ECONOMIA
– Mercedes, Ferrari, Lancia Y, Maserati, Tata, Porsche, Bentley. E ancora: prodotti della francese Schneider, della tedesca Ebm-Papst (con i suoi 10.000 dipendenti leader mondiale per la costruzione delle ventoline per personal computer).
Tutti questi marchi, e molti altri, portano con sé una componente tecnologica della provincia di Rimini. Ad usare la lente di ingrandimento: di Montecolombo. Di Morciano. La Piciesse si trova in Valconca, prima di arrivare a Taverna, sulla destra (si fa notare per l’altissima siepe di alloro e il bel rosso napoletano della nuova palazzina uffici). I due titolari, Enzo Montani e Gianmarco Baldini sono morcianesi che si conoscono, e sono amici, fin dalla prima infanzia.
In 18 anni, dal nulla, hanno costruito una delle aziende leader in Italia e in Europa (secondi) per la produzione di circuiti stampati. Esportano il 40 per cento della produzione in 26 nazioni. La sola Germania vale il 30 per cento dell’export. Seguono: Svizzera, Austria, Francia, Slovenia.
Nell’anno della crisi, il 2009, il fatturato calò del 13 per cento. Lo scorso anno ebbero un balzo del 40 per cento. Mentre nei primi sei mesi di quest’anno, sono cresciuti in doppia cifra. Molti, dei 52 dipendenti, fanno gli straordinari dall’inizio dell’anno. E in molti, causa la montagna di ordini, lavoreranno anche in agosto. Solo due settimane di ferie.
Dicono i due amici-soci: “Siamo costretti ad una simile organizzazione del lavoro per più di una ragione. La prima è che si viaggia a vista. Ad esempio, per settembre gli ordinativi non coprono che il 50 per cento della nostra capacità produttiva; il 10 per cento in ottobre. L’altro risvolto è questo. Quando assumiamo si è felici; si dà un futuro, un’opportunità ad una persona. E questo è un fatto bellissimo. Il risvolto è: nella crisi chi si licenzia? Un amico, un vecchio collaboratore, o il bravissimo neo-assunto? Allora, preferiamo utilizzare la flessibilità degli straordinari.
Gianmarco ha quarantatré anni; è sposato ed ha un figlio. Mentre Enzo ne ha 51; è sposato ed ha tre figli. I due amici lavoravano insieme in un’azienda che produceva circuiti stampati, nata da una costola della General Music. Va in crisi e decidono il grande salto. Si mettono in proprio il 4 ottobre, San Francesco, del ’93. Il primo stabilimento produttivo fu a San Giovanni in Marignano, in uno stabile di proprietà di Luciano Marchini, altro bell’imprenditore (fratello di Giuliana Marchini, fino ad alcuni anni fa, insieme alla sorella e al cognato, Silvano Gerani, è stato socio della Gilmar).
Le cose vanno subito bene. Nel ’98, portati dall’allora sindaco Eugenio Fiorini, si trasferiscono a Taverna in 3.000 metri quadrati di coperto. Per festeggiare i 18 anni e l’ampliamento dello stabilimento (altri 1.500 metri quadrati di coperto) lo scorso 9 luglio hanno invitato collaboratori con familiari, fornitori e amici per una cena-festa sobria e piacevole. La nuova ala è essenziale e gradevole: grandi finestroni che fanno entrare la luce e danno la possibilità di ammirare le rotonde e verdi colline circostanti. Accanto all’elegante e leggera scala che porta al primo piano, Gianmarco ha collocato la Vespa del 1959 appartenuta al nonno materno. Sulla scia della Mec3, al primo piano, è stata ricavata una sala da pranzo con cucina a vista che gli ospiti stranieri apprezzano. Insomma, è un bel modo di presentare le eccellenze eno-gastronomiche romagnole.
A chi gli chiede dove risiedono le ragioni del buon andamento economico, rispondono i due amici: “Non lo sappiamo”. Forse non lo sanno, ma i numeri riescono a dare il senso. Ogni anno investono a 360 gradi tra il 10 ed il 15 per cento dei ricavi. E argomentano: “Il nostro obiettivo primario è rimanere leader nel mondo dell’elettronica. Risultati che si possono conseguire con il forte radicamento col territorio e gli attori sociali: politica, scuola, professioni, banche. L’altro elemento è cercare di avere un elevato grado di automazione; il settore è in continua evoluzione. Per tentare nuovi clienti, nuovi mercati, abbiamo le certificazioni integrate a tutto tondo. E anche queste richiedono investimenti continui”.
Cinquantadue dipendenti con un’età media di 33 anni, ogni anno producono 33 milioni di circuiti stampati. Vengono testati uno per uno. La perfezione. La capacità produttiva della Piciesse è di almeno un terzo in più. L’ultimo prestigioso cliente acquisito risale allo scorso giugno: la multinazionale francese Schneider.