LO SPORT
di Alessandro Tonti
– Chi si trovasse a passare per Misano, nei pressi di un campetto parrocchiale, di un parco o un giardino, tra i bambini che improvvisano lunghe partitelle di pallone che terminano soltanto al calar del sole, ne vedrebbe almeno uno con addosso qualcosa di viola. Una maglietta, dei calzoncini, i pantaloni di una vecchia tuta o una berretta che qualche mamma ha imposto come condizione per poter andare a giocare fuori in inverno.
Viola è il colore delle divise del Real Misano, settore giovanile. Dal 1980 ad oggi, quasi ogni bambino che ha vissuto qui ne ha indossata una, che sia per una stagione soltanto o per un periodo più lungo che va dall’infanzia all’adolescenza.
All’inizio degli anni ’90, il Real Misano, fino ad allora società di solo settore giovanile, si è unito con la AS Misano Monte. La società nata dalla fusione ha progressivamente scalato i gradini del calcio dilettantistico passando dalla Terza Categoria all’Eccellenza, dove milita ancor oggi. Dal 2010 la denominazione è divenuta Fcd Misano ma, ancora per questa stagione, nei campionati federali è rimasta Real Misano.
Il settore giovanile è il serbatoio sportivo della prima squadra ma è soprattutto l’ambiente in cui i piccoli calciatori possono sfogare la propria passione. La sede è il “Centro Tecnico Alfiero Gentilini” di via dei Platani, il complesso del vecchio campo comunale che è stato intitolato all’indimenticabile medico pediatra che, prima di morire a causa di un incidente stradale nel 1978, fu tra chi più incoraggiò la creazione di un luogo dove i giovani misanesi potessero praticare lo sport. A lui è stato anche dedicato un importante torneo di calcio giovanile che conta 28 edizioni.
Nello Valentini, presidente del settore giovanile, ci svela i retroscena della nascita di uno dei migliori vivai calcistici della provincia di Rimini: “Abbiamo scelto il viola per distinguerci da tutte le altre società, le alternative erano l’amaranto o l’arancione. Anche la scelta del nome si spiega con la stessa motivazione. In quegli anni l’unico Real era il Montecchio che militava nel campionato di Promozione.”
“L’idea iniziale è stata mia e degli amici Vincenzo Vico e Marcello Maioli – continua Valentini -. L’intenzione era quella di creare qualcosa che a Misano non c’era, cioè la possibilità di fare calcio per i più giovani. Abbiamo presto trovato il consenso di altre persone che, strada facendo, hanno sposato con entusiasmo questa causa. Il primo anno abbiamo iscritto ai campionati due squadre. Oggi ne abbiamo dieci, con circa 200 iscritti; con gli Allievi e i Giovanissimi disputiamo i campionati regionali. Dal 2003 siamo Scuola Calcio Qualificata FIGC, il maggior riconoscimento esistente nell’ambito del calcio giovanile dilettantistico.”
Più di trent’anni di attività, cercando di far divertire i giovani e, allo stesso tempo, far tornare i conti. Non è facile riuscire nell’intento, soprattutto in tempi di crisi come quelli di oggi e Valentini lo conferma:“Rispetto al passato, oggi è tutto più difficile, per varie ragioni. La società in cui viviamo e la particolare realtà delle nostre zone rivelano nei confronti dello sport un certo snobismo e questo si riflette sulla mentalità degli stessi ragazzi che stentano sempre più ad accettare i sacrifici necessari per emergere. Poi ci sono i costi organizzativi sempre maggiori. La realtà misanese è ancora carente di impianti adeguati: da troppo tempo siamo costretti ad appoggiarci, pagando, a strutture private per permettere ai nostri ragazzi di allenarsi con continuità e profitto. Gli ultimi inverni ci hanno dimostrato quanto siano necessari un campo da gioco in erba sintetica e degli spazi coperti. Disponiamo di un servizio di trasporto privato con ben tre pulmini, indispensabile anche a causa della particolare conformazione del territorio misanese, con frazioni spesso distanti tra loro. Non pochi, peraltro, sono i ragazzi che vengono dai comuni limitrofi”.
Un sistema che richiede continuamente molto lavoro e altrettante risorse, che si fonda, come noto, sull’apporto di volontari e sull’aiuto economico di aziende ed enti che fungono da sponsor e che a causa della delicata congiuntura economica che stiamo vivendo faticano a fornire il loro sostegno.
Se il presidente Valentini è il primo referente a livello dirigenziale, Fabrizio Mastini lo è sul campo.
Responsabile tecnico del settore giovanile dal 2000, ha concluso la sua lunga carriera di calciatore professionista proprio con la maglia del Real Misano nel 1999, mettendo le basi per una collaborazione che dura ancor oggi. Oltre ad allenare, i suoi compiti sono quelli di coordinare l’attività di tutte le squadre.
Gli chiediamo un bilancio: “Il numero dei tesserati è aumentato anno dopo anno ma è la qualità del lavoro che ci lascia particolarmente soddisfatti. Questo si deve alla grande organizzazione societaria, alla presenza di allenatori qualificati, di un preparatore atletico che segue le squadre quotidianamente e ad un ambiente sano e attento. Il nostro fine è quello di valorizzare i giocatori per portarli fino alla prima squadra o addirittura in realtà più qualificate. In questi anni alcuni nostri ragazzi ci sono stati richiesti da società professionistiche come Fiorentina, Milan e Grosseto. E le nostre squadre si comportano sempre molto bene nei diversi campionati regionali di appartenenza: ogni anno qualcuna raggiunge le fasi finali. Quindi ci sono diversi motivi per cui un giovane che vuole giocare a pallone può trovare a Misano l’ambiente giusto”.
Naturalmente, l’insegnamento di una disciplina sportiva non è l’unica ragione d’essere di un settore giovanile. Mastini: “I risultati sportivi sono importanti ma ancor più importante è guidare la crescita di un bambino che, ricordiamolo, arriva qui a 5 anni e se ne va a 17, cercando di farlo divertire in un ambiente sano e di infondergli i valori dello sport: disciplina, sacrificio, lealtà”.
Il RomaCaffè di via della Repubblica è diventato negli anni il ritrovo dell’entourage del Real Misano. Qui troviamo alcuni amici e collaboratori come Alberto Arcangeli, per più di vent’anni allenatore del settore giovanile e tuttora dirigente accompagnatore. Dice: “Sono entrato in società nel 1981 quasi per caso, mi chiesero di sostituire un allenatore negli ultimi tre mesi della stagione. Mi sono fatto anche pregare un po’, il risultato è che sono ancora qui!”.
Trent’anni passati insieme ai giovani, cercando di insegnare calcio e anche qualcosa di più. Allenamenti, partite, tornei, a vederne di tutti i colori. “Ricordo – continua Arcangeli – una partita su quello che era il campo dei frati a Fano, in occasione del Torneo Romagna-Marche. Un nostro giocatore aveva il vezzo di scavare con lo scarpino il terreno sotto il pallone, prima di calciare una punizione o un corner. Ad un certo punto un frate entra sul terreno di gioco e mi raggiunge in panchina per riprendermi: insomma, dica al suo giocatore di smetterla, ci sta riempiendo il campo di buche!”.
La vocazione per il sociale del “Real” si è espressa anche in un’altra iniziativa, partita nel 2009: lo “Scudetto della Solidarietà”, una raccolta di fondi per l’acquisto di doni da consegnare ai piccoli ricoverati del reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini, diretto dal Professor Vico Vecchi e dalla sua equipe. L’idea è del dirigente Nicola Valentini: “Abbiamo proposto ai ragazzi, dai più piccoli ai più grandi, di versare 1 euro al mese da agosto a dicembre. Con il ricavato abbiamo acquistato giocattoli, libri, colori e dolciumi che due delegazioni di nostri giovani tesserati hanno personalmente consegnato ai bambini ricoverati in occasione del Natale e dell’Epifania. Oltre a fornire un aiuto concreto alle esigenze del reparto, è un modo per far nascere nei ragazzi la consapevolezza delle difficili condizioni di salute e di vita in cui molti loro coetanei vengono a trovarsi e che precludono loro, anche per lungo tempo, la possibilità di una vita normale”.
PERSONE
– Se dentro il campo c’è spazio solo per l’agonismo e il divertimento, fuori dal campo ci si concentra sull’impegno e sulla solidarietà. Ne parliamo con Ivano Guidi. E’ dal 1990 uno dei punti di riferimento per i ragazzi e non solo: addetto al magazzino, dirigente accompagnatore e instancabile organizzatore nelle tante iniziative extra-calcistiche tra le quali il GiòTenda, la manifestazione che nel periodo natalizio riunisce tutti, misanesi e non, in lunghe tavolate sotto il tabellone della tombola. “La prima edizione – spiega Guidi – risale al 1994 e nel rango degli organizzatori, oltre al Real Misano, comparivano anche Ior, il Comitato Cittadino di Solidarietà e il Cumited de Fnil (l’associazione che organizza anche la Festa della Segavecchia). Tra i beneficiari del ricavato della prima edizione, che si rivelò subito un grande successo, c’era, tra gli altri, anche l’Unicef. Oggi devolviamo gli incassi al Comitato Cittadino di Solidarietà, alle famiglie in difficoltà del comune di Misano e alla Caritas attraverso la parrocchia di don Marzio. Oltre al GiòTenda ci sono state tante altre iniziative minori come le serate in piazza durante l’estate, in cui abbiamo organizzato giochi, cocomerate e molto altro, sempre pensando ai giovani”.