ARTE
– Spiritualità e arte “nel segno della Croce”. Nella chiesa di San Michele Arcangelo a Morciano dal 25 febbraio al 25 marzo, sono esposte “due pale gemelle”, con soggetto la “Crocifissione”, realizzate da Patrizio Ambrosini e Walter Angelici.
Di notevoli dimensioni (cm 185 per 252), appositamente realizzate per un itinerario espositivo che ha già visto tanti altri luoghi significativi come ad esempio la Chiesa di san Giovanni di Pesaro e le Cattedrali di Urbino e di Fano, partendo da Lucrezia di Cartoceto in occasione dell’Inaugurazione della trentesima filiale della Banca Popolare Valconca .
Tutto il progetto è sostenuto dalla Banca Popolare Valconca, che certamente ne ha apprezzato l’importanza sia spirituale che culturale, e che con la presenza delle chiese del territorio ha colto l’immediato legame con la realtà locale che da sempre l’ha caratterizzata e ne costituisce uno dei suoi punti di forza.
L’intento del curatore artistico Padre Francesco Maria Acquabona è di rilanciare il rapporto tra arte e fede. L’arte contemporanea infatti ha per lo più voltato le spalle al sacro, ma allo stesso tempo ampi settori della Chiesa, al di là di legittime riserve, non hanno saputo cogliere il nuovo dell’arte soprattutto nella sua potenzialità di esprimere il sacro. La scelta del tema del Crocifisso in modo particolare tuttavia sembra riuscire a recuperare almeno in parte questo distacco.
Quadri diversi e contrapposti per stile e cromatismi, ma non per intensità espressiva e profondità d’interpretazione. Le due pale da sole sono sicuramente capaci di rendere con efficacia il tragico momento della morte di Cristo, ma ad esse si è voluto unire un testo critico che suggerisce il percorso personale e intima riflessione curato dalla sensibilità di suor Maria Gloria Riva.
Angelici mostra un Cristo dalla forma stilizzata, una linea spezzata contro uno sfondo tragicamente insanguinato e allo stesso tempo vitalmente irrorato. Un Cristo che la Riva paragona ad acqua pura, una fonte che penetra l’animo di chi lo osserva per ridare speranza alla vita di fronte alla morte.
Ambrosini presenta invece un crocifisso ‘dai lineamenti delicati, dalle forme rinascimentali, eppure sodo, maschile, uno di noi’.
Una sfida non solo estetica tra l’uomo e la religione, il suo rapporto con la fede e l’evolvere e il mutare di questo rapporto nei secoli.