Redazione
12 Ottobre 2011
in Misano
Tempo di lettura : 5 minuti necessari
A A

L’INTERVISTA

– Non è vero che un terzo dei 30mila metri quadrati del nuovo Psc andranno a soli due misanesi. Nessun conflitto di interessi sul fatto che il genero è uno dei soci dell’associazione che ha vinto il bando di gara dei campi da tennis. Col Pd, il suo partito, sono rose e fiori. Sulla complanare decideranno i cittadini. Antonio Magnani futuro presidente della Fondazione Del Bianco. I temi toccati da Giannini in questa intervista. Sposato, tre figli, professione avvocato, educazione dai Salesiani, Giannini è un tenace combattente. Nel 2009 vinse le primarie con un capolavoro di strategia e duro lavoro. Bel modo di argomentare e discutere, i ciritici dicono che è troppo solista.

– Come nasce la sua vocazione politica?
“In modo casuale. Siamo nella metà degli anni ’90, Prodi propone l’alleanza dei cattolici con la sinistra per un’alternativa. Io mi collocavo lì; la mia famiglia era socialista, mentre io avevo i trascorsi dai Salesiani. Presi la tessera dell’Ulivo. Mi chiedono una mano. Non pensavo di dovermi candidare. Sono il primo degli eletti. Nel ’99, mi candido per la Provincia come bandiera e sono ancora il primo degli eletti della Margherita. Dopo un anno il presidente Fabbri, mi chiama e mi chiede se voglio fare il rappresentante degli enti locali riminesi a Romagna Acque. Sono rimasto con quell’incarico quasi 10 anni. Poi, nel ’99 le primarie con Antonio Magnani e Fabrizio Piccioni. E divento sindaco di Misano“.
I suoi hobby?
“La bicicletta. Si viaggia, si vedono i paesaggi e si resta con i miei pensieri. Poi, lo sci e la vela. Una volta andavo in vacanza in roulotte, che ho ancora”.
Cosa la disturba della politica?
“Tante cose. Certo che la slealtà si applica spesso. Non apprezzo molto le persone gelose e invidiose“.
Che cosa legge?
“Andrea Camilleri. E’ leggero e molto umano. Nei suoi racconti ci mette la spiritualità e la carnalità della vita”.
Che cosa si impara dalla politica?
“Quando Paolo VI diceva che è la più alta forma di carità aveva ragione. Ti insegna ad occuparti del tuo prossimo. Il mondo va avanti perché qualcuno amministra la polis, la città. Insieme al diritto, lo distinguono dalla civiltà e dall’inciviltà. E mi piace molto quella locale. Misano ha la più alta percentuale di bambini alla scuola materna in Italia, col 62%. Abbiamo bambini fuori dal nido, ma ne accogliamo cento e sono un’enormità. Per produrre benessere ci vogliono questi servizi. Siamo uno dei pochi comuni con la rete fognaria sdoppiata”.
Qualità e difetti?
“Sorrido spesso. E nelle cose mi piace entrare nel merito. Non mi piace il sentito dire. Quanto ai difetti ne ho una fila, sono nato il 20 aprile come D’Alema…”.
Che cosa apprezza nelle persone?
“La rettitudine. Al di là delle idee, l’essere tutto d’un pezzo”.
Una domanda di grande attualità, perché gli italiani evadono così tanto?
“Nessuno ama pagare le tasse. Se poi si mandano certi messaggi culturali e i sistemi di controlli sono inadeguati avviene il resto. Basterebbe migliorare soltanto un po’”.
I Comuni sono senza soldi, gli oneri di urbanizzazione sono crollati. Qual è la situazione misanese?
“A Misano nel 2008 gli oneri ammontavano a 3,5 milioni di euro; quest’anno sono meno di un milione. Al calo vanno sommati i trasferimenti; meno 1,2 milioni tra il 2010 e 2011. Come abbiamo fatto? Abbiamo mollato sulle manutenzioni, non abbiamo sostituito il personale andato in pensione (6-7 persone). Abbiamo cercato di recuperare l’evasione Ici e Tarsu. Tuttavia abbiamo costruito molte opere pubbliche: il lungomare a Misano Sud, l’arredo al Brasile, la strada dell’autodromo. Tra un mese partiremo con l’ampliamento della scuola media con altre dieci aule, spendendo poco più di un milione di euro, con fondi europei e tassa di scopo. In pratica, il vecchio plesso proseguirà con un nuovo braccio. Siamo poco indebitati e per riuscire a cavarcela abbastanza bene, a Misano basterebbe un milione di euro in più. Il 55 per cento del nostro bilancio, in totale 14-15 milioni di euro, è assorbito dal personale”.
Sta lavorando sul Psc (Piano strutturale comunale, in soldoni il vecchio Piano regolatore) come sarà?
“Ci sarà la massima tutela della particolarità di Misano: la sua campagna. E questo dobbiamo mantenere come strategia. Abbiamo un bel territorio cresciuto in modo uniforme negli ultimi anni, circa 200 abitanti in più l’anno. Faremo un Psc a crescita zero”.
Si vocifera che un terzo della superficie edificabile del nuovo Psc vada a due soli misanesi, quanto c’è di vero?
“E’ una chiacchiera malevola”.
Come mai sul Psc non ci sono stati incontri con i cittadini?
“Abbiamo deciso di dare questa impostazione. Il Psc lo stiamo facendo insieme a San Clemente. Finora abbiamo fatto sei incontri: 2 con i consiglieri, uno con le categorie economiche, uno con i tecnici. Da ottobre partiamo con i misanesi. Vorrei rimarcare che il Psc non dà diritti, non assegna lotti; non è il Poc (Piano operativo comunale). Dopo gli indirizzi strategici si aprirà il dibattito con i cittadini. Che cosa serve a Misano per valorizzare il territorio e le frazioni lo decideranno loro”.
Dire Giannini a Misano, significa dire tanti interessi economici. Il fatto che suo genero, Michele Cotelli è uno dei soci che ha vinto il bando per la gestione dei campi da tennis, ha suscitato non poche chiacchiere…
“Non c’è nessun conflitto di interessi. La politica è fatta anche di questo. Di cattiveria. Un’associazione di tennisti ha partecipato al bando e vinto. Uno è mio genero. Hanno presentato un progetto che prevede un investimento di 300 milioni di euro. E se prima era il Comune a dare un contributo al gestore, oggi è il Comune che riceve 6.000 euro l’anno”.
Grattacapo. La strada complanare. E’ un groviglio di idee. Qual è quella della sua amministrazione?
“La viabilità è un grosso peso. La soluzione migliore è arrivare fino al casello di Cattolica; così andrebbe anche a decongestionare San Giovanni. Senza il sì di Cattolica-San Giovanni, l’Anas non ci pensa proprio a prendere in considerazione tale ipotesi. Noi non ci pensiamo proprio a fare di via del Carro la Statale. Ho anche detto che se la soluzione deve essere Belvedere, ci devono essere una serie di miglioramenti sull’impatto ambientale. E sarebbe una strada tutta in galleria. Poiché è un’opera importante, saranno i cittadini a decidere. Lo ribadisco”.
Viene accusato di snobbare il Pd, il suo partito, che dice?
“Mi dicono che non ci sono mai stati tanti rapporti come tra la mia amministrazione e i dirigenti del partito. Credo che per bene amministrare ci voglia un legame stretto tra le due parti. A volte sono io a chiedere di poter discutere di alcune cose”.
Non sono troppi sette assessori a Misano?
“Vero. Ne basterebbero quattro. Quelli che ci sono, sono tutti bravissimi. Non ci sono screzi; facciamo le giunte in 20 minuti”.
Chi sarà il prossimo presidente della Fondazione Del Bianco?
“Antonio Magnani”.

IL PUNTO

Psc, il Comune sta giocando con i nostri prossini 30 anni

– Il Comune sta giocando con i prossimi trent’anni della vita dei misanesi. Sta “riflettendo” sul Psc (Piano strutturale comunale), quello che un tempo era il Prg (Piano regolatore comunale). La prossima legge urbanistica inciderà sull’esistenza vera delle famiglie e degli imprenditori. Insomma, non è il lampione. C’è chi diventerà ricchissimo (“i soliti noti”, slogan coniato da Adriano Torsani) e chi non potrà aprire neppure una finestra. Gli amministratori hanno denominato il futuro: “Misano Adriatico, una città accogliente”.

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