• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
giovedì, Giugno 12, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Cultura

Montanelli, un grande italiano come modello di schiena dritta

Redazione di Redazione
13 Settembre 2011
in Cultura
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
A A

Era un uomo di destra, di quella Destra storica, sobria e rigorosa in primo luogo con se stessa, che non c’è più, e forse in Italia c’è solo fuggevolmente stata. Fatta di uomini liberi

Faceva cose straordinarie e, come tutti, sciocchezze, anche quelle in proporzione. Diceva che “in un editoriale basta un’idea, meglio nessuna”, ma per quella sua idea di libertà si prese prima le pallottole delle Brigate Rosse, poi le sparate di Fede e Sgarbi

CULTURA

di Gabriele Paci*

– Giornalisti: vivi, morti, vivi da morti e morti da vivi…
Non era un santo, non era un eroe, non era un poeta (a modo suo magari sì), non era neppure tanto democratico e aveva navigato anche in acque opinabili, più che un artista si riteneva un artigiano, ma soprattutto era un uomo libero.
Per questo Indro Montanelli (Fucecchio 22 aprile 1909-Milano 22 luglio 2001) era passato attraverso fascismo, ‘democristianismo’ e berlusconismo sposando tutte le cause sbagliate che a lui sembravano giuste, ma ‘ismo’ dopo ‘ismo’, non aveva mai sposato l’opportunismo. E quando non gli garbava più sbatteva la porta pagando le conseguenze del caso. Tanto dei soldi se ne fregava (non conosceva neppure l’entità della sua pur congrua pensione e discretamente chiese di informarsene quando chiuse la Voce), ce li aveva di famiglia e guadagnati, ma viveva come un guerriero spartano o un filosofo stoico, rifuggiva dalle pompe e rifiutò il laticlavio senatorio a vita offertogli da Cossiga (“Non è stato un gesto di esibizionismo, ma un modo concreto per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una distanza di sicurezza”. E al Presidente scrisse “Purtroppo il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente che mi impedisce di accettare l’incarico”). E tutto perché era un uomo libero.
Come il nostro Marino Moretti andava per la sua strada, incontro alla sua guerra, se cascava cascava per terra, accidenti a chi provava a tirarlo su. E come Gigi Proietti in ‘Le farò da padre’ ad un certo punto avrebbe potuto cominciare a dire un’unica frase “E soprattutto non rompetemi i coglioni…”. Perché si era conquistato la libertà di diventare un uomo libero. E di essere lasciato in pace.
A metà anni ’50 voleva convincere l’ambasciatrice americana in Italia Clare Booth Luce a far arrestare preventivamente e a prescindere tutti i comunisti o quasi (e lei, cui l’anticomunismo non aveva mai fatto difetto, dovette frenare i suoi ardori). Ma subito dopo, nel ’56, raccontò simpateticamente la rivoluzione ungherese come una ribellione al comunismo in nome di quegli stessi ideali. E che, a volte, i sogni possono vivere oltre l’alba. Poi a metà anni ’90 si convinse che il nostro Paese ai comunisti molto doveva. E’ vero che quelli nostrani non c’erano già quasi più se non negli sproloqui di un pazzo petulante, ma era sempre un bel dire. Perché era libero di dirlo.
Faceva cose straordinarie e, come tutti, sciocchezze, anche quelle in proporzione. Diceva che “in un editoriale basta un’idea, meglio nessuna”, ma per quella sua idea di libertà si prese prima le pallottole delle Brigate Rosse, poi le sparate di Fede e Sgarbi. ‘Era’ Montanelli, non ‘si sentiva’ Montanelli, e spesso assumeva i suoi giornalisti, al Giornale come alla Voce, senza averli conosciuti precedentemente, se convinto da come scrivevano e si comportavano. Perché, a differenza degli altri, era un uomo libero. Diceva “la linea del giornale la decidono i redattori, purché coincida con la mia”, poi per loro accettava imprese apparentemente folli e personali rinunce. Perché era un uomo libero di farlo.
Scriveva da dio, con un linguaggio basico e comprensibile da tutti, gustoso e digeribile come olio di Serbadone (di Sotto), ma non si credeva Dio. Il quale, invece, qualche volta si crede Montanelli. Si fidava degli altri, anche dei giornalisti, specie i suoi, e se uno comincia a fidarsi dei giornalisti è entrato in un tunnel che lo porterà a fidarsi di avvocati, dentisti e amministratori di condominio… Detestava i farabolani, ma qualche ‘farabola’ la contava pure lui, magari, palazzeschianamente, perché lo lasciassero divertire. Era un uomo di destra, di quella Destra storica, sobria e rigorosa in primo luogo con se stessa, che non c’è più, e forse in Italia c’è solo fuggevolmente stata. Fatta di uomini liberi.
Frequentava ricchi e potenti soprattutto per tenere in vita le sue ‘creature’. Poi ne tracciava ritratti urticanti. Specie del più ricco e impotente (e perciò sbandierante la propria potenza) di tutti. Che arrivò ad argomentare su come Montanelli e Biagi ce l’avessero con lui per invidia delle sue ricchezze.
Ma quando uno è un uomo libero, che gli puoi dire o dare…
Montanelli non amava i santini e considerava con ironico sarcasmo certi suoi agiografici ritratti. Perciò queste righe, le mie prime (o quasi) su di lui, e solo per l’amichevole insistenza degli amici de la Piazza, forse gli sarebbero piaciute. Anzi forse gli piacciono, perché ovunque sia ora quell’impenitente laico (commosso dalle preghiere di Papa Wojtyla per la madre), sta certamente scrivendo. Dai suoi unici padroni (“Un solo padrone, il lettore” fu lo slogan di lancio de la Voce) prese momentaneo congedo “ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito”. Ma per loro sta forse preparando un nuovo quotidiano. Vi terremo informati…

*La Voce Multimedia, già capo della redazione romana de la Voce di Montanelli

Articolo precedente

Il museo tra cultura e gioco

Articolo seguente

Montefiore, la cava artistica di Corsucci

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Cultura

Misano Adriatico. Angolo della poesia: Ascoltarsi per ascoltare.                 

10 Giugno 2025
Cultura

Riccione. Hotel Gambrinus, letture di poesie: “Sull’orlo dell’estate”

8 Giugno 2025
Cultura

Stefania D’Alessandro, la riminese domina la classifica dei bestseller su Amazon

3 Giugno 2025
Cecilia Bartoli
Cultura

Rimini. 76^ Sagra Malatestiana, ospiti grandi musicisti internazionali. Torna Cecilia Bartoli

23 Maggio 2025
Misano, biblioteca
Cultura

Misano Adriatico. Biblioteca, Antonella Lattanzi presenta il libro il 25 maggio alle 11

22 Maggio 2025
Nevio Casadio
Cultura

Rimini. Nevio Casadio e Piero Meldini a “Libri da queste parti” il 22 maggio alle 18 in Cineteca

20 Maggio 2025
Cultura

Gabicce Mare. Mississippi, “Incontro- Quattro Artiste al Mississippi”, aperta fino al 26 maggio

20 Maggio 2025
Cultura

Pesaro. Inaugurazione Red Moon di Leonardo Nobili: domani, 20 maggio, ore 12.30

19 Maggio 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente

Montefiore, la cava artistica di Corsucci

Bcc Gradara, nel libro del centenario i valori della crescita della comunità

Nello, saluta il Real Misano

Poveri e chiesa

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • A Verucchio parte Estate insieme 2025 11 Giugno 2025
  • Cattolica. Inaugurazione del campo di basket il 15 giugno 11 Giugno 2025
  • Gradara. Borgo e bosco: i segreti della natura e della storia il 13 giugno. Incontro divulgativo “Come convivere con il lupo?” 13.14.15 “Ricordi Radicati” escursioni storico – naturalistiche per le Giornate Europee dell’Archeologia 11 Giugno 2025
  • Cattolica. Parco della Pace: torna MoLab Outdoor, movimento per tutti all’aria aperta domenica 15 giugno 11 Giugno 2025
  • Riccione. Piazzale Ceccarini, Enrico Galiano l’11 giugno 11 Giugno 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-